Trump e la bufera Epstein

di Mario Lombardo

Con l’aumentare delle polemiche sul progressivo insabbiamento del caso Jeffrey Epstein da parte dell’amministrazione Trump, un paio di settimane fa l’FBI aveva diffuso pubblicamente un filmato di circa undici ore di videosorveglianza carceraria che mostrava gli ultimi momenti del discusso finanziere prima della sua morte, avvenuta nell'agosto 2019. Invece di mettere fine alle speculazioni,...
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Gaza e l’alibi del genocidio

di Michele Paris

I recenti annunci dei governi di Francia e Regno Unito sul riconoscimento nelle prossime settimane dello stato palestinese non hanno nulla a che vedere con un reale scrupolo per questo popolo né con un impegno autentico per fermare il genocidio in corso a Gaza. Si tratta piuttosto di iniziative ciniche al preciso scopo di nascondere le tracce delle loro responsabilità dirette nella strage quotidiana condotta per mano del regime sionista del primo ministro/criminale di guerra Netanyahu. Il riconoscimento formale di uno stato palestinese non avrà inoltre nessun impatto concreto sugli eventi, come dimostra il fatto che già più di 140 paesi lo hanno fatto finora praticamente senza nessun effetto. La mossa di Macron e Starmer rientra...
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Il suo nome, in tutti questi anni, è sempre stato associato alla guerra del Vietnam. Fu un convinto sostenitore di quell’avventura militare, ma poi - quando già il massacro era stato attuato - si ricredette. La sua confessione pubblica contro la guerra giunse, infatti, solo nel 1955 quando dalle pagine delle sue memorie definì il conflitto contro il Vietnam: "Sbagliato, decisamente sbagliato".

Ma il McNamara che passa alla storia è anche e soprattutto quello fortemente anticomunista e antisovietico. Svolse, in proposito, un ruolo di spicco nella crisi dei missili sovietici a Cuba nel 1962, presentandosi sull’arena della diplomazia come uno dei fautori della linea più dura. Cultore delle teorie di Von Clausewitz, era convinto che la
guerra fosse sempre politica, anche quando era affidata ai generali. E così il primo tentativo organico di far riguadagnare al Pentagono il pieno controllo del processo di pianificazione della guerra globale (il cosiddetto Siop, Single Integrated Operational Plan), si ebbe proprio per iniziativa di McNamara pur se non riuscì pienamente. Perché le "teste d’uovo" civili inventarono la strategia della risposta flessibile, proprio per sfuggire alla logica dei grandi numeri e dell’attacco preventivo che invece permeava gli alti gradi militari.

La strategia della risposta flessibile venne accettata di malavoglia dai militari e poi sostanzialmente snaturata, tramutandola in uno strumento per ottenere un numero sempre maggiore di armi nucleari strategiche. McNamara, praticamente sconfitto, tentò quindi la via a lui più congeniale del controllo finanziario, riformando da cima a fondo il meccanismo di pianificazione del bilancio della difesa. Cercò così di rivoluzionare il Pentagono. Ma condivise sempre la causa anticomunista statunitense, sostenendo allo stesso tempo che eliminando le cause della sofferenza umana ci sarebbe stato terreno meno fertile per le rivoluzioni socialiste. Figura, quindi, in parte anche contraddittoria.

Nella storia della diplomazia mondiale, il suo nome, resta anche legato al rapporto che ebbe con Mosca nel periodo della crisi dei missili con Cuba. Ora i politologi di Mosca - quelli che ricordano i tempi dell’Urss - gli rendono l’onore delle armi. Lo ricordano come un nemico che parlava a voce alta e che non nascondeva mai i suoi obiettivi, che erano tutti indirizzati a colpire il Cremlino. Lo ricordano come un tecnocrate, targato Harvard, refrattario al sorriso, freddo calcolatore, che però aveva una risposta a tutte le domande.

E quando la polvere della storia andò a coprire l’avventura vietnamita non mancò a McNamara il gusto della critica di se stesso. Disse che "Se i popoli non dimostrano saggezza si scontrano come talpe e si annientano l'un altro". Forse fu un pentimento tardivo oppure una lucida capacità retrospettiva. Certo è che nelle sue memorie ha lasciato questa epigrafe: "Molti non hanno capito il Vietnam e non hanno capito me. Molti pensano che io sia solo un figlio di puttana".
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Il terrorismo contro Cuba
a cura di:
Fabrizio Casari
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Dazi USA, suicidio europeo

di Michele Paris

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