di Giovanna Pavani

Esiste un grado di importanza nella violenza sessuale? Quand'è che, insomma, uno stupro è "grave" e quando, invece, diventa "meno grave"? Sembra una domanda priva di qualsiasi fondamento, sia sotto il profilo giuridico che, soprattutto, umano. E invece no. La Corte di Cassazione è riuscita a stupire, con effetti tristemente speciali, attraverso una sentenza destinata a lasciare traccia, se non nella giurisprudenza, almeno nella coscienza delle donne. A sorpresa, i giudici del Palazzaccio hanno sancito che è meno grave lo stupro di una minorenne - anche se si tratta di una ragazzina di appena quattordici anni - se la vittima ha già ''avuto rapporti sessuali''. Perché ''é lecito ritenere'' che siano più "lievi" i danni che la violenza sessuale provoca in chi ha già avuto rapporti, con altri uomini, prima dell'incontro con il violentatore. Un'opinione discutibile scritta della Terza sezione penale della Cassazione, i cui componenti pensano -anzi ne sono più che sicuri, visto che hanno accolto quest'interpretazione (sostenuta dall'autore delle stupro) - che sia di più modeste proporzioni l'impatto devastante della violenza sessuale quando a subirlo e' una adolescente non più vergine. Questo perché, spiegano gli "ermellini", ''la sua personalità, dal punto di vista sessuale é ''molto più" sviluppata di quanto ci si può normalmente aspettare da una ragazza della sua età". Insomma, le donne non hanno né cuore né anima. Il loro unico valore, sembra di capire dalle decisioni della Corte è, ancora oggi, l'illibatezza fisica. E se questa non c'è più, allora la "merce" si considera tragicamente "di seconda mano", dunque svalutata su qualsiasi mercato. Anche quello giuridico.

Così, chi violenta una minorenne - come quella del caso affrontato dalla Cassazione - vissuta in un ambiente socialmente degradato e difficile, e della quale abusa essendo per di più il convivente della madre, può ottenere il riconoscimento della ''attenuante'' del ''fatto di minore gravita'', invocato in nome del fatto che la vittima non fosse vergine.

In particolare la Suprema Corte - con la sentenza 6329 - ha accolto il ricorso di Marco T., un quarantenne con un passato di tossicodipendenza, condannato in primo grado dal Tribunale di Cagliari (30 novembre 2001) a tre anni e quattro mesi di reclusione per violenza sessuale e minacce nei confronti della figliastra. La ragazzina aveva acconsentito ad avere un rapporto orale dopo aver rifiutato un ''rapporto completo'', richiestogli con minaccia, ritenendo quello orale ''meno rischioso'' essendo la ragazzina ''consapevole'' dei problemi che il "patrigno" aveva avuto con la droga.

Questo contesto, dicono sempre i giudici, non ''elimina la riprovevolezza della condotta dell'imputato, che in realtà si e' avvalso dello stato di soggezione in cui la giovane vittima si trovava nei suoi confronti". Tuttavia, il fatto che la ragazza, già a partire dall'età di 13 anni avesse avuto numerosi rapporti sessuali con uomini di ogni età e guisa, ha lasciato "liceità al ritenere che già al momento dell'incontro con l'imputato la sua personalità, dal punto di vista sessuale, fosse molto più sviluppata di quanto ci si può normalmente aspettare da una ragazza della sua età''. Insomma: era sì una ragazzina, ma già esperta e, soprattutto, non più vergine, quindi il reato di violenza vale meno: una presa di posizione che fa gelare il sangue nelle vene.

Ma così hanno scritto. Tant'è che i giudici hanno ''accolto'' il motivo di ricorso avanzato dal violentatore che ha chiesto una pena più mite. Il collegio che ha emesso questo "verdetto" e' stato presieduto da Umberto Papadia, il consigliere relatore e' stato Franco Mancini, gli altri togati sono Amedeo Postiglione, Mario Gentile e Giovanni Amoroso. Chissà se qualcuno di loro ha figlie femmine.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy