di Rosa Ana De Santis

Roma, secondo le stime e i numeri dell’indagine sulla presenza delle chiese e dei luoghi di culto di diversa confessione, pubblicata sulla Guida 2014 Caritas Migrantes, non è più fortezza blindata del cattolicesimo. Roma è una città in trasformazione che pur nel caos di laceranti contraddizioni mostra di essere proiettata al futuro.

Sono specialmente i quartieri periferici della Capitale a documentarlo con l’integrazione, spesso complicata, conflittuale, magari contigua con la criminalità, ma certamente in atto e ormai legatissima al tessuto urbano di una Roma di una volta che non c’è già più.

La presenza degli immigrati ha stravolto completamente il canone storico e tradizionale della Roma papalina. Non solo quindi nei condomini, nelle strade, nei mercati, ma anche nei luoghi della preghiera, dei riti e delle cerimonie. I cristiani sono i due terzi del totale e i cattolici precedono di pochissimo gli ortodossi. Le chiese protestanti hanno una buona rappresentanza, i musulmani rappresentano il 20% del totale Segue una quota minoritaria di induisti, buddisti e altri culti orientali. Gli ebrei raggiungono una comunità di mille persone, mentre i riti africani arrivano a tremila.

Nella Guida sono anche censiti i luoghi di culto, sia di Roma che del territorio regionale e per quanto la predominanza sia quella dei luoghi di culto cattolico (eccezion fatta sulla provincia dove quelli ortodossi sono 28 e 22 quelli cattolici), anche le altre confessioni hanno una buona rappresentanza.

La mappa dei luoghi religiosi dei diversi culti, corredata di contatti e ogni riferimento utile, nasce non soltanto come esigenza di fotografare le novità della Capitale, ma anche di fornire agli stranieri e immigrati riferimenti che sono significativi e utili per un processo di integrazione pacifico e reale. La religione in tal senso rappresenta un elemento molto importante, soprattutto perché per moltissime popolazioni pervade aspetti culturali e tradizionali molto più di quanto accada nel contesto europeo e occidentale.

Non sono infatti soltanto i servizi e le forme di assistenza ad assecondare un processo multiculturale, ma soprattutto il riconoscimento e il rispetto della vita dello straniero nella sua globalità che è fatta anche di usi e costumi, fede e ritualità spirituale.

In questo senso la Chiesa cattolica mostra, come fu ai tempi dell’edificazione della moschea romana, un’apertura molto importante e una felice coerenza con la catechesi che Papa Francesco porta avanti annunciando con chiarezza, come mai in passato, come la verità assoluta non sia appannaggio della Chiesa di Roma. Un’assoluta novità teologica, tanto più rivoluzionaria se si pensa che viene dalla mente di un religioso gesuita.

Papa Francesco è senza dubbio un testimone efficacissimo di laicità che parallelamente e nello stesso tempo oltre a valorizzare le fedi non cattoliche sta riuscendo a spiritualizzare la Chiesa di Roma come mai accaduto. Può darsi che questa laicizzazione porterà effetti benefici anche su questioni morali e bioetiche che finora in Italia sono rimaste sotto l’oscurantismo di una morale cattolica, come se tutti gli italiani fossero geneticamente legati alla Chiesa di Roma. Il sondaggio pubblicato online dice molto e lascia ben sperare.

E’ altamente simbolico che sia proprio il cuore dello Stato Vaticano ad accogliere nuove chiese con numeri in crescita e nuove facoltà teologiche di diverse Università religiose. Ma la sorpresa non è poi così assoluta se si ragiona sulle mille identità della Caput mundi. Sul passaggio da Roma dell’Impero  a Roma dei martiri e delle catacombe. La contraddizione è il vero dna di questa città stato, la sua decadente bellezza e la difficoltà di governarla. Un monito per chi pensa di farne una metropoli europea o un sistema di efficientismo nordico.

Roma si lascia invadere, arrendevole e seduttiva come nell’ultima pellicola di Sorrentino “La grande bellezza” che ritrae i decaduti fasti di un Impero. Quello che vive la città è una sorta di multiculturalismo “involontario e passivo” che fa di Roma una città difficile, invasa eppure sempre lontana dal passato. Quello che pure brilla sotto gli occhi dei turisti. L’ennesima struggente contraddizione.

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