di redazione

Con quattro gol negli ultimi 11 minuti Inter e Napoli danno spettacolo, ma escono da San Siro portando a casa un punto che serve poco ad entrambe, e confermano la loro natura di squadre incompiute, senza un'identità precisa né un equilibrio definito. Dopo la sosta per le nazionali Mazzarri fa un po' di chiarezza a centrocampo preferendo Hernanes a Guarin, ma continua a non dare una precisa identità di calcio alla sua squadra e anche una collocazione adeguata agli errabondi Kovacic e Palacio, il primo troppo arretrato, il secondo troppo defilato.

Benitez non smette d'impalcare una mediana che soffoca Hamsik e isola Higuain, mentre il povero Insigne ormai pare giocare solo in attesa di essere sostituito da Mertens. Lo show nel finale arriva soprattutto con errori difensivi. Callejon va a segno due volte, prima con un incrociato su assist involontario di un irriconoscibile Vidic, poi con una volé propiziata da un fuorigioco sbagliato dall'Inter. I due pareggi nerazzurri portano la firma di Guarin, dimenticato da solo nell'area piccola, e di Hernanez, che svetta all'ultimo secondo con un colpo di testa alla Cristiano Ronaldo.

Il Napoli sale a 10 punti e l'Inter a 9, agguantando rispettivamente Verona e Fiorentina, entrambe sconfitte in casa. I veneti vengono travolti 3-1 da un Milan che ha definitivamente trovato in Honda il bomber di cui era alla ricerca dalla partenza di Ibrahimovic. Il giapponese non è Zlatan, ma la mette dentro con regolarità: contro i gialloblu fa doppietta e sale a 6 reti come Callejon e Tevez. Altra nota positiva il ritorno di El Shaarawi, autore di un assist al bacio. La squadra di Inzaghi si porta così in quarta posizione a 14 punti.

La Fiorentina incassa invece la prima sconfitta stagionale al Franchi, dove la Lazio passa 2-0. I biancocelesti vincono per la quarta volta in cinque anni sul campo dei viola e portano a casa il terzo successo consecutivo in Campionato, rilanciandosi a 12 punti dopo un avvio difficile. La differenza la fa l'attacco: per i capitolini insaccano Djordjevic nel primo tempo (quinto gol in tre partite) e Lulic nel finale. In mezzo, i viola a tratti dominano, ma non hanno un vero terminale offensivo cui affidare l'onere dei gol. Babacar s'impegna ma è troppo giovane per fare reparto da solo e le assenze di Gomez e Rossi ridimensionano molto una squadra altrimenti competitiva per l'Europa.

Fra le partite domenicali, spiccano i passi falsi di Sampdoria e Udinese. I blucerchiati vanno avanti 2-0 a Cagliari (Gabbiadini e Obiang), ma poi si addormentano e si fanno raggiungere incredibilmente dal rigore di Avelar e dalla zampata di Sau. Gli uomini di Stramaccioni, invece, tornano sconfitti da Torino, dove decide l'ennesimo gol dell'ex di Quagliarella. I friulani restano a 13 punti e si fanno scavalcare dal Milan, mentre la Samp rimane terza con 15 punti, ma perde contatto con la coppia di testa.

In uno dei due anticipi, infatti, la Roma si sbarazza con una semplicità disarmante del modesto Chievo (penultimo con 4 punti), andando a segno tre volte in 33 minuti (Destro, Ljajic e Totti) e preparandosi al meglio per la sfida di martedì all'Olimpico contro il Bayern. I giallorossi arrivano a quota 18 in classifica, riportandosi a una lunghezza dalla Juve, incredibilmente fermata sull'1-1 dal Sassuolo nell'altra partita del sabato (reti di Zaza e Pogba).

Aspettando stasera Genoa-Empoli, chiudono il quadro della giornata le vittorie dal sapore di liberazione portate a casa da Atalanta e Palermo. Dopo un filotto di palle gol gettate alle ortiche, contro il Parma i bergamaschi passano nel finale con un tap-in di Boakye su papera di Mirante. La squadra di Colantuono arriva a 7 punti, mentre i gialloblu sono ormai ultimi da soli a quota 3.

Quanto al Palermo, la prima vittoria in Campionato arriva ai danni del Cesena (2-1) e porta le firme di Dybala e Gonzalez, che al 91esimo regala di testa i tre punti ai rosanero dopo il pareggio su rigore di Rodriguez.

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