Kirk: dall’omicidio alla repressione

di Michele Paris

L’assassinio di settimana scorsa in un campus universitario dello Utah dell’attivista trumpiano di estrema destra, Charlie Kirk, sta diventando la giustificazione per una nuova stretta repressiva dei diritti democratici in America e di un’autentica caccia alle streghe tra gli oppositori dell’amministrazione repubblicana. Senza attendere dettagli più precisi sugli (eventuali) orientamenti...
> Leggi tutto...

IMAGE
IMAGE

Ue, false flag ed escalation

di Fabrizio Casari

Quella dell’attacco russo alla Polonia è una stupida false flag improvvisata. Siamo quasi al livello del volo dirottato di Von der Leyen. Che la Polonia abbia invocato l’articolo 4 dello Statuto della NATO per essere stata sorvolata da 19 droni artigianali, senza esplosivi e chiaramente inutili sia per compiti di sorveglianza che per un attacco, fa parte della commedia della “minaccia russa” con cui la russofobia polacca e baltica si autoalimenta. Si cerca con ogni mezzo lo scontro con Mosca e qualsiasi pretesto è valido. Tutto sembra indicare un’operazione ucraina utile a dipingere la Russia come aggressore. Capire di chi siano i droni e perché siano entrati nei cieli polacchi non interessa. Del resto, consapevoli di dover...
> Leggi tutto...

di Michele Paris

A mettere in atto politiche migratorie discriminanti e antidemocratiche sono ormai la maggior parte dei paesi cosiddetti sviluppati. A questa regola non sfuggono nemmeno gli Stati Uniti, il cui trattamento degli immigrati alla ricerca di una possibilità di riscatto nel paese più ricco del pianeta ha dovuto incassare in questi giorni pesanti critiche da un autorevole organismo internazionale.

A presentare il proprio rapporto di 155 pagine, intitolato “Immigrazione negli Stati Uniti: detenzione e giusto processo”, è stata la Commissione Inter-Americana per i Diritti Umani, ente che fa parte dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA). Lo studio è stato avviato nel 2008 e si propone di analizzare l’implementazione della politica migratoria e detentiva del governo federale. I ricercatori della Commissione nel luglio del 2009 hanno avuto anche la possibilità di visitare direttamente sei centri di detenzione per immigrati situati in Texas e in Arizona.

Il quadro che ne esce appare tutt’altro che adeguato a quello di un paese democratico. Secondo la Commissione, è evidente la “mancanza di un autentico sistema civile di detenzione, nel quale le condizioni generali rispondano a criteri di rispetto della dignità umana”.

Dalla ricerca emerge chiaramente la mancanza di garanzie nel trattamento degli immigrati negli USA. Tra le carenze più gravi del sistema ci sono l’inadeguato accesso ai rappresentanti legali, un’assistenza sanitaria insufficiente e, soprattutto, l’eccessivo e sproporzionato ricorso alla detenzione. Tutto il sistema si affida poi in maniera eccessiva ad appaltatori privati che gestiscono le pratiche migratorie e la stessa detenzione, per non parlare delle azioni intraprese dalle forze di polizia locali che frequentemente arrestano immigrati illegali con il pretesto di investigare crimini di altra natura.

Più in generale, secondo la Commissione il governo federale non è in grado di garantire l’adeguata applicazione delle leggi federali sull’immigrazione, lasciando campo libero alle autorità delle singole contee e dei singoli stati, con tutti i possibili eccessi e abusi che ne possono seguire. Molti dei punti critici del sistema di controllo dell’emigrazione negli Stati Uniti, come ha ricordato la Commissione stessa, erano già stati evidenziati da uno studio dell’ottobre 2009 del Dipartimento della Sicurezza Interna, il ministero incaricato di gestire le questioni riguardanti l’immigrazione, anche se a tutt’oggi non si vedono risultati concreti.

Dalla ricerca stilata dall’organo dell’OSA che si occupa dei diritti umani nel continente americano appare sufficientemente chiaro come la detenzione sia il mezzo più semplice per gestire le problematiche legate all’immigrazione. Allo stesso modo, questo trattamento generalizzato finisce per criminalizzare gli stessi immigrati, contribuendo ad alimentare un sentimento xenofobo in un paese nato precisamente dal multiculturalismo e da movimenti migratori di massa.

Nelle parole della Commissione, la detenzione appare come una “misura sproporzionata” nella maggior parte dei casi, mentre misure alternative alla custodia in carcere rappresenterebbero “un mezzo più equilibrato anche per garantire i legittimi interessi dello stato e il rispetto delle leggi sull’immigrazione”.

Nel rispondere alla pubblicazione del rapporto della Commissione Inter-Americana per i Diritti Umani, l’amministrazione Obama ha evitato di entrare nel merito delle accuse sollevate. Piuttosto, il governo americano ha evidenziato come, a partire dal 2009, abbia avviato un piano generale di riorganizzazione dell’intero sistema. Tra le misure allo studio ci sarebbero la delega di maggiori poteri nell’ambito dell’immigrazione ad un’unica autorità centralizzata e il rinnovamento dei centri di detenzione per renderli più adeguati alla custodia di quanti attendono la deportazione nei loro paesi d’origine.

A proposito di questi piani di riforma, il presidente della Commissione, Felipe González, si è tuttavia dimostrato a dir poco pessimista. “Secondo le informazioni che abbiamo raccolto finora”, ha detto González, “non è chiaro se le misure siano state effettivamente adottate o se possano soddisfare i criteri internazionali per il rispetto dei diritti umani”. Il diplomatico cileno si è dimostrato scettico anche sulla capacità degli Stati Uniti di garantire agli immigrati condizioni di custodia adeguate alle violazioni esclusivamente di carattere amministrativo di cui sarebbero accusati.

La Commissione Inter-Americana per i Diritti Umani ha sede a Washington e il rispetto che si è guadagnata fin dalla sua istituzione nel 1959 per le indagini su numerose violazioni dei diritti umani nel continente garantisce un certo perso alla sua più recente ricerca. Ciononostante, appare difficile credere che le raccomandazioni indirizzate al governo americano possano trovare accoglimento in un momento in cui il presidente Obama, a pochi mesi dall’avvio della campagna elettorale per la rielezione, si trova costretto a fare i conti con un rinvigorito Partito Repubblicano che per convenienza politica continua a fare appello agli istinti xenofobi diffusi tra la popolazione americana.

Pin It

Altrenotizie su Facebook

altrenotizie su facebook

 

 

ter2

Il terrorismo contro Cuba
a cura di:
Fabrizio Casari
Sommario articoli

 

Droni russi e bugie polacche

di Mario Lombardo

Sullo sconfinamento dei droni russi in Polonia nelle prime ore di mercoledì non sono ancora emerse notizie chiare né prove certe, ma il governo di Varsavia e il resto della NATO non hanno come al solito esitato a lanciare una nuova ondata di attacchi e denunce contro Mosca per la presunta aggressione e il pericolo di...
> Leggi tutto...

IMAGE

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy