di Fabrizio Casari

Assegnato ormai lo scudetto, e stabilito ormai quali saranno le squadre che retrocederanno in serie B, (Bari, Brescia e Sampdoria) i verdetti che restano da emettere da questo campionato sono solo quelli relativi all’ingresso in Europa, sia esso dalla porta principale (Champion League), sia dal retro (Europa League). Per il primo blocco sono state determinanti la vittoria di Lazio e Udinese che, con le rispettive vittorie su Genoa e Chievo, hanno lasciato all’ultima gara l’onere o l’onore di scrivere chi tra loro giocherà la Champions, pur partendo dai preliminari.

Con l’Inter seconda classificata, nonostante i cinque mesi di Benitez, la sorpresa più importante, intanto, è quella di vedere il Napoli entrare in Champions League, grazie al pareggio in casa proprio con l’Inter. Con un anno di anticipo rispetto a quanto programmato dal Presidente De Laurentis, i partenopei raccolgono quanto hanno meritato, con un campionato straordinario. Nonostante la cessione di Quagliarella, gli azzurri, ben guidati da Mazzarri, hanno avuto in Lavezzi, Hamsik, Cannavaro e De Santis uomini fondamentali, così come utili alla causa sono stati Zuniga, Campagnaro, Maggio, Dossena e Aronica, ma semplicemente straordinario è stato Cavani. Il bomber uruguayano, ventisei gol all’attivo, è infatti stato l’ariete degli azzurri. Ora, i venti milioni di euro provenienti dalla Champions potranno essere utilizzati per rafforzare la squadra. E’ giusto per quello che si è visto ed è bello per una città come Napoli, che davvero meriterebbe una piazza d’onore nel calcio italiano. E sarebbe bene, per quanto improbabile, ormai, che lo facesse con Mazzarri in panchina. L’allenatore chiede certezze sugli investimenti futuri: conoscendo De Laurentis, non sarà facile.

A segnare però la giornata calcistica, sono state le sconfitte di Roma e Juventus, rispettivamente patite contro il Catania e il Parma. Roma e Juventus disputeranno quindi all’ultima giornata solo la possibilità di accedere all’Europa League. Il che, semplicemente, sembrava impossibile ad inizio stagione, che vedeva la compagine bianconera e quella giallorossa accreditate di ben altro destino. Così come la retrocessione in B della Sampdoria è un fatto che nessuno poteva aspettarsi da una compagine che aveva iniziato bene la stagione, pur essendo eliminata dall’Europa in una partita assurda.

La retrocessione della Sampdoria può ben essere imputata alle responsabilità del presidente Garrone, che ha deciso prima di mettere fuori squadra e quindi vendere Cassano, poi di cedere anche Pazzini, cioè i due giocatori di livello assoluto di cui i blucerchiati disponevano. Non potevano essere Palombo, Poli o Ziegler, pur buoni giocatori, a garantire la salvezza della squadra genovese. Si tratta ora di capire se Garrone, abbastanza disgustato da giocatori e ambiente, deciderà di vendere; d’altra parte, non solo andare in B è un trauma sportivo non semplice per una squadra come la Samp, ma anche tentare di renderla più forte non sarà affatto facile, dal momento che sarà probabile la richiesta di andar via proprio di Palombo, Poli, Ziegler e altri giocatori che possono avere mercato in serie A. Al momento, pare che l’anziano petroliere sia disposto a battersi per rafforzare la squadra e permetterle di tornare rapidamente nella massima serie, ma l’estate è lunga..

Discorso ancor peggiore per la Juventus, che ha fallito ogni obiettivo che si era proposto. La scommessa di Del Neri è stata fallimentare, così come lo era stata quella su Ranieri prima e Ferrara poi. E se per l’ex numero due della nazionale si poteva pensare ad una scarsa esperienza, lo stesso non è possibile affermarlo per quanto riguarda Del Neri e, men che mai, Ranieri prima di lui. Allora forse si deve pensare ad un gruppo dirigente assolutamente al di sotto delle necessità. Denaro speso in modo scellerato, per acquisti che non hanno portato nulla; confusione assoluta sul piano di rilancio societario e managerialità indecisa ed incompetente nella gestione della squadra hanno costituito la triade del disastro.

Difficile pensare che Del Neri possa essere confermato: un allenatore che sa giocare con un solo ed unico modulo può andar bene per il Chievo o per la Sampdoria, non per la Juve. L’esperienza di Roma e quella all’estero lo confermano. Ma difficile anche pensare che possa arrivare un mago della panchina, giacché non solo i migliori sono già occupati, ma anche perché difficilmente un grande nome andrebbe a Torino a rischiare fama e immagine per guidare una squadra che appare priva di progetto societario. Gli resta Mazzarri, ammesso che ci arrivi, ma siamo già un piano sotto i Mancini, Villas Boas o Spalletti, per citare solo alcuni tra i grandi (non grandissimi) accostati in questi ultimi tempi a Villar Perosa.

La Roma, dal canto suo, ha perso per l’ennesima volta l’appuntamento decisivo con la salvezza di una stagione che è stata negativa sotto tutti i punti di vista. Cominciata (male) con la scommessa su Adriano, proseguita peggio, con la rottura della società e dei calciatori con Ranieri, quindi con l’eliminazione dalla Champions e dalla lotta per i primi posti del campionato, finita ancor più malamente con le sconfitte patite in queste ultime giornate e l’eliminazione dalla Coppa Italia, che poteva rappresentare almeno un obiettivo per salvare la stagione. Ora i giallorossi dovranno per forza battere la Sampdoria se vorranno accedere all’Europa League.

L’idea di non entrare in Europa, infatti, sarebbe letale per i nuovi assetti proprietari che, dal canto loro, ci mettono tutto quello che serve per accrescere tutti i dubbi possibili ed immaginabili sulla loro effettiva solvibilità, prima ancora che sul loro autentico interesse. L’opacità dei comportamenti, il disordine che regna nella trattativa, non hano certo aiutato la squadra a trovare un ambiente favorevole. Insomma: se vogliono acquistare la Roma escano allo scoperto una volta per tutte; mettano il denaro o le relative fidejussioni sul tavolo e la finiscano di cercare escamotages di ogni tipo per rinviare l’appuntamento definitivo.

Il Lecce, così come il Cesena, riesce a rimanere in A. Lo stesso dicasi per il Parma, capace di un finale di stagione straordinario che l’ha vista battere quasi chiunque. Il Cagliari, lasciato partire Allegri, senza Marchetti e con la cessione di Matri a Gennaio, ha comunque tenuto botta e si prepara ad un altro anno di serie A. Non sarà semplice, ma l’impressione è che ormai i sardi hanno capito come si fa: umiltà e corsa, ordine tattico e disciplina, in assenza dei campioni e delle loro giocate, possono comunque fare miracoli.

 

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