USA-Sudafrica, favole e genocidio

di Michele Paris

L’imboscata tesa da Trump al presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, durante l’incontro con la stampa di mercoledì nello Studio Ovale, ha fatto presa soltanto sugli ambienti di estrema destra (“MAGA”) che formano la base di consenso della Casa Bianca. Per il resto, si è trattato dell’ennesimo show senza nessun fondamento nella realtà e che ha oltretutto mostrato ancora una volta la...
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Gaza, il manuale del genocidio

di Michele Paris

Davanti agli occhi di tutto il mondo e con i propri obiettivi spiegati nel dettaglio e senza possibilità di equivoci, Israele ha iniziato nelle scorse ore quella che si annuncia come la fase finale della soluzione al “problema palestinese”. Lo stesso insignificante allentamento del blocco che da quasi tre mesi affama la popolazione di Gaza è una strategia deliberata e, ancora una volta, dichiarata apertamente per favorire la liquidazione degli oltre due milioni di abitanti della striscia. Nonostante l’acceso dibattito sulla crescente freddezza nei rapporti tra Trump e Netanyahu, non ci sono indizi significativi che prefigurino una qualche iniziativa americana per fermare il genocidio in atto. Anzi, la Casa Bianca ha fatto marcia...
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Il fosforo è un elemento chimico che reagisce con l’ossigeno; il fosforo bianco (più instabile del rosso) brucia al contatto con l’aria a soli 40 gradi. C’è anche nei fiammiferi oltre che nei fuochi d’artificio. Il suo uso bellico è consentito solo per illuminare a giorno la scena di una battaglia sparando razzi verso il cielo. Se invece lo si spara verso gli esseri viventi è un’arma “non convenzionale”, un arma chimica vietata dall’articolo 2 della Convenzione che mise al bando questi ordigni. Ha effetti terrificanti sugli esseri viventi: li prosciuga, li carbonizza in pochi secondi. Ma lascia intatti i vestiti. I medici di Falluja si trovarono di fronte decine di cadaveri col volto devastato e il corpo carbonizzato. Ma con gli abiti intatti. Mai visto prima. Reagendo con l’ossigeno il fosforo “esplode” e brucia a partire dalla bocca, dove c’è aria ovviamente, e poi divora il corpo.

Falluja, uno dei capoluoghi del famoso triangolo sunnita, secondo gli americani pullulava di “insurgents”, ribelli. Fu bombardata nell’aprile e nel novembre del 2004. Alcune rare immagini del secondo bombardamento finirono nelle mani di un giornalista d’inchiesta, Sigfrido Ranucci, che preparò un reportage per Rainews24. Messo in onda l’8 novembre 2005, un anno dopo la battaglia di Falluja, fece il giro del mondo e provocò uno scandalo.
Le autorità militari americane per difendersi dissero che sì il fosforo bianco era stato usato a Falluja ma in modo lecito: solo per illuminare la battaglia. Le immagini contraddicevano la tesi: i fuochi d’artificio al fosforo bianco non salivano al cielo per far luce ma cadevano sulla terra per colpire. Lasciavano spaventose scie infuocate bianche che esplodevano all’impatto con la città con bagliori spettrali. La prova visiva era chiara ma mancava la “pistola fumante”, come dicono gli americani, l’arma del delitto, ossia la bomba.

Ci furono interrogazioni anche nel nostro Parlamento e il governo di allora rispose che gli italiani del fosforo bianco non sapevano nulla.
Eppure, proprio i soldati italiani avevano già trovato, un anno prima, la pistola fumante: le bombe al fosforo inesplose cadute nella zona di Nassirya. Lì furono usate - e forse sperimentate per la prima volta - durante l'invasione nel 2003, ben prima che arrivassero i nostri.
“La buona fede dei nostri soldati è fuori discussione. Vanno in missione convinti di portare la pace e poi si trovano coinvolti in guerre sporche. Mandati allo sbaraglio sopperiscono con la loro professionalità e limitano i danni”. Domenico Leggiero, 42 anni, ex pilota dell’esercito e socio fondatore di Osservatorio Militare, ha mostrato le foto-documento sulle bombe al fosforo e i danni che fanno in un’aula universitaria di Ingegneria a Firenze. Accanto a lui un fisico, il professor Angelo Baracca, e Sigfrido Ranucci. “Non ho nulla contro le forze armate e non rinnego la mia esperienza di pilota militare – ha spiegato Leggiero - ma credo che i nostri soldati meritino più considerazione, tutela e onestà. Molti di loro nei Balcani sono venuti a contatto con le armi a uranio impoverito, senza essere preparati e difesi: 492 si sono ammalati e 42 sono già morti. Ci sono una quindicina di bambini nati con malformazioni, a quanto ci risulta, tra le famiglie di militari esposti all’uranio. Tutto nel silenzio generale e con la Difesa che non si assume mai alcuna responsabilità”. I soldati ritratti nelle foto irachene hanno fatto brillare le bombe al fosforo con le altre convenzionali, mettendosi a 700 metri di distanza. Ma le polveri di quella esplosione sono salite a quasi duemila metri d'altezza e la ricaduta di una sostanza chimica come il fosforo non è quella di un normale esplosivo. Purtroppo non hanno potuto fare diversamente per disinnescare la vera “pistola fumante”. Quella americana.
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