La leggenda di Romolo e Remo, fondatori di Roma, arriva sul grande schermo con il bel film firmato da Matteo Rovere, Il primo re. Alessandro Borