di Roberta Folatti

 

Sguardi sull’Iran


Il primo lungometraggio della videoartista e fotografa Shirin Neshat è affollato di donne, le loro vicende si snodano parallele ai drammatici avvenimenti storici che hanno preceduto la presa di potere da parte dello Scià Reza Pahlavi, con l’appoggio della Cia. C’è un doppio binario di lettura dunque, una sorta di rimando metaforico continuo, le scelte delle quattro protagoniste si riflettono sulla realtà esterna e viceversa l’affermarsi di un regime autoritario appanna progressivamente la loro gioia di vivere. Si spengono insieme alla democrazia.


Donne senza uomini ha un inizio folgorante, cielo, nubi in cammino e un volto nutrito di disperazione; per tutto il film si susseguono scene in cui le immagini comunicano sensazioni, trasmettono una energia segreta, sotteranea ma essenziale. E poi ci sono i volti delle protagoniste, ciascuna con un suo personalissimo dolore, una strada tortuosa e difficile lungo la quale ha incrociato figure maschili negative, violente, insensibili. Le donne della Neshat sono tutte in qualche modo perdenti, ferite, umiliate, maltrattate e sono lo specchio della democrazia negata in Iran.


Forse l’unico uomo realmente altruista, privo di secondi fini, del desiderio di prevaricare sulla donna, è il giardiniere della misteriosa villa in cui tre delle protagoniste si ritrovano, l’ultima accompagnata dal fantasma della quarta. Perno simbolico di tutta la storia, luogo di pace e risanamento, di una momentanea sintonia femminile. Ma tutto finisce quando la villa viene aperta al mondo esterno per una festa, la volgarità, la sopraffazione, l’opportunismo tornano a fare da padroni.


Donne senza uomini non ha una vera trama, la trama sta nelle relazioni fra i quattro personaggi femminili e fra loro e la Storia del paese. La lotta politica, le manifestazioni e la repressione che portano alla caduta di Mohammad Mossadegh, il primo presidente democraticamente eletto, avvengono lontano dall’atmosfera incantata della Villa e del suo florido giardino. Però il mondo esterno è destinato lo stesso a fare irruzione fra quelle mura, con tutta la sua violenza. Qualcuno ha accusato il film di essere troppo astratto, quasi impalpabile, in parte la sensazione di incompiutezza si avverte ma il primo lavoro della Neshat è comunque coinvolgente. Donne senza uomini ha un grande impatto visivo, è essenzialmente in questo che risiede la sua forza.

Donne senza uomini (Germania, Austria, Francia, 2009)
Regia: Shirin Neshat
Sceneggiatura: Shirin Neshat, Shoja Azari, dal romanzo «Donne senza uomini» di Shahrnush Parsipur
Fotografia: Martin Gschlacht
Cast: Pegah Ferydoni, Shabnam Tolouei, Orsi Toth, Arita Shahrzad
Distribuzione: Bim
 

 

 

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