Stati Uniti sull’orlo del default

di Fabrizio Casari

Il Congresso statunitense ha approvato in extremis il mega-progetto di legge promosso dal presidente Trump, che prevede tagli fiscali pagati con la sicurezza sociale degli statunitensi. Approvata con 218 voti favorevoli e 214 contrari, la legge aumenta enormemente la spesa pubblica per permettere il più grande banchetto della storia alle grandi aziende sistemiche. Per Trump rappresenta una...
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Iran: sipario sull’AIEA

di Mario Lombardo

La sospensione formale della collaborazione tra Iran e Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) è una delle conseguenze potenzialmente più importanti della recente “Guerra dei 12 giorni” o, più precisamente, dell’aggressione militare illegale di Stati Uniti e Israele contro la Repubblica Islamica. Il governo di Teheran ha preso mercoledì l’unica iniziativa possibile per evitare il ripetersi della situazione che ha portato ai bombardamenti sul territorio iraniano, di fatto favoriti, per quanto riguarda gli obiettivi connessi al programma nucleare, dalle attività della stessa agenzia delle Nazioni Unite. Il parlamento iraniano aveva votato una risoluzione a questo scopo il 25 giugno scorso, un giorno dopo la fine...
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di Alessio Marchetti 

PRAGA. Lavoro, casa, famiglia, salute e ordine: sono queste le parole d'ordine con le quali Viktor Orban, nel maggio dello scorso anno, ha stravinto le elezioni ungheresi a capo del suo partito Fidesz, con quasi il 53%, raggiungendo quindi oltre i due terzi dei consensi. Una vittoria che lui chiama rivoluzione dei due terzi. Attraverso la grande maggioranza parlamentare di cui dispone, Orban sta conducendo uno stile politico di stampo chiaramente nazionalista e populista. Questo stile sta preoccupando in maniera particolare l'Unione Europea, soprattutto in coincidenza col fatto che dal primo Gennaio 2011, l'Ungheria é diventata presidente di turno dell'Unione.

Una delle leggi che ha destato più preoccupazione nelle cancellerie continentali, e in particolare in Germania e Francia, é stata la legge sulla stampa, votata alle camere lo scorso autunno. La legge prevede, infatti, un organo che vigili sulla stampa presieduto da due membri eletti direttamente dalla stessa maggioranza parlamentare del presidente Orban. Quest’organo di vigilanza ha la facoltà di emettere multe fino a 200 milioni di fiorini (quasi 750 mila euro) qualora ravvisasse delle violazioni; può sospendere trasmissioni radio-televisive, chiedere ai giornalisti la rivelazione delle loro fonti, togliere le licenze agli editori “colpevoli” e chiedere inoltre di garantire un “bilanciamento” delle notizie con l'obbligatorietà di un contradditorio (una sorta di par condicio all'ungherese), dando sempre la possibilità di replica a un membro del Governo.

Il ministro delle Comunicazioni ungherese, Zoltan Kovacs, ha cercato goffamente di giustificare la legge, adducendo la scusa che gli “elementi tecnici” presenti nella legge si possono trovare tranquillamente anche in molte leggi sulla stampa di altri paesi europei, facendo l'esempio della Germania, paese nel quale é vietato per legge scrivere articoli di natura anti-semita nei giornali. Dal canto suo, Orban ha poi aggiunto che, in caso l'Unione Europea trovasse che la legge non sia conforme alle legislazioni in vigore in Europa, allora farebbe emendare la legge; allo stesso tempo ha però anche affermato che l'Unione Europea non si dovrebbe comunque intromettere negli affari ungheresi, accusando apertamente Francia e Germania: “Nessuno Stato o Nazione ha il diritto di criticare” ha detto: “Se Bruxelles dovesse continuare a immischiarsi negli affari ungheresi allora sono pronto a combattere... E ciò non sarebbe dannoso solo per l'Ungheria, ma per tutta l'Unione Europea”.

