di Cinzia Frassi

Nonostante le battute d'ironia del Cavaliere, il fair play elettorale del Popolo delle Libertà sta dimostrando una direzione ben precisa. Dalla candidatura di Alessandra Mussolini, passando per er Ciarra, arriviamo ad oltrepassare l'oceano con l'italo argentino Esteban Cacho Caselli candidato per gli italiani all’estero per il Pdl. Una tornata elettorale in cui l’elemento destra sta caratterizzando il neo nato Popolo delle Libertà. Il caso Ciarrapico, esploso la settimana scorsa, continua a gonfiarsi e a far parlare di se. Dal giorno delle esternazioni di Ciarrapico circa la sua nostalgia dei tempi andati, quelli fascisti, non si smette di parlarne. Così le voci sono arrivate a Bruxelles ,alle orecchie dei vertici e del Ppe tutto. A quanto sembra la deriva di Forza Italia, compiuta inghiottendo An in virtù del cartello elettorale, sembra non essere andata giù ai centristi d'oltralpe. I malumori sono tanti. Certo, nonostante gli allarmismi pare non si intenda disturbare ora il Cavaliere, dato che si appresta alle urne. Molte le dichiarazioni che confermano tuttavia l'intenzione di rivedere dopo le elezioni l'adesione di Forza Italia, che ne fa parte dal 1999, al Partito Popolare Europeo. Il premier lussemburghese e presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Junker taglia corto: “Non conosco questo signore e non so se si dichiara davvero fascista, ma posso dire che non c’è posto per i fascisti nel Ppe”. Ma il Popolo delle Libertà avrà questa ambizione? Alleanza Nazionale pensa davvero ex post di disciogliersi nel neo nato Pdl per aprire la strada magari al suo presidente verso la poltrona di premier? L’ormai sempre più evidente spostamento a destra, troppo a destra per Gianfranco Fini dopo la sua svolta centrista, sarà premiato alle urne?

Dal canto suo Ciarrapico non sembra perdere il suo piglio e dimostra una spavalderia piuttosto energica. Per chi ha chiesto il suo dietro front altrettanta schiettezza nel rispedire al mittente. A Gianfranco Fini ad esempio, che aveva dichiarato di non essersi trovato d’accordo con la sua candidatura, manda a dire: “ma cosa vuole, ormai lo trattano come uno sguattero! E poi in pubblico mi da del fascista, in privato mi invita a pranzo”.

“L’editore Ciarrapico ha giornali importanti a noi non ostili ed è assolutamente importante che questi giornali continuino ad esserlo, visto che tutti i grandi giornali stanno dall’altra parte”. Questa la giustificazione del Cavaliere. Pare piuttosto strana questa versione. Come pare alquanto inverosimile che nel Popolo delle Libertà non abbia considerato che la candidatura dell’editore potesse in seguito creare qualche problema, non fosse altro per i precedenti penali del candidato. Tant’è, si deve vincere. A tutti i costi. Anche cercando di mettere in campo una destra tutta in tricolore Forza Italia che innesca meccanismi concorrenziali con le fila di Alleanza Nazionale. Il risultato è la deriva verso una destra piuttosto estremista che potrebbe caratterizzare sempre più il partito del Cavaliere, nonché la politica italiana intera naturalmente.

Anche la candidatura di Alessandra Mussolini risulta avere lo stesso effetto. Alle polemiche di questi giorni Alessandra Mussolini risponde per le rime: "la polemica su Ciarrapico è strumentale" perché "in Europa della politica italiana non sanno nulla". Va da se che aggiunge di non essere fascista che sarebbe antistorico, tuttavia sostiene con il piglio che la contraddistingue, in una intervista a La Repubblica, "non sono antifascista e mi chiamo Mussolini, orgogliosa del cognome che porto. Sono una donna del nostro tempo, è chiaro o no?".

Il caso Ciarrapico tuttavia rischia di essere messo in ombra da un'altra candidatura “eccellente”: Esteban Juan Caselli. Amico del generali ai tempi della dittatura, andava a braccetto con il potere politico di Menem e dei militari, ambasciatore per il Vaticano tra il ‘97 e il ’99. Un personaggio a dir poco inquietante. La sua carriera finanziaria iniziò grazie alla generosa eredità di Miguel Cardalda, un ufficiale dell’aviazione militare del quale era l’autista. Cacho, questo uno dei soprannomi dell’italo argentino, sarebbe stato coinvolto anche in vicende giudiziarie relative a traffico di armi.

Il candidato per il Popolo della Libertà avrebbe legami con la mafia di Alfredo Yabram, considerato anche uno dei prestanome dell’ex presidente Menem. A sostenere i legami mafiosi del Caselli anche l’ex ministro dell’Economia, l’argentino Domingo Cavallo, che ha accusato pubblicamente Cacho di essere coinvolto nel traffico di armi tra Argentina, Croazia ed Ecuador. Insomma, un personaggio la cui candidatura ha suscitato lo sconcerto di molti, tutti additati dal Caselli come “comunisti”.

Da raccolta di rampanti imprenditori e professionisti, l’ex Casa delle Libertà si connota per la sua deriva a destra, l’anchorman Veltroni sta diventando morbosamente moralista, mentre il centro si affolla attorno a Pier Ferdinando Casini, colui che, a suo dire, nemmeno Berlusconi può comprare. A sinistra invece, tanto per cambiare, ancora niente di nuovo.

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