Da gennaio a settembre 2018, ne hanno beneficiato trecentosettantanove mila nuclei famigliari. Cioè più di un milione di persone. A fare i conti sui percettori del beneficio economico erogato dallo Stato ai nuclei familiari indigenti - comunemente chiamato REI - è l’Osservatorio statistico sul Reddito di Inclusione dell’INPS, proprio nel momento in cui l’attuale governo è in piena battaglia sulla futura legge di bilancio che vorrebbe introdurre il reddito di cittadinanza, superando quello di inclusione, messo a punto dal governo Gentiloni.

 

 

Duecentottantamila sono i nuclei familiari con minori, che rappresentano il 55 per cento del totale dei beneficiari, sessantanovemila le famiglie con disabili, quasi tutte costituite da un solo componente. Nel periodo considerato, la maggior parte del sussidio viene erogato nelle regioni del Sud e il 47 per cento delle famiglie risiede in due sole regioni: Campania e Sicilia, seguite da Lazio, Calabria, Lombardia e Puglia (con il 28 per cento dei nuclei).

 

Sempre in Sicilia, Campania e Calabria si registra il più alto tasso di inclusione del reddito in questione mentre i valori più bassi sono rilevati in Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige. Dove, parimenti alle restanti regioni settentrionali, i dati evidenziano un’incidenza del 30 per cento dei nuclei extracomunitari che percepiscono il REI che, nel resto dello Stivale, hanno un’incidenza pari al 10 per cento.

 

Dei trecentocinque euro (medi) mensili, alle regioni del Mezzogiorno va un beneficio maggiore che a quelle del Nord e del Centro, con un range che si stringe a duecentotrentanove euro per i beneficiari della Valle d’Aosta e si allarga a trecentotrentasei euro per gli abitanti della Campania. In conseguenza del carattere di universalità assunto dalla misura in seguito - dopo il primo luglio scorso - all’abrogazione dei requisiti familiari necessari ai fini della concessione del sussidio (presenza di un minorenne, di una persona disabile, di una donna in gravidanza e di un disoccupato ultracinquantenne), a luglio si è registrato un incremento del 76 per cento di nuovi nuclei beneficiari del REI rispetto a giugno, di cui il 43 per cento è imputabile a quelli senza il possesso dei suddetti requisiti.

 

Ma all’aumentare del flusso dei beneficiari, l’importo mensile, in agosto, varia sensibilmente, calando sotto la soglia dei trecento euro e passando dai centodiciasette per i nuclei composti da un solo membro ai quattrocentotrentatre per quelli con sei o più componenti.

 

E se il sostegno economico ha mosso i primi passi, le misure integrative associate al REI stentano a camminare: i percorsi di inclusione professionale, infatti, sono partiti per poche centinaia di persone. Per due motivi essenziali: primo, un’ampia parte dei beneficiari non può essere reinserita nel mondo del lavoro a causa dell’età elevata o per particolari situazioni di fragilità (soprattutto psichiche). Due, per la reale carenza di offerte di lavoro che mette in seria difficoltà i Centri per l’Impiego, deputati all’incontro fra domanda e offerta di lavoro, nell’ottica di politiche attive e non assistenziali.

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