di Giorgia Grifoni

Alle elezioni algerine ha trionfato le pouvoir, come i cittadini qui designano il regime. “Impossibile -  ribatte l’analista politico Lahouari Addi de l’Institut d’Etudes Politiques de Lyon, riportato dal New York Times - perché il Fln è rifiutato dalla popolazione. In elezioni  oneste, la gente avrebbe votato per gli Islamisti”.  Dopo il voto di giovedì per il rinnovo della Camera bassa del Parlamento - voto che ha visto il partito del presidente Bouteflika trionfare e accaparrarsi quasi la metà dei seggi - il Paese è incredulo. Ieri, a meno di 20 dalla chiusura dei seggi, il ministro dell’Interno Daho Ould Kablia ha dichiarato con certezza che 220 posti in Parlamento su 462 andranno al Fronte di liberazione nazionale (Fln), il partito che da cinquant’anni guida lo stato nordafricano.

 

 

I RISULTATI. Si piazza al secondo posto il Movimento nazionale per la democrazia (Rnd), guidato dal primo ministro Ahmed Ouyahia, con 68 seggi. Medaglia di bronzo invece per l’Alleanza verde, coalizione dei partiti islamisti di opposizione recentemente legalizzati da Bouteflika dopo le agitazioni antigovernative del 2011: data per vincitrice dalle previsioni - influenzate non solo dall’andamento “verde’”delle elezioni nei vicini paesi, ma anche dalle scelte politiche delle precedenti tornate elettorali algerine - la formazione si aggiudica invece solo 48 poltrone.  Quarto classificato il Fronte delle forze socialiste (Ffs), primo e storico partito d’opposizione, rientrato in corsa quest’anno dopo dieci anni di boicottaggio del voto.

 

LE REAZIONI. A detta del Ministro degli Interni, con un’affluenza del 42 percento le elezioni sono da considerare valide, nonostante qualche giorno fa il presidente Bouteflika avesse attestato la legittimità del voto al raggiungimento del 45 percento. Insorgono gli islamisti, per i quali le elezioni non sono “né accettabili, né logiche e nemmeno ragionevoli”, stando a quanto dichiarato da Aboudjerra Soltani , del partito Hamas, durante una conferenza stampa ieri pomeriggio. Stessa reazione per il Ffs, secondo il quale “ancora una volta il Sistema ha fatto uso di tutta la sua ingenuità per consolidare il suo potere”. Soddisfatta, invece, l’Unione Europea, di cui l’Algeria è il terzo fornitore di gas naturale: gli osservatori Eu guidati da Jose Ignacio Salafranca hanno constatato che “i cittadini, in generale, sono stati in grado di esprimere il loro vero voto”.

 

LE ACCUSE. Parole che non si riscontrano nelle testimonianze degli algerini, riportate assiduamente dal quotidiano in lingua francese al-Watan. Senza dimenticare che alla missione Ue è stato negato all’ultimo momento l’accesso al registro nazionale di voto “per questioni di sicurezza nazionale”, il quadro che via via emerge sembra sempre più chiaro. Le lamentele fatte da alcuni partiti di opposizione sulle irregolarità del voto sarebbero confermate dalle segnalazioni dei cittadini e persino dalla Commissione nazionale indipendente di sorveglianza del voto.

 

Uno dei suoi membri, Lakhdar Benkhelaf, ha denunciato addirittura l’assenza dei rappresentanti dei partiti nei centri di voto del governatorato di Costantina: “In oltre 400 collegi da noi registrati - spiega Benkhelaf ad al-Watan - non c’era alcun rappresentante dei 39 partiti in lizza per i 12 seggi del governatorato in Parlamento. Questo ha lasciato l’amministrazione libera di fare quello che vuole”.

 

Sempre secondo Benkhelaf, molti supervisori si sono visti rifiutare la consegna del distintivo da parte delle autorità del luogo. La Commissione avrebbe inoltre colto alcuni agenti dell’amministrazione in flagranza di frode: avrebbero permesso ad alcuni cittadini non iscritti nelle liste elettorali di votare e di apporre le proprie impronte al posto dei votanti assenti. Scomparse anche le liste del Ffs in un seggio della città di Emir Abdelkhader. E anche in questo caso le donne, eterne invisibili del mondo arabo, non hanno avuto sorprese: sulle liste elettorali di alcuni centri i loro nomi non c’erano.

 

Fonte: Nena News

 

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