In realtà, la legge sui media non é che solo una delle tante iniziative autoritarie intraprese dal nuovo governo. Orban ha recentemente abolito la Commissione del Fisco, organo indipendente che controlla i budget di spesa statali; ha confiscato i fondi di un sistema pensionistico privato creato per i dipendenti pubblici, usandoli per finanziare il suo piano di tagli; ha letteralmente spogliato la Corte Costituzionale in materia di legislazione economica dopo che la Corte stessa gli aveva respinto una norma che avrebbe introdotto una tassa retroattiva sulle liquidazioni dei lavoratori.

Un altro aspetto che preoccupa non poco la UE, sono gli spettri del passato che Orban richiama continuamente alla memoria. Nel luglio 2010, ad esempio, é passata una legge che stabilisce la festa di Unità Nazionale per il 4 Giugno, giorno che commemora il Trattato di Trianon firmato nel 1920 con il quale si estingueva definitivamente il glorioso impero austro-ungarico. A questo proposito, Orban parla spesso di “tragedia nazionale”, ricordando i trattati di pace che hanno sancito la fine della prima guerra mondiale. Con una nuova legge, ha garantito poi la cittadinanza magiara ad ogni individuo di etnia ungherese che viva nei paesi vicini, scatenando tra l'altro forti proteste in Slovacchia, paese confinante che ha al suo interno una minoranze ungherese (10% sul totale della popolazione slovacca) molto forte e nostalgica.

L'impatto del comportamento del primo ministro ungherese sull'Unione Europea, preoccupa molto la cancelleria tedesca. La Merkel ha più volte richiamato l'attenzione degli altri Stati dell'Unione sull'attività del governo ungherese e la legge sui media non é stata che l'ultima goccia di un vaso da mesi traboccante. La Cancelliera tedesca ha più volte affermato la necessità di non sottovalutare certi comportamenti autoritari di Stati membri, onde prevenire che certi virus possano attaccare anche altri paesi UE.

Quello del primo ministro ungherese, é un approccio autoritario, sciovinista e nazionalista, anche se possiamo comunque affermare che Orban non é un fascista o un razzista della destra ultraconservatrice. Gli analisti politici ungheresi sono infatti d'accordo nell'affermare che la politica di Orban ha avuto, se non altro, l'effetto benefico di limitare notevolmente l'influenza del partito di estrema destra Jobbik, che raccoglieva molti voti tra gli skin-heads, fino quasi a farlo sparire dalla scena politica.

Il governo Orban negli ultimi mesi ha portato a termine la ri-nazionalizzazione di diverse aziende che erano di proprietà statale sotto il regime comunista; ha imposto tasse corporative piuttosto elevate alle molte multinazionali straniere presenti in Ungheria, le quali, sfruttando il basso costo della manodopera locale, danno comunque lavoro a centinaia di migliaia di persone, soprattutto a Budapest nel settore terziario. Ha infine messo a punto delle rischiose strategie fiscali per la ripresa economica del paese, che molto sta soffrendo la crisi degli ultimi due anni, in modo da “tenere lontano il Fondo Monetario Internazionale dagli interessi ungheresi”.

Alla luce di tutti gli aspetti descritti sopra, alcuni analisti politici americani ed europei hanno parlato di Putinizzazione del'Ungheria. In effetti, le politiche di nazionalizzazione, l'attività censoria sulla stampa e il forte stampo nazionalista, possono anche disegnare un parallelo tra l'attuale governo ungherese e l'odiato ex impero coloniale russo.

In realtà Orban sembra ispirarsi più al nostro presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di cui tra l'altro é molto amico, tanto da vantarsi di avere colloqui settimanali con Palazzo Chigi. L'unica sostanziale differenza tra i due primi ministri é data forse dalla vita privata: quella del più giovane quarantasettenne Orban, sembra essere molto più morigerata.

 

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