di Domenico Melidoro

Una rapida considerazione del dibattito pubblico degli ultimi mesi rivela un ritorno di interesse per le questioni legate alla tutela dei diritti civili. Si avverte l'impressione che diritti dati per acquisiti ritornino al centro della discussione e che ci sia ancora bisogno di difenderli, come se le battaglie politiche dei decenni passati fossero ormai dimenticate. Ci riferiamo ovviamente alle recenti polemiche sul diritto all'aborto e ai tentativi di attaccare la legge che ne regola l'esercizio (la 194/1978), ma anche a tutto il vivace dibattito che ha preceduto e seguito il fallimento del referendum parzialmente abrogativo della legge che disciplina la procreazione medicalmente assistita (la 40/2004), e alla discussione sulla tutela giuridica da riconoscere alle cosiddette coppie di fatto attraverso i Pacs (Patti civili di solidarietà). Proprio quest'ultima questione è stata la causa di violente polemiche nella faticosa stesura del Programma di governo dell'Unione presentato da Romano Prodi l'11 febbraio scorso a Roma. Abbiamo assistito a discussioni interminabili all'interno del centro-sinistra su quale fosse la migliore forma di tutela che si può assicurare a due persone, di sesso diverso oppure del medesimo sesso, che decidono di condividere un percorso di vita.

All'interno dell'Unione, le componenti più moderate e tradizionalmente legate agli insegnamenti della Chiesa Cattolica hanno escluso qualsiasi equiparazione tra le forme di tutela tradizionalmente accordate a coloro che contraggono il matrimonio e gli eventuali diritti da riconoscere alle coppie di fatto. Da più parti si è temuto uno stravolgimento delle norme costituzionali che riconoscono un ruolo fondamentale alla famiglia tradizionale quale "società naturale fondata sul matrimonio" (Art. 29) e quale luogo privilegiato deputato alla cura e all'educazione della prole. A questa posizione, che si può spiegare in gran parte con un inaccettabile atteggiamento di riverenza nei confronti della Conferenza Episcopale Italiana e dei dettami del suo Presidente Ruini, hanno reagito coloro che temono una deriva moderata e conservatrice da parte dell'Unione. La Rosa nel Pugno, la nuova formazione politica composta dallo SDI di Enrico Boselli e dai Radicali di Marco Pannella ed Emma Bonino, ha addirittura fatto della difesa del principio della laicità dello Stato (fino ad arrivare a mettere in discussione il Concordato che regola i rapporti tra la Chiesa Cattolica e la Repubblica Italiana) il tema dominante della propria campagna elettorale.

A proposito delle garanzie giuridiche per le coppie di fatto il programma del centro-sinistra è alquanto vago. In esso si legge: "l'Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto. Al fine di definire natura e qualità di un'unione di fatto, non è dirimente il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale. Va considerato piuttosto, quale criterio qualificante, il sistema di relazioni (sentimentali, assistenziali e di solidarietà), la loro stabilità e volontarietà". La vaghezza si spiega sia con la delicatezza della questione affrontata sia con il bisogno di cercare un punto di incontro capace di ottenere l'approvazione di tutte le componenti della coalizione; ma anche col fatto che un programma di governo quinquennale, per quanto dettagliato aspiri a essere, rappresenta al più l'enunciazione di linee guida per l'azione governativa quotidiana.

Il rischio è che, con le contrapposizioni frontali si arrivi allo scontro ideologico, che si faccia confusione e che alla fine prevalgano le posizioni più conservatrici senza che emergano le reali questioni in gioco. Al centro della corrente discussione sulla tutela per i cittadini che scelgono di vivere un'esperienza di coppia al di fuori del matrimonio tradizionale non dovrebbero esserci ingiustificati timori a proposito di improbabili cambiamenti nel concetto della famiglia tradizionale oppure di questioni connesse all'adozione di minori da parte di coppie omosessuali. Piuttosto, si dovrebbe riflettere serenamente sulle forme di tutela giuridica che uno Stato autenticamente democratico e laico dovrebbe garantire a cittadini e cittadine che decidono autonomamente di vivere al di fuori del matrimonio la propria vita affettiva e relazionale. Dunque, si dovrebbe cercare di spostare il dibattito su quali siano le forme di tutela implicate dal valore dell'uguaglianza che uno Stato democratico deve riconoscere a tutti gli individui, a prescindere dall'orientamento sessuale di ciascuno.

Le confusioni che minacciano di inquinare il dibattito elettorale sulle unioni di fatto, oltre a creare le condizioni per la già ricordata involuzione conservatrice sulle questioni relative ai diritti civili, non consentono neppure di mettere in luce le priorità programmatiche che dovrebbero essere l'argomento principale della campagna elettorale di una coalizione di sinistra e democratica che voglia proporsi come valida alternativa alla Destra di Berlusconi, che in questi anni si è contraddistinta per essere liberista in economia e conservatrice nelle scelte sulle questioni concernenti i diritti individuali. Non è necessario essere pericolosi rivoluzionari per ritenere che nel nostro Paese diventa sempre più urgente porre al centro dell'azione politica interventi pubblici di distribuzione della ricchezza ispirati ad una logica egualitaria. Sono stati i recenti dati forniti dalla Banca d'Italia su "I bilanci delle famiglia italiane nell'Anno 2004" a ribadire ancora una volta che, a fronte di una sensibile crescita dei redditi dei lavoratori autonomi, i salari dei lavoratori dipendenti non riescono nemmeno ad adeguarsi all'inflazione. Queste tematiche, unite alla lotta alla disoccupazione ed alla precarizzazione del lavoro che si traduce, soprattutto per le giovani generazioni, in precarietà esistenziale e impossibilità di pianificare il corso della propria vita, sono alcune delle questioni fondamentali che devono essere il tratto caratterizzante della campagna elettorale del centro-sinistra, ma soprattutto di quelle forze di Sinistra che si oppongono alla probabile deriva neo-centrista dell'Unione.

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