Il pugno di ferro del Piano Ruanda

di redazione

Dopo due anni di ostruzionismo da parte della Camera dei Lord, il governo conservatore britannico ha alla fine incassato l’approvazione definitiva della legge che consente di deportare immigrati e richiedenti asilo in Ruanda. La “Safety of Rwanda (Asylum and Immigration) Bill” ha chiuso il suo percorso al parlamento di Londra poco dopo la mezzanotte di lunedì. Il provvedimento, introdotto...
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Gaza, terremoto nei campus

di Mario Lombardo

Le proteste degli studenti americani contro il genocidio palestinese a Gaza si stanno rapidamente diffondendo in molti campus universitari del paese nonostante le minacce dei politici e la repressione delle forze di polizia. Alla Columbia University di New York è in atto in particolare un’occupazione pacifica di alcuni spazi all’esterno dell’ateneo e nella giornata di lunedì i manifestanti hanno ottenuto l’appoggio dei docenti, i quali hanno sospeso le lezioni per protestare a loro volta contro l’arresto di oltre cento studenti nei giorni scorsi. Esponenti del Partito Democratico e di quello Repubblicano, così come il presidente Biden, hanno denunciato la mobilitazione, rispolverando le solite accuse di antisemitismo e a...
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di Emanuela Pessina

BERLINO. Che la Cancelliera tedesca Angela Merkel (CDU) non sia più una convinta europeista, ormai è fuor di dubbio. Eppure, all’alba del vertice Ue che si terrà a Bruxelles in questi giorni, sembra lanciare messaggi alquanto rassicuranti: il meccanismo di salvataggio europeo che dovrà sostituire l'attuale fondo salva-stati alla scadenza del 2013 sarà approvato, ha sottolineato la Merkel; e, nonostante i timori di contagio della crisi del debito in Europa, nessun Paese europeo sarà lasciato solo. Un atteggiamento, quello della Merkel, che esprime tutta la difficoltà di un Paese, la Germania, combattuto tra il bisogno di Europa e le esigenze esclusive di un’economia sempre più sicura di sé.

Il premier lussemburghese Jean-Claude Juncker stesso, l’attuale Presidente dell’Eurogruppo, ha accusato recentemente la Cancelliera tedesca di “comportamento antieuropeo” e “pensiero sempliciotto”. Berlino aveva sostenuto la necessità di un maggiore rigore nella questione economica: sì agli aiuti per Stati europei al verde, ma con condizioni ben precise e più severe e, soprattutto, senza Eurobond. La sua rigidezza ha provocato l’indignazione della maggior parte d’Europa: le critiche interne, tuttavia, andavano a toccare punti diversi.

L’autorevole settimanale di sinistra Der Spiegel, ad esempio, ha focalizzato l’attenzione sui limiti interni della corsa solitaria della Merkel. Che la Germania non voglia pagare per tutti in Europa è comprensibile, ma ciò non le dà il diritto di comportarsi come il “castigamatti” di turno. Secondo Der Spiegel, tra l’altro, il progetto della Merkel è già fallito, perché ciò che verrà discusso a Bruxelles, qualsiasi sia il risultato finale, sarà ben lontano dalle proposte originarie di Berlino.

In particolare, Der Spiegel ha attribuito l’insuccesso dellla Cancelliera a due fattori: da una parte c’è l’evidente disaccordo tra la Merkel e il suo ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble (CDU), che mandano segnali diversi a Bruxelles; dall’altra la troppa fiducia del Governo tedesco nell’appoggio della Francia. Perché la Francia, secondo Der Spiegel, fa il proprio interesse, senza troppa considerazione per il partner tedesco, mentre la Germania vi cerca un sostegno fondamentale contro gli degli altri Stati europei.

In effetti, Angela Merkel ha trovato il sostegno del Presidente francese Nicolas Sarkozy e i due capi di Stato si presenteranno al Consiglio europeo con un’intesa abbastanza solida. In un vertice franco-tedesco, conclusosi la settimana scorsa a Friburgo, nel sud della Germania, i due capi di Stato di sono accordati per la creazione di un meccanismo europeo di stabilità (European Stability Mechanism) senza Eurobond e alla luce di una maggiore coerenza nella politica economica dei Paesi. Berlino e Parigi sono intransigenti: gli Eurobond contribuirebbero solo a deresponsabilizzare i paesi di Eurolandia, mentre l’obiettivo finale deve essere esattamente il contrario.

Ancora critiche, seppur di diversa natura, arrivano ad Angela Merkel dall’autorevole quotidiano conservator-liberale Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ). Il FAZ si chiede sarcasticamente se la Cancelliera riuscirà, almeno per questo Congresso, a mantenersi salda nei suoi principi. Secondo il giornale, infatti, la Cancelliera ha sostenuto finora un maggior rigore per il patto di stabilità soltanto a Berlino e non ha portato avanti le sue idee in sede europea.

L’esempio più recente? A ottobre, quando la Merkel predicava in patria la necessità di far partecipare i privati ai debiti degli Stati insolventi. Dal vertice europeo, la Cancelliera è tornata con un’estensione del pacchetto di aiuti a tempo indeterminato, un pacchetto prima limitato a tre anni. Per il FAZ, quindi, una Cancelliera poco ferma.

Sottolineando la sfiducia generale del popolo tedesco nell’euro, il FAZ non si è lasciato sfuggire l’occasione per silurare anche gli Eurobond. Una eventuale emissione di Eurobond costerebbe ai cittadini tedeschi 17 miliardi di euro in più ogni anno. La stima del quotidiano conservatore tedesco si basa sulle previsioni di aumento dei tassi d’interesse per il finanziamento del debito, che attualmente raggiungono il 3.31% per la zona euro e l’'1.73% per i titoli tedeschi. Secondo i documenti del FAZ, anche la Cancelliera tedesca Angela Merkel condividerebbe queste informazioni.

Ma il Governo tedesco ha già provveduto a prendere le distanze da tali esasperazioni: al portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, il compito di smentire le indiscrezioni di stampa del FAZ. "La Cancelliera Angela Merkel non va a Bruxelles con i dati nella valigia", ha affermato Seibert. La Germania è contraria alla proposta di utilizzare gli Eurobond emessi da un'eventuale agenzia del debito europea per far fronte alla crisi dell'economia, rilanciata la scorsa settimana dal presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker, e dal ministro dell'Economia e delle Finanze italiano, Giulio Tremonti, perché eliminerebbe le variazioni dei tassi di interesse, ma ciò non significa che il Governo abbia già tirato le sue conclusioni.

Tra l’altro, le ultime previsioni della Deutsche Bundesbank, la Banca federale tedesca, hanno mostrato una Germania economicamente più forte di quanto ci si aspettasse prima della crisi. Nel suo bollettino di dicembre, la Bundesbank ha pronosticato per l’anno in corso una crescita del Prodotto interno lordo (Pil) pari al 3.6%, un risultato trainato in particolare dalle esportazioni e dall’aumento dei consumi. Le previsioni per il 2011 salgono di un ulteriore 2%. Almeno la crescita tedesca, quindi, non rappresenta un dilemma.

 

 

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