Ucraina, l’illusione delle armi

di Michele Paris

L’approvazione di una nuova all’apparenza consistente tranche di aiuti americani da destinare all’Ucraina è stata per mesi invocata come la soluzione alla crisi irreversibile delle forze armate e del regime di Kiev di fronte all’avanzata russa. Il via libera della Camera dei Rappresentanti di Washington nel fine settimana ha perciò scatenato un’ondata di entusiasmo negli Stati Uniti e...
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Euskadi, un pareggio vittorioso

di Massimo Angelilli

Domenica 21 aprile, nel Paese Basco, circa un milione e ottocentomila persone erano chiamate alle urne per rinnovare il Parlamento. All’appello ha risposto il 62,5%, suddiviso tra le tre province di Bizcaya, Guipúzcoa e Álava. Una percentuale alta, se paragonata con l’ultimo appuntamento elettorale, quello del 2020 drammaticamente contrassegnato dalla pandemia. Molto più bassa invece, rispetto all’auge dell’80% raggiunto nel 1980, anno delle prime consultazioni dopo la transizione democratica. Nel sistema spagnolo, le elezioni regionali rappresentano un test estremamente significativo, al di là della influenza che potrebbero avere nella politica nazionale. È questa una lettura “classica” che, più o meno, si applica in...
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di Michele Paris

La città di Stockton, in California, è diventata questa settimana il più grande centro urbano nella storia degli Stati Uniti a dichiarare bancarotta. La sorte della località situata nella Central Valley californiana, 130 chilometri a est di San Francisco, smentisce clamorosamente le pretese del presidente Obama di un’economia americana in ripresa e minaccia di diventare un pericoloso modello per numerose altre municipalità in affanno che cercheranno di chiudere i rispettivi buchi di bilancio con devastanti tagli ai servizi pubblici e ai benefici garantiti ai loro dipendenti.

Nonostante le accese proteste di centinaia di residenti, nella serata di martedì il consiglio comunale di Stockton ha votato con una maggioranza di 6 a 1 a favore della presentazione di un’istanza di fallimento presso la corte federale di Sacramento, sotto la protezione del Capitolo 9 della legge sulla bancarotta. Contemporaneamente, il consiglio ha approvato un bilancio provvisorio che congela il pagamento dei debiti della città, taglia i salari dei dipendenti comunali e riduce drammaticamente i loro programmi di assistenza sanitaria e quelli dei lavoratori già in pensione.

Il procedimento di bancarotta in California era stato modificato nel 2009 quando, un anno dopo il fallimento della città di Vallejo, lo stato aveva adottato un provvedimento che impone l’intervento di un mediatore tra l’ente in crisi e i suoi creditori per cercare una soluzione concordata prima di poter avviare il processo legale di fronte ad un giudice. La città di Stockton, che conta poco meno di 300 mila abitanti, lo scorso marzo era entrata così in trattativa con i suoi 18 creditori ma il mancato accordo entro la mezzanotte di lunedì ha dato il via libera al voto del giorno successivo.

La mossa del consiglio comunale rimetterà dunque nelle mani di un giudice federale le decisioni necessarie per chiudere un passivo di bilancio pari a 26 milioni di dollari, con ogni probabilità attraverso nuovi attacchi agli stipendi e alle indennità di lavoratori e pensionati, per non parlare del ridimensionamento dei servizi pubblici cittadini.

D’altro canto, verranno invece garantite le minori perdite possibili per i principali creditori, a cominciare dalla banca Wells Fargo, prima detentrice dei titoli della città nel nord della California. Istituti finanziari come Wells Fargo sono tra i principali responsabili della crisi dei cosiddetti mutui sub-prime che ha innescato il tracollo del 2008, i cui effetti continuano a farsi sentire in tutto il paese. Il crollo del mercato immobiliare ha colpito in maniera particolarmente dura, tra le altre, proprio la città di Stockton, la quale ha dovuto fare i conti con un’improvvisa impennata dei livelli di povertà e disoccupazione, vedendosi restringere il gettito fiscale e precipitando in una grave crisi finanziaria.

Da tre anni a questa parte, Stockton è stata la seconda città americana con il maggior numero di pignoramenti di immobili, mentre il livello di disoccupazione è schizzato al 17,5% e il reddito medio annuo continua ad essere di circa 13 mila dollari al di sotto della media nazionale. Per cercare di sanare il bilancio, dal 2009 la città ha tagliato la spesa pubblica per qualcosa come 90 milioni di dollari, così come ha licenziato un quarto dei poliziotti, il 30% dei vigili del fuoco e il 43% degli altri dipendenti comunali.

Dopo che la città ha mancato una serie di pagamenti sui propri debiti, inoltre, la stessa Wells Fargo è rientrata in possesso di tre aree adibite a parcheggi e di un edificio che il comune aveva acquistato nel 2007 per 40 milioni di dollari e che doveva ospitare la nuova sede del municipio.

La vicenda di Stockton rappresenta un esempio tutt’altro che isolato negli Stati Uniti in questi anni, dal momento che nel solo 2011 sono state ben 13 tra città, contee ed altre entità a presentare istanza di fallimento, cioè il numero più alto negli ultimi due decenni.

Quel che è peggio, tuttavia, è che questi procedimenti di bancarotta verranno utilizzati come una minaccia dagli altri amministratori locali per costringere lavoratori e pensionati pubblici ad accettare ulteriori tagli ai loro salari e benefit, così da preservare una parvenza di servizi pubblici a favore delle rispettive comunità. Come ha affermato in un’intervista al New York Times il membro di uno studio legale californiano specializzato in diritto fallimentare, “tutti guardano a Stockton, visto che è nell’interesse di ogni città sull’orlo del baratro di rendere il suo procedimento di bancarotta il più breve ed economico possibile”.

Media e politici di entrambi gli schieramenti, inoltre, indicano puntualmente come cause dei buchi di bilancio salari di dipendenti pubblici, piani pensionistici e di assistenza sanitaria “troppo generosi” e che devono essere perciò tagliati senza scrupoli.

Come hanno fatto notare alcuni sparuti commentatori d’oltreoceano, però, le procedure di fallimento che coinvolgono città come Stockton mettono in luce il doppio standard adottato da una classe dirigente interamente devota alla salvaguardia degli interessi delle classi privilegiate.

Quando, infatti, nel 2009 scoppiò negli USA la polemica attorno ai bonus dei top manager degli istituti bancari salvati dalla crisi con denaro federale, l’amministrazione Obama concluse che nulla era in suo potere per mettere un tetto ai compensi, poiché i contratti firmati dalle banche erano sacri.

Per dipendenti pubblici e pensionati, al contrario, i contratti di lavoro che garantiscono livelli di vita decenti sono carta straccia e, sia a livello locale che nazionale e quasi sempre con la connivenza delle organizzazioni sindacali, possono essere stravolti e ridimensionati per ridurre livelli di debito ormai fuori controllo.

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