Chi presenta domanda d’asilo in Italia e viene trasferito nel territorio di competenza della sottosezione della Commissione territoriale di Siracusa1/Caltanissetta, ottiene una decisione positiva nel 64 per cento dei casi. Se però la stessa viene depositata nel territorio di competenza della Commissione di Siracusa, a una manciata di chilometri di distanza, le possibilità di ricevere una forma di protezione o permesso scendono al 35 per cento.

 

 

Il dato conferma che il sistema di accoglienza (si fa per dire) italiano dei rifugiati è guidato da un approccio emergenziale e l’ingresso nei settemila centri preposti è del tutto casuale. Concessioni arbitrarie che determinano non solo le condizioni di vita dei migranti in fase di prima accoglienza ma anche il loro destino.

I Centri di Accoglienza Straordinari (CAS), ai quali è affidata la gestione del 78 per cento delle presenze, sono caratterizzati, però, da profonde storture.

 

Sebbene la loro istituzione ebbe origine per rispondere a una logica emergenziale e perciò pensata per una soluzione provvisoria, la tempistica di permanenza è diventata lunga; manca un efficace sistema di controllo e monitoraggio, i capitolati sono inadeguati e le convenzioni a singhiozzo. Per questo l’accoglienza cambia moltissimo a seconda del gestore del centro così come la qualità dei servizi offerti, in base anche alla tipologia di struttura e alla regione.

 

Alcuni CAS offrono attività di integrazione e assistenza legale per la preparazione al colloquio con la Commissione di valutazione della richiesta di protezione internazionale, altri si limitano a dare cibo e alloggio. Così, a seconda dei territori, una richiesta d’asilo respinta può dare adito a un doppio esito: o alla presentazione di un ricorso con possibilità di successo oppure portare il richiedente a vivere senza documenti e nell’illegalità.

 

La mancanza di strumenti uniformi di disciplina e l’informalità nei progetti di accoglienza fanno dei CAS un mondo estremamente eterogeneo e per nulla sistematico. Anche perché mancano i requisiti di esperienza dei soggetti gestori: spesso poco qualificati, restituiscono un sistema con poche buone pratiche sporadiche e confinate, tesi, come sono, a fornire risposte di natura quantitativa finalizzate all’aumento dei posti di accoglienza disponibili senza un disegno complessivo (orientato all’integrazione).

 

Che rende immobili e disorientati gli immigrati con la conseguenza di allungamento dei tempi dell’accoglienza ‘temporanea’ che si protrae per anni e che aumenta la loro vulnerabilità. E genera esclusione perché manca una politica adeguata di uscita dal sistema: “Ad ogni passo del percorso – si legge nel briefing “La lotteria Italia dell’accoglienza”, redatto da Oxfam – vi sono diverse ‘lotterie’ che determinano in modo importante, anche se casuale, il destino e la vita delle persone che le attraversano”.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy