di Sara Michelucci

Il Paradiso per una comunità dello Sri Lanka è un insieme di condomini fatiscenti nel cuore di Napoli. Un atrio allestito con i colori della bandiera della Repubblica asiatica che sventolano al sole. In questo universo nell’universo arriva Alfonso D’Onofrio (interpretato dal bravo Gianfelice Imparato), ricercatore universitario appena licenziato, che si è ritrovato suo malgrado a contatto con un clan camorristico e che, sempre suo malgrado, sconvolgerà la tranquilla vita degli abitanti del quartiere.

Impacciato, mammone e precario, per trovare un nuovo posto di lavoro tenta di percorrere la strada della raccomandazione e con un vassoio di “pastarelle” si presenta nella fabbrica di un vecchio amico d'infanzia, Vincenzo Cacace, cui presta il volto per l’occasione Peppe Servillo, che oltre a bravo cantante scopriamo essere anche un bravo attore. Vincenzo è la quintessenza del “politichetto” in ascesa, corrotto, cellula impazzita come lo definirà Alfonso nel bel monologo finale. Quest’ultimo viene messo al centro di una lotta tra clan rivali per una pistola che, a sua insaputa, doveva consegnare.

Costretto a scappare e braccato dai picciotti di Don Fefè, troverà rifugio nel piccolo appartamento di Gayan, ex campione di cricket srilankese, venuto in Italia da suo cugino che pensava potesse offrigli un buon lavoro. E invece si ritrova a fare il badante di un’anziana signora razzista e con la passione per i personaggi di una smielata telenovela. L’unico obiettivo, a questo punto, è quello di trovare onestamente i soldi per tornare in Sri Lanka e fare il cronista per un’emittente locale.

In una Napoli multietnica e complicata, s’intrecciano così i destini di Alfonso e Gayan, che si ritrovano a condividere una catapecchia eretta abusivamente su un tetto di un palazzo nel cuore del quartiere srilankese della città. Da questa paradossale convivenza nasce tra i due una speciale amicizia, un sodalizio che darà ai due il coraggio di affrontare il proprio destino, cambiandolo per sempre.

“Credo che l’esperienza dell’immigrazione si possa ricondurre, in ultima analisi, a questo: una condivisione obbligata di spazi tra gente che proviene da mondi diversi. Quelli che vivono quotidianamente i problemi dell’esperienza migratoria, sono ovviamente i migranti e quelli che abitano nei quartieri dove i migranti vanno a vivere. Ovvero, nella maggior parte dei casi, nei quartieri poveri delle citta?”, afferma la regista Paola Randi, al suo primo lungometraggio.

In effetti il film, che piace molto per la sua capacità di raccontare un pezzo di paese con amara ironia senza rinunciare all’originalità, è un po’ una storia al contrario. E’ l’italiano questa volta a dover chiedere ospitalità a un gruppo d’immigrati, straniero a sua volta. In un periodo storico come quello che si sta attraversando, segnato dagli sbarchi e dall’accentuarsi di atteggiamenti xenofobi, un film come questo ha molto da insegnare. 

Into Paradiso (Italia 2010)

Regia: Paola Randi
Sceneggiatura: Antonella Antonia Paolini, Paola Randi, Luca Infascelli, Chiara Barzini
Attori: Gianfelice Imparato, Peppe Servillo, Saman Anthony, Eloma Ran Janz, Gianni Ferreri, Shatzi Mosca
Fotografia: Mario Amura
Montaggio: Gianni Vezzosi
Musiche: Fausto Mesolella
Produzione: Fabrizio Mosca per Acaba Produzioni in associazione con Cinecittà Luce
Distribuzione: Istituto Luce

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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