di redazione

Che domenica da incubo per i tifosi del Napoli. Con la sconfitta rimediata contro l’Udinese gli azzurri scivolano a -6 dalla Juventus, che grazie alla vittoria di sabato per 1-0 sull’Empoli (gol di Mandzukic) sembra ormai lanciata in modo definitivo verso il suo quinto scudetto di fila. Al contempo, però, gli uomini di Sarri devo guardarsi le spalle dalla Roma, che stravincendo il derby si porta a -4 dai partenopei e da quel secondo posto che vale l’accesso diretto alla Champions League.

Al Friuli va in scena uno show di Bruno Fernandez: il portoghese prima sblocca la partita, poi sbaglia un rigore, infine riporta in vantaggio i suoi con una rovesciata dal limite dopo il momentaneo pareggio di Higuaìn. A chiudere la pratica ci pensa Thereau con la solita zampata. Per il Napoli arriva anche la beffa delle espulsioni di Sarri e di Higuain, che in campo perde la testa e mette le mani addosso all’arbitro, spingendolo leggermente.

Quanto al derby di Roma, il 4-1 finale rispecchia la gestione speculare delle due squadre da parte delle società. I giallorossi sono stati radicalmente trasformati dalla cura Spalletti, che ha evidentemente fatto scattare qualcosa nello spogliatoio prima che in campo: la squadra ha vinto 8 delle ultime 9 partite (anche grazie a un El Shaarawy da 6 gol in 9 partite) e sta finendo in modo glorioso un’annata iniziata malissimo da Garcia.

Sull’altra sponda del Tevere, invece, Lotito ha celebrato il funerale della Lazio. Pioli è stato esonerato e la squadra sarà ora guidata da Simone Inzaghi, almeno fino alla fine della stagione. Gli ultrà della Lazio hanno creato incidenti fuori dal centro sportivo biancoceleste a Formello, ma è evidente che solo l'ignavia e la tirchieria di Lotito ha potato la situazione al punto in cui si trova. Per salvare il salvabile, il provvedimento sarebbe dovuto giungere fra novembre e dicembre, quando era chiaro che aveva perso il controllo dei suoi giocatori) e si sarebbe dovuto comprare almeno un difensore centrale di livello per sostituire il lungodegente De Vrij. Invece Lotito ha comprato Bisevac, il quale insieme a Hoedt (o a Mauricio) forma una coppia che avrebbe difficoltà anche in Serie B. Se a questo si somma un Marchetti che praticamente non para più nulla, ecco spiegata l’ennesima Caporetto di questo annus horribilis biancoceleste.

Per l'Inter, che viene raggiunta e sconfitta dal Torino, c'è l'ennesimo suicidio. Assistito però, visto che se Guida dapprima gli regala un rigore dubbio, dalla ripresa decide di compensare e la penalizza con un rigore e due espulsioni davvero incomprensibili e sventola sanzioni con doppio standard. Ma al netto degli errori arbitrali, che assegnano ai nerazzurri la palma di squadra con il maggior numero di espulsi del campionato, l'Inter ripropone tutto il catalogo di errori che commette quando si trova nei momenti decisivi: scende in campo con un ritmo da dopolavoro, accusa gli errori di formazione di Mancini e la sua ormai consueta isterìa; insiste nel cercare il gioco sulle fasce anche quando si trova in 9 contro 11, senza capire che l'inferiorità numerica deve obbligarti a giocare in verticale, visto che più si allarga il campo, più non arrivi a coprirlo. Una brusca retromarcia dall'inter delle ultime 5 partite che la pone al quinto posto in classifica e chiude per sempre il discorso champions league, già peraltro appeso solo all'aritmetica.

Un altro disastro è quello del Milan, sconfitto per 2-1 dall’Atalanta. Nel giorno in cui tutta l’Italia del calcio dà l’addio a Cesare Maldini, a Bergamo i rossoneri passano in vantaggio con un rigore trasformato da Luiz Adriano (al primo gol nel 2016), ma vengono raggiunti prima dell’intervallo dalla solita prodezza di Pinilla (sì, ha segnato ancora in rovesciata) e poi superati nel finale dal Papu Gomez. Nella ripresa si rivede Balotelli, ma un paio di sue bordate non centrano la porta.

La squadra di Mihajlovic rimane così a 49 punti e conserva una sola lunghezza di vantaggio sul Sassuolo, vittorioso sabato per 3-1 sul Carpi. Gli emiliani restano terzultimi ma sono ancora in piena corsa per rimanere in A, viste le sonore sconfitte rimediate dalle altre squadre in lotta per la salvezza.

Il Palermo esce battuto per 3-1 dal campo del Chievo e rimane a pari merito proprio con il Carpi, mentre il Frosinone resta una lunghezza sotto dopo il 4-0 incassato dal Genoa. A Marassi si scatena Suso, autore di una tripletta fatta di soli gol d’autore: da lontano, a giro, dalla linea di fondo dopo un dribbling nello stretto. Interprete della balistica felice, giova ricordare che il Milan non lo ritenne all’altezza.

Si allontana invece dalla zona calda della classifica la Sampdoria, che torna da Firenze con un punto e sale a quota 33. Al vantaggio dei padroni di casa firmato da Ilicic i blucerchiati rispondono con il primo gol della seconda avventura italiana di Ricky Alvarez.

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