USA e Cina, il teatro dei dazi

di Michele Paris

Al termine di due giorni di discussioni a Londra, le delegazioni di alto livello di Cina e Stati Uniti avrebbero trovato un accordo sul ripristino del meccanismo di “consenso”, sottoscritto a Ginevra lo scorso mese di maggio, per evitare un’escalation immediata della guerra commerciale tra le prime due potenze economiche del pianeta. Non sembrano esserci però garanzie circa la tenuta...
> Leggi tutto...

IMAGE
IMAGE

USA-Iran, diplomazia al limite

di Mario Lombardo

Quella in corso potrebbe essere una settimana decisiva per le sorti delle trattative attorno a un difficilissimo accordo sul nucleare iraniano. Le posizioni di Washington e Teheran restano distanti sui nodi più importanti della questione, primo fra tutti quello del diritto dell’Iran ad arricchire l’uranio per scopi civili, mentre l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) continua a operare come un’entità politica, assecondando le posizioni di Europa e Israele, con effetti potenzialmente distruttivi sul processo diplomatico in corso. Il governo della Repubblica Islamica, intanto, resta fermo sulle proprie posizioni e ha rivelato di essere venuto in possesso di informazioni riservate sulle dotazioni nucleari militari...
> Leggi tutto...
Il suo nome, in tutti questi anni, è sempre stato associato alla guerra del Vietnam. Fu un convinto sostenitore di quell’avventura militare, ma poi - quando già il massacro era stato attuato - si ricredette. La sua confessione pubblica contro la guerra giunse, infatti, solo nel 1955 quando dalle pagine delle sue memorie definì il conflitto contro il Vietnam: "Sbagliato, decisamente sbagliato".

Ma il McNamara che passa alla storia è anche e soprattutto quello fortemente anticomunista e antisovietico. Svolse, in proposito, un ruolo di spicco nella crisi dei missili sovietici a Cuba nel 1962, presentandosi sull’arena della diplomazia come uno dei fautori della linea più dura. Cultore delle teorie di Von Clausewitz, era convinto che la
guerra fosse sempre politica, anche quando era affidata ai generali. E così il primo tentativo organico di far riguadagnare al Pentagono il pieno controllo del processo di pianificazione della guerra globale (il cosiddetto Siop, Single Integrated Operational Plan), si ebbe proprio per iniziativa di McNamara pur se non riuscì pienamente. Perché le "teste d’uovo" civili inventarono la strategia della risposta flessibile, proprio per sfuggire alla logica dei grandi numeri e dell’attacco preventivo che invece permeava gli alti gradi militari.

La strategia della risposta flessibile venne accettata di malavoglia dai militari e poi sostanzialmente snaturata, tramutandola in uno strumento per ottenere un numero sempre maggiore di armi nucleari strategiche. McNamara, praticamente sconfitto, tentò quindi la via a lui più congeniale del controllo finanziario, riformando da cima a fondo il meccanismo di pianificazione del bilancio della difesa. Cercò così di rivoluzionare il Pentagono. Ma condivise sempre la causa anticomunista statunitense, sostenendo allo stesso tempo che eliminando le cause della sofferenza umana ci sarebbe stato terreno meno fertile per le rivoluzioni socialiste. Figura, quindi, in parte anche contraddittoria.

Nella storia della diplomazia mondiale, il suo nome, resta anche legato al rapporto che ebbe con Mosca nel periodo della crisi dei missili con Cuba. Ora i politologi di Mosca - quelli che ricordano i tempi dell’Urss - gli rendono l’onore delle armi. Lo ricordano come un nemico che parlava a voce alta e che non nascondeva mai i suoi obiettivi, che erano tutti indirizzati a colpire il Cremlino. Lo ricordano come un tecnocrate, targato Harvard, refrattario al sorriso, freddo calcolatore, che però aveva una risposta a tutte le domande.

E quando la polvere della storia andò a coprire l’avventura vietnamita non mancò a McNamara il gusto della critica di se stesso. Disse che "Se i popoli non dimostrano saggezza si scontrano come talpe e si annientano l'un altro". Forse fu un pentimento tardivo oppure una lucida capacità retrospettiva. Certo è che nelle sue memorie ha lasciato questa epigrafe: "Molti non hanno capito il Vietnam e non hanno capito me. Molti pensano che io sia solo un figlio di puttana".
Pin It

Altrenotizie su Facebook

altrenotizie su facebook

 

 

ter2

Il terrorismo contro Cuba
a cura di:
Fabrizio Casari
Sommario articoli

 

Los Angeles, brucia la democrazia

di Michele Paris

Il passaggio sotto il controllo federale della Guardia Nazionale della California e l’impiego di duemila soldati nelle strade di Los Angeles nel fine settimana, per reprime le proteste contro l’intervento della polizia anti-immigrazione, rappresenta l’ultima e finora più grave iniziativa nel quadro del disegno...
> Leggi tutto...

IMAGE

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy