Iran: i diritti e l’ipocrisia

di Mario Lombardo

L’aggressione di Stati Uniti e Israele dello scorso mese di giugno contro l’Iran e il sostanziale appoggio dato alla guerra dai governi europei hanno reso ancora più improbabile una già complicata soluzione diplomatica all’annosa questione del nucleare della Repubblica Islamica. Gli eventi delle ultime settimane e l’attitudine generale dell’Occidente hanno però dato anche un colpo...
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BRICS: serve un salto di specie

di Fabrizio Casari

Durante il diciassettesimo incontro annuale dei BRICS, recentemente celebratosi a Rio de Janeiro, i leader del blocco hanno proposto di avanzare nella creazione di un nuovo sistema di transazioni finanziarie nell’ambito dell’Iniziativa dei Pagamenti Transfrontalieri dei BRICS, con l’obiettivo di facilitare transazioni più accessibili, rapide e sicure tra i Paesi membri. L’iniziativa mira a proteggere i Paesi BRICS dalle sanzioni unilaterali imposte dalle potenze occidentali tramite il sistema SWIFT e altre forme di sanzione. In senso più ampio, intende ridurre la dipendenza dal dollaro statunitense nel commercio e nella finanza internazionali. Con questa misura si rafforzano le basi del processo di de-dollarizzazione...
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Il fosforo è un elemento chimico che reagisce con l’ossigeno; il fosforo bianco (più instabile del rosso) brucia al contatto con l’aria a soli 40 gradi. C’è anche nei fiammiferi oltre che nei fuochi d’artificio. Il suo uso bellico è consentito solo per illuminare a giorno la scena di una battaglia sparando razzi verso il cielo. Se invece lo si spara verso gli esseri viventi è un’arma “non convenzionale”, un arma chimica vietata dall’articolo 2 della Convenzione che mise al bando questi ordigni. Ha effetti terrificanti sugli esseri viventi: li prosciuga, li carbonizza in pochi secondi. Ma lascia intatti i vestiti. I medici di Falluja si trovarono di fronte decine di cadaveri col volto devastato e il corpo carbonizzato. Ma con gli abiti intatti. Mai visto prima. Reagendo con l’ossigeno il fosforo “esplode” e brucia a partire dalla bocca, dove c’è aria ovviamente, e poi divora il corpo.

Falluja, uno dei capoluoghi del famoso triangolo sunnita, secondo gli americani pullulava di “insurgents”, ribelli. Fu bombardata nell’aprile e nel novembre del 2004. Alcune rare immagini del secondo bombardamento finirono nelle mani di un giornalista d’inchiesta, Sigfrido Ranucci, che preparò un reportage per Rainews24. Messo in onda l’8 novembre 2005, un anno dopo la battaglia di Falluja, fece il giro del mondo e provocò uno scandalo.
Le autorità militari americane per difendersi dissero che sì il fosforo bianco era stato usato a Falluja ma in modo lecito: solo per illuminare la battaglia. Le immagini contraddicevano la tesi: i fuochi d’artificio al fosforo bianco non salivano al cielo per far luce ma cadevano sulla terra per colpire. Lasciavano spaventose scie infuocate bianche che esplodevano all’impatto con la città con bagliori spettrali. La prova visiva era chiara ma mancava la “pistola fumante”, come dicono gli americani, l’arma del delitto, ossia la bomba.

Ci furono interrogazioni anche nel nostro Parlamento e il governo di allora rispose che gli italiani del fosforo bianco non sapevano nulla.
Eppure, proprio i soldati italiani avevano già trovato, un anno prima, la pistola fumante: le bombe al fosforo inesplose cadute nella zona di Nassirya. Lì furono usate - e forse sperimentate per la prima volta - durante l'invasione nel 2003, ben prima che arrivassero i nostri.
“La buona fede dei nostri soldati è fuori discussione. Vanno in missione convinti di portare la pace e poi si trovano coinvolti in guerre sporche. Mandati allo sbaraglio sopperiscono con la loro professionalità e limitano i danni”. Domenico Leggiero, 42 anni, ex pilota dell’esercito e socio fondatore di Osservatorio Militare, ha mostrato le foto-documento sulle bombe al fosforo e i danni che fanno in un’aula universitaria di Ingegneria a Firenze. Accanto a lui un fisico, il professor Angelo Baracca, e Sigfrido Ranucci. “Non ho nulla contro le forze armate e non rinnego la mia esperienza di pilota militare – ha spiegato Leggiero - ma credo che i nostri soldati meritino più considerazione, tutela e onestà. Molti di loro nei Balcani sono venuti a contatto con le armi a uranio impoverito, senza essere preparati e difesi: 492 si sono ammalati e 42 sono già morti. Ci sono una quindicina di bambini nati con malformazioni, a quanto ci risulta, tra le famiglie di militari esposti all’uranio. Tutto nel silenzio generale e con la Difesa che non si assume mai alcuna responsabilità”. I soldati ritratti nelle foto irachene hanno fatto brillare le bombe al fosforo con le altre convenzionali, mettendosi a 700 metri di distanza. Ma le polveri di quella esplosione sono salite a quasi duemila metri d'altezza e la ricaduta di una sostanza chimica come il fosforo non è quella di un normale esplosivo. Purtroppo non hanno potuto fare diversamente per disinnescare la vera “pistola fumante”. Quella americana.
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a cura di:
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