Tra fake news e accanimento mediatico sull’invasione dei migranti (definiti, per giunta, portatori di malattie), i media hanno dimenticato di riportare notizie sulle gravi crisi umanitarie che, sebbene dall’altra parte del mondo, hanno segnato l’anno appena trascorso. Sono dieci quelle più sottovalutate e passate in sordina fra alluvioni, conflitti interni e repressioni.

 

 

All’ultimo posto - e quindi inversamente più interessante rispetto al primo - della classifica stilata da Care International e riportata nel dossier “Soffrire nel silenzio, la violenta alluvione che ha colpito il Perù” e che, è bene ricordarlo, ha causato oltre centocinquanta morti e tre miliardi di dollari di danni.

 

Al nono posto, la piaga della fame nella Repubblica Centrafricana, controllata per il 70 per cento da gruppi armati, dove più della metà della popolazione è alla ricerca disperata di cibo, un milione di persone sono sfollate e cinquecentomila hanno cercato riparo nei paesi limitrofi, già poveri e in difficoltà.

 

Segue la regione del lago del Ciad: otto anni di conflitto legati alla presenza di Boko Haram hanno paralizzato ampie zone del bacino, minacciando la sopravvivenza della metà della popolazione (mezzo milione sono bambini gravemente malnutriti). C’è il Vietnam, al settimo posto, colpito dal tifone Doksuri che, sebbene se ne sappia poco, è considerata la più potente tempesta dell’ultimo decennio: fra morti e feriti, quattro persone sono scomparse.

 

Intrappolato in un circolo vizioso di dipendenza dagli aiuti umanitari e malnutrizione, il sesto posto spetta al Mali: sebbene siano trascorsi cinque anni dalla fine del conflitto nel nord del paese, persiste l’instabilità e la ripresa è stagnante. Non la aiuta, certamente, la ripresa degli scontri tra gruppi armati nel 2017, che hanno ridotto il Mali a una dipendenza totale dall’assistenza umanitaria.

 

Al contrario di una hit parade, dal quinto posto in su, le crisi sono ancora meno coperte dai media: quella della Repubblica Democratica del Congo, invasa da malattie epidemiche – colera, morbillo e malaria – e flagellata da un aumento vertiginoso dell’inflazione. Del Sudan, che lotta da oltre dieci anni con la guerra, è più raccontata la povertà cronica e la cronica siccità. La crisi del Burundi entra nel quarto anno – disordini politici e persistenti violazioni dei diritti umani – e occupa solo il terzo posto.

 

L’Eritrea, al secondo, non ha fatto quasi mai notizia, a causa della strenua limitazione all’ingresso delle organizzazioni umanitarie nel paese. Svetta tristemente al primo posto, la Repubblica Democratica Popolare di Corea, nota e chiacchierata per le tensioni nucleari, poco si sa circa la sua situazione umanitaria: due coreani su cinque sono denutriti anche in seguito alla pesante siccità che ha interrotto le attività agricole e danneggiato le colture già esistenti.

 

E pensare che è proprio in questi paesi, lontani dalle telecamere e dai microfoni di tutto il mondo, soprattutto per la mancanza di libertà di stampa, che l’attenzione mediatica sarebbe più che mai utile: giocando, i mezzi di informazione, un ruolo determinante nell’attrarre l’opinione pubblica, potrebbero muovere la raccolta di fondi (da donare) per gli aiuti umanitari ai paesi trascurati. Non solo dai media.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy