Cuba e terrorismo, la logica inversa

di Fabrizio Casari

Uno degli innumerevoli arbitri che il governo USA commette, è quello, proprio della sua ossessione, di accusare Cuba di sostenere il terrorismo. Si potrà osservare che l'accusa ricorre contro tutti i Paesi che non sono suoi vassalli ma, nel caso di Cuba, l'affronto è ancor maggiore. Accusare Cuba di essere patrocinatore del terrorismo è un paradosso nero, un insulto alla logica, uno sfregio...
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La Palestina e l’accordo cinese

di Michele Paris

Mentre il premier israeliano Netanyahu atterrava a Washington per incontrare i complici del genocidio, nella capitale cinese è stato annunciato un accordo potenzialmente decisivo tra le varie fazioni che rappresentano la popolazione palestinese. A mediarlo è stato il governo di Pechino, confermando il ruolo sempre più importante della Repubblica Popolare nello sforzo di stabilizzare la regione mediorientale. Nel concreto, l’evento andato in scena in Cina difficilmente produrrà risultati nel breve periodo, ma rappresenta senza dubbio l’emergere di una nuova piattaforma unitaria attorno alla quale i movimenti palestinesi – tradizionalmente attraversati da profonde divisioni – potranno coordinare una strategia contro...
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di Carlo Musilli

Chi è Dbrs? Il nome dice poco alla maggior parte degli italiani, ma per il nostro Paese ha una certa importanza. Si tratta di un’agenzia di raintg canadese, la quarta al mondo dopo la trinità di S&P-Moody’s-Fitch, e sabato scorso ha abbassato il giudizio sull’Italia da “A-low” a “BBB-high”. In questo modo abbiamo perso anche l’ultima A sulla pagella del nostro debito pubblico, visto che le altre tre sorelle ci avevano già da tempo retrocesso in Serie B.

In pochi perderanno il sonno per il rammarico di questo downgrade, benché comporti almeno una conseguenza di rilievo. La questione è tecnica. Quando le banche chiedono liquidità alla Bce possono dare in garanzia i titoli di Stato, che però non sono tutti uguali.

L’Eurotower attribuisce loro un valore prendendo come riferimento il rating più alto fra quelli emessi dalle quattro principali agenzie. Perciò, ora che l’Italia non ha più nemmeno una A, i Bot e i Btp valgono meno agli occhi della Bce e le banche, per ottenere denaro, dovranno dare in pegno garanzie più costose.

Non è una tragedia, affatto. Almeno per tre motivi. Primo: i problemi delle banche non hanno nulla a che vedere con la liquidità, che è perfino troppa. Secondo: i titoli di Stato italiani sono solo una voce nella lunga lista di strumenti finanziari accettati come garanzia dalla Bce. Terzo: sui mercati l’Italia è già percepita da anni come un paese di categoria B e il giudizio di Dbrs non sconvolge nessuno.

Ora, piuttosto che prestare orecchio alla lezioncina dei canadesi – che hanno motivato la loro decisione parlando di “incertezza politica” e “debolezza del sistema bancario”, sai che novità – vale la pena di porsi un paio d’interrogativi: chi sono e che lavoro svolgono le agenzie di rating? Su quale pulpito siedono mentre ci deliziano con i loro voti da abecedario?

Per rispondere a queste domande basta ricordare in che modo è nata la truffa del secolo, quella dei mutui subprime, da cui nel 2008 è esplosa la crisi finanziaria che ha colpito mezzo mondo (trasformandosi poi nella crisi dei debiti sovrani europei). E, nemmeno a farlo apposta, sempre lo scorso fine settimana Moody’s ha patteggiato con le autorità americane una multa da 864 milioni di dollari. Non sono stati condannati: hanno accettato di pagarla per evitare guai peggiori. Del resto, per le stesse colpe un anno fa Standard & Poor’s fu costretta a sborsare un miliardo e mezzo.

Il loro peccato originale è noto: un gigantesco conflitto d'interessi. Le agenzie di rating dovrebbero valutare l'affidabilità e il valore dei titoli, un compito diventato sempre più importante con il progressivo scollamento della finanza dall’economia reale (certi derivati sono talmente complessi e rarefatti che quasi nessuno è in grado di comprenderli con le proprie forze). Il servizio, in teoria, è a favore degli investitori, peccato che le agenzie vengano pagate dalle banche. Ossia da chi emette i titoli, non da chi li compra.

Risultato: le banche di Wall Street producevano e vendevano titoli rischiosissimi legati ai subrime (cioè mutui che non sarebbero stati ripagati), mentre Standard & Poor's, Moody's e Fitch fregiavano quegli stessi titoli della tanto celebrata tripla A, il giudizio di affidabilità più alto in assoluto. Le banche innescavano la bomba e le agenzie di rating la camuffavano da pacco regalo.

Moody’s ha riconosciuto queste colpe solo in parte e oggi se la cava con una multa che può sembrare salata, ma che in realtà rappresenta appena un terzo dei 2,5 miliardi di dollari guadagnati dall'agenzia negli anni prima della crisi. E noi, che da quella crisi non ci siamo più ripresi, come suprema beffa dobbiamo continuare a sorbirci le analisi delle agenzie di rating, i loro consigli. Le loro A e le loro B.

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Il terrorismo contro Cuba
a cura di:
Fabrizio Casari
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