Madri alla sbarra. E’ uno dei titoli più suggestivi del libro d’inchiesta ‘Senza Madre. Storie di figli sottratti dallo Stato’ (edito dal gruppo Dire - Edizioni scientifiche Magi) che ha visto dieci giornaliste mettersi insieme per una coraggiosa inchiesta che denuncia la violenza istituzionale contro le madri e i loro figli.

 

Clelia Delponte, Franca Giansoldati, Flavia Landolfi, Silvia Mari, Assuntina Morresi, Monica Ricci Sangertini, Nadia Somma, Paola Tavella, Emanuela Valente, Livia Zancaner, sono le autrici di un libro che si compone di 167 pagine suddivise in dieci capitoli con la prefazione della Sostituta Procuratrice Francesca Cerroni e la postfazione della scrittrice Monica Lanfranco. Pagine che passano in rassegna la cronaca di vicende giudiziarie seguite dalle autrici che hanno analizzato le storture, le contraddizioni, gli interessi economici e i conflitti d’interesse che alimentano la macchina delle norme sul diritto di famiglia, la bigenitorialità a tutti i costi, l’operato dei servizi sociali e dei Tribunali quando una donna denuncia il padre dei suoi figli come uomo violento e decide di separarsi.

Il paradosso che emerge, dal sapore kafkiano, è che chi chiede aiuto, donne e bambini, si ritrova a vivere in una spirale vessatoria di processi e perizie in cui la donna principalmente, come genitore accudente e protettivo, vede pian piano minata se non tolta ufficialmente l’autorità genitoriale sui propri figli. I quali vengono obbligatoriamente costretti a vedere il padre maltrattante senza alcuna tutela o ad essere rinchiusi in una casa famiglia, dove un accurato reset psicologico li costringerà a instaurare per forza un rapporto con il genitore di cui hanno paura. Bibbiano è solo la punta dell’iceberg di atroci sofferenze a cui sono sottoposti i bambini nelle case famiglia fantasma di cui poco o nulla si sa e si riesce a monitorare e dove finiscono dopo prelevamenti forzosi in cui vengono trattati come detenuti.

A rendere possibile questo sistema è il ruolo esorbitante che nei tribunali hanno gli psicologi adepti della teoria dell’alienazione parentale, smentita in tutte le sedi scientifiche e istituzionali eppure sempre viva. Non sarebbe la violenza subita o assistita ad allontanare un bambino dal padre violento ma, secondo questi specialisti della mente, il potere manipolatorio delle madri. Le autrici nel libro denunciano l’uso delle perizie e il potere immenso delle CTU (consulenze tecniche d’ufficio), lautamente pagate dai cittadini, alle quali spesso il giudice si adegua in modo incondizionato ricorrendo quasi mai all’ascolto diretto del minore, strumento svilito e sotto utilizzato.

In nome di un’errata interpretazione della legge sulla bigenitorialità i bambini vengono quindi consegnati nelle mani di quei padri che poi diventano magari i loro carnefici. Tragiche e dolorose le pagine dedicate ai figlicidi, come il piccolo Federico Barakat massacrato dal padre durante un incontro protetto che poi protetto non era affatto, con l’operatore sociale fuori dalla porta.

La madre, Antonella Penati, vanamente aveva denunciato l’uomo e chiesto aiuto alle istituzioni sentendo minacciata se stessa e l’incolumità del proprio bambino. Il diritto di quell’uomo prevalse sulla vita del piccolo Federico. Accadde lo stesso alla piccola Gloria Danho, ai fratelli Iacovone o ancora al piccolo Daniele Paitoni, accoltellato a morte e messo in un armadio. Anche quella madre era stata obbligata dal tribunale a portare il figlio dal padre, addirittura in incontri liberi nonostante i precedenti giudiziari dell’uomo.

Perché questa macchina infernale sui bambini non si ferma nemmeno quando questi padri sono rinviati a giudizio o condannati in primo grado, nemmeno quando sono sospettati di abusi sessuali. E quel che è più orribile è che il sistema della giustizia minorile, anche di fronte ai figlicidi, non ha messo in atto alcuna strategia di cambiamento per scongiurare che queste, tante, tragedie si ripetano ancora.

‘Senza Madre’ sarà presentato in Senato il prossimo 9 febbraio alla presenza della Viceministra Maria Teresa Bellucci e della senatrice Valeria Valente, già presidente della Commissione d’inchiesta sul Femminicidio che ha promosso un’indagine inedita su questo ambito del potere giudiziario. Sarà presente anche la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella. L’8 marzo invece il libro arriverà alla Camera dei Deputati.

Nelle trame di queste vicende, di cui Laura Massaro, mamma accusata di alienazione parentale che dopo 10 anni di calvario ha vinto in Cassazione ed è diventata icona, si nasconde - questa la denuncia delle giornaliste - una messa sotto accusa del materno, resa possibile grazie a una narrazione distorta dell’emancipazione delle donne che nel tempo ha preso sempre più piede a discapito del potere della maternità insito nel femminile, finito in ombra come qualcosa di antico e spesso letto solo in una chiave politica-sociale, non più generativa.

Le autrici nel loro lavoro di cronaca hanno attinto anche da poesia e letteratura fino a restituire al lettore un messaggio culturale che sembra annebbiato nella contemporaneità: c’è un linguaggio di amore, accudimento, difesa del privato e della libertà tipico del femminile, ancorato al potere del materno e aldilà della pura biologia, che rappresenta una minaccia per lo Stato che ricorre alla forza del diritto e della ‘pena’ per preservare la propria tirannia sul privato e sugli affetti, presumendo di poter stabilire con forze dell’ordine e perizie mediche cosa sia la maternità e pensando così di poterla normare, controllare ed eguagliare alla paternità.

E’ una coercizione imposta dal potere maschile sotto le sembianze della neutra giustizia e delle toghe, che non sopporta il potere ‘anarchico’ delle madri capaci di amare i figli sopra ogni cosa e di sfidare in nome di questo il potere del re. Come il simbolo mitico di Antigone ben ha rappresentato. Come hanno fatto e fanno tutte le mamme raccontate in questo libro le cui testimonianze grondano lacrime ma al tempo stesso tracciano un preciso sentiero di rivoluzione, di resa dei conti e di coraggio. Per i loro figli, e per tutti i figli.

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