di Fabrizio Casari

Il Napoli raggiunge la Juventus in vetta alla classifica, le milanesi ritrovano la vittoria, mentre le romane scoprono come i calcoli iniziali vadano sempre sottoposti ai tempi medio-lunghi. La Lazio di Petkovic, oggetto di titoli roboanti sulla stampa romana e il codazzo di trasmissioni radiofoniche concepite proprio per trasformare il tifo esasperato in scienza calcistica, scopre che con il Chievo sono in parecchi a vincere, è col Napoli che non ci si riesce. Una squadra messa benissimo in campo da Mazzarri, collaudata da anni e addirittura migliorata dopo la partenza di Lavezzi e Gargano, grazie alla definitiva affermazione di Hamsik e Pandev e allo strepitoso Cavani.

La Roma non riesce a superare la Sampdoria, pur priva del suo migliore attaccante, e la situazione di classifica comincia a farsi poco esaltante. Nonostante infatti il regalo gentilmente fornito da Cellino e da un regolamento quanto meno da rivedere, la classifica alla quinta giornata  la vede sotto l’Inter, la Lazio e la Samp. La squadra allenata da Zeman sembra non riuscire a darsi la fisionomia tipica delle squadre allenate dal boemo e in attesa di vedere se Destro sia stato un buon affare, con Osvaldo fuori è sempre il buon Francesco Totti a risolvere le difficoltà dei giallorossi.

Insomma le discussioni e le polemiche seguite alla scorsa domenica, che vedevano la fine delle milanesi, l’affermarsi delle romane e la lotta tra Napoli e Juventus per la vetta, andrebbero in parte già rivisitate dopo soli tre giorni. Non c’è dubbio che la Juventus sia decisamente diversi passi avanti e che il Napoli sembra l’unica squadra attrezzata per tallonarla e tentare di sorpassarla, ma sarebbe bene attendere qualche turno per vedere se tutto quello che luccica è effettivamente oro e quello in ombra è effettivamente uno scenario nero. La fatica con la quale la Juventus è uscita indenne da Firenze e le difficoltà già incontrate tre giorni prima, fanno intravvedere ostacoli di natura fisica legati agli impegni europei e alla loro sovrapposizione con il campionato che, per una squadra che punta tutto proprio sull’agonismo, è questione non di poco conto.

E le stesse milanesi, che certo non reciteranno il ruolo di protagoniste assolute, non sono poi in condizioni drammatiche; prova ne sia che l’Inter, criticata in ogni dove, ha comunque gli stessi punti della Lazio, un punto sotto la Sampdoria e quattro sotto Juventus e Napoli. Certo, le vittorie di ieri andranno valutate già dalla prossima domenica, soprattutto per la squadra di Stramaccioni che se la vedrà con la Fiorentina di Montella, che ha tenuto sulle corde la Juventus con una partita di assoluto valore. Sono i viola, ad oggi, la novità più importante del campionato.

Solo la minore predisposizione alla zampata killer delle sue mezze punte in zona gol e l’assenza di un attaccante di ruolo ha permesso ai bianconeri di evitare la loro prima sconfitta. Ma la Fiorentina gioca bene al calcio, ha un pacchetto difensivo di tutto rispetto e un ottimo centrocampo; alla vena di Jovetic - questo l’unico limite - sono pero in gran parte legate le sue realizzazioni offensive.

Pur essendo il montenegrino un fuoriclasse, rappresentando però lo sbocco obbligato per andare in rete, le soluzioni offensive sembrano limitate. Ma limitate non significa scarse e l’Inter dovrà porre bel altra attenzione a centrocampo e in difesa se vorrà uscire imbattuta dal confronto.

Quindi si può ipotizzare per domenica sera una serataccia per gli Strama-boys, che possono anche trovare una migliore quadratura dell’assetto di squadra per non soffrire una cronica inferiorità a centrocampo, ma il problema della costruzione del gioco resta evidente e, ancor più, la scarsa brillantezza atletica di molti dei suoi giocatori più importanti. Prima i viola,poi l’Europa League e subito dopo il derby, diranno se la trasformazione sarà riuscita.

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