Trump-GB, sudditi e complici

di Mario Lombardo

L’accoglienza con tutti gli onori riservata nel Regno Unito al presidente americano Trump contrasta fortemente con le proteste che stanno accompagnando la sua seconda visita di stato in questo paese dopo quella, altrettanto controversa, del 2019. La stampa ufficiale, nell’analizzare la trasferta di due giorni dell’inquilino della Casa Bianca, ha insistito sulla distanza presumibilmente...
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Kirk: dall’omicidio alla repressione

di Michele Paris

L’assassinio di settimana scorsa in un campus universitario dello Utah dell’attivista trumpiano di estrema destra, Charlie Kirk, sta diventando la giustificazione per una nuova stretta repressiva dei diritti democratici in America e di un’autentica caccia alle streghe tra gli oppositori dell’amministrazione repubblicana. Senza attendere dettagli più precisi sugli (eventuali) orientamenti politici e sulle motivazioni del presunto responsabile, il 22enne Tyler Robinson, molti esponenti del partito del presidente e membri del suo stesso governo lo hanno classificato come un “radicale di sinistra”, denunciando automaticamente il dilagare della violenza negli Stati Uniti per opera di individui riconducibili a questi ambienti. È...
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Certo, ora l’ex Premier cerca di minimizzare, di tirarsi fuori. I voucher – dice – non c’entrano niente con il mio Pd, li hanno creati e potenziati i precedenti governi di centrosinistra. Vero, peccato che il renzianissimo Jobs Act abbia alzato del 40 per cento il tetto dei buoni lavoro, favorendone il proliferare.

Del resto, fino a ieri i voucher andavano bene a tutti, nella sostanza. Fino a ieri erano uno strumento utile a far emergere il lavoro nero, e pazienza se consentivano di pagare con degli scontrini migliaia di lavoratori che avrebbero avuto diritto a un contratto. Fino a ieri bastava giusto qualche correttivo, un tocco di cipria sul naso, bastava “aumentarne la tracciabilità”, per dirla con il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. E oggi cosa è cambiato?

È cambiato tutto, a quanto pare. Venerdì il governo cancellerà i voucher, forse tenendoli in vita solo per le famiglie (il che equivale a eliminarli, come fa notare Tito Boeri, numero uno dell’Inps). E non proporrà alcuno strumento alternativo per retribuire i lavori saltuari. Un colpo di bianchetto e basta, addirittura via decreto, per fare prima ed evitare il confronto parlamentare. Perciò le opzioni sono due: o era sbagliato il Jobs Act, o è sbagliato quello che stanno facendo ora.

La risposta è la prima, ma non interessa a nessuno. Le motivazioni alla base di questo furore legislativo sui voucher non c’entrano nulla con il mercato del lavoro italiano. È tutta politica, e l’unico obiettivo è impedire il referendum del 28 maggio.

Non c’è da stupirsi: il renzismo è per sua natura indisponibile a farsi giudicare dai cittadini. Basti pensare che – come ammise candidamente Poletti – erano tutti pronti a far cadere il governo Gentiloni pur di rinviare il referendum sull’articolo 18, poi tolto di mezzo dalla Corte Costituzionale.

Sapevano che sarebbe stata una nuova Caporetto, un nuovo 4 dicembre. E ora la consultazione sui voucher rappresenta una minaccia simile. È per questo che i dem battono in ritirata: sanno che nella mente degli elettori questo nuovo referendum diventerebbe un giudizio sul Jobs Act e quindi, ancora una volta, su Renzi. E sanno benissimo che ne uscirebbero sconfitti.

Ma ovviamente il diretto interessato non ha alcuna intenzione di esporsi a un nuovo 4 dicembre proprio adesso. Come potrebbe continuare con la retorica del “rialziamoci”, del “rimettiamoci in cammino”, se prendesse un’altra batosta?

Senza contare che due mesi di campagna elettorale su un tema legato al lavoro rischierebbero di compattare e dare voce a quella cricca dispersa e corpuscolare dei fuoriusciti dal Pd. I ribelli che Renzi vuole “seppellire”, ipse dixit.

Alla fine, si risolve tutto in un’unica preoccupazione: evitare che gli italiani girino la testa verso sinistra. Non tanto per quello che troverebbero (Roberto Speranza…). Ma perché non troverebbero il Pd.

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