di Alessandro Iacuelli

La Terza sezione penale della Cassazione ha annullato le sentenze di appello che avevano archiviato lo scorso giugno il caso giudiziario italiano più clamoroso in materia di elettrosmog, quello intentato contro Radio Vaticana. L'emittente d'oltretevere è stata accusata per molti anni per i suoi impianti situati tra Roma e Bracciano, nella zona di Cesano ed Anguillara, un'area che secondo numerosi abitanti, ed anche secondo molte misurazioni effettuate sul territorio, è sottoposta ad inquinamento elettromagnetico provocato proprio dagli impianti, dotati di particolare potenza per quanto riguarda le emissioni di onde elettromagnetiche. La Corte d'Appello di Roma lo scorso giugno aveva assolto padre Pasquale Borgomeo, direttore dell'emittente, e padre Roberto Tucci, presidente del comitato di gestione della Radio Vaticana. Secondo la Cassazione, però, l'assoluzione non è legittima e dunque il caso va riportato alla Corte d'Appello, con l'indicazione della validità dei ricorsi presentati dalle parti civili che si erano costituite, nonché dalla Procura generale di Roma. A latere di questo caso, comunque, procede un altro filone di inchiesta che riguarda l'area di Cesano e La Storta: secondo l'accusa, le emissioni di Radio Vaticana, così come quelle di un impianto della Marina Militare, sarebbero alla base dell'alta incidenza di leucemie letali riscontrate nella zona. Anche in questo secondo caso sono indagati Borgomeo e Tucci insieme ad altri responsabili dell'emittente vaticana. Sotto indagine anche i responsabili degli impianti della Marina tirati in ballo dalle parti civili.

Come risposta, mostrando poco rispetto per la magistratura italiana, Radio Vaticana commenta in modo critico la sentenza della Corte di Cassazione, "Rimandando una valutazione più approfondita della decisione della Suprema Corte alla pubblicazione delle motivazioni della sentenza", si legge in un comunicato diffuso dalla radio, "la Direzione della Radio esprime rincrescimento per questa decisione, che si inserisce all'interno di una vicenda processale lunga e tormentata e che ha visto l'Emittente pontificia oggetto di accuse ingiuste". "La Radio Vaticana", si legge ancora, "si propone comunque di far valere le proprie ragioni nelle prossime fasi del giudizio, tramite i propri difensori. Dal 2001, poi, in seguito all'accordo con il Governo italiano, Radio Vaticana rispetta attentamente i limiti previsti dalla sopravvenuta legislazione italiana, come dimostrano le misurazioni svolte dalle istituzioni pubbliche italiane più competenti e attrezzate in materia". Questo nonostante la radio si senta anche nei citofoni.

Ora dovrà celebrarsi l'appello bis. I due prelati, in primo grado, erano stati condannati a 10 giorni di arresto perché le emissioni delle onde elettromagnetiche degli impianti trasmittenti erano state equiparate a quelle del "getto pericoloso di cose", un reato previsto dal nostro Codice penale, a differenza dell'emissione elettromagnetica pericolosa, che non esiste come reato. Poi l'assoluzione al primo processo d'appello, ed ora la questione si riapre. Certamente anche nel nuovo processo il Vaticano rivendicherà l'extraterritorialità dei suoi empianti di emissione, al fine di continuare a godere dell'immunità su tutto ciò che fa.

Se vi fosse anche solo un minimo dubbio, sulla nocività delle emissioni elettromagnetiche, allora per principio di cautela dovrebbe essere un obbligo morale eliminare la fonte di pericoli. Nonostante questo, il Vaticano insiste, e probabilmente il contenzioso durerà nel tempo, ancora per molto. Inoltre, alla luce di studi e test scientifici recenti, si sta dimostrando sempre di più come l'elettrosmog sia veramente nocivo per la salute.

La soluzione semplice sarebbe spostare i tralicci con i ripetitori in un'altra località, più lontana dalle zone abitate, ma sarebbe un'operazione dai costi non indifferenti. Anche se sarebbe ripagata in serenità con la popolazione, la Chiesa non ci sta, e per un interesse di bottega, per un risparmio economico, continua a mantenere le proprie posizioni, comportandosi quindi più da azienda che da istituzione religiosa, istituzione che spesso anche in modo invadente si batte per la vita e contro l'aborto, ma fa finta di nulla davanti a statistiche che dimostrano come i casi di leucemia intorno alle vaticana siano molto superiori alla media.

Tra gli abitanti di Cesano, nascono nuove speranze dopo la sentenza della Cassazione. La gente chiede giustizia, ma una giustizia fatta non a parole dai pulpiti delle chiese ma attraverso sentenze nei tribunali italiani.

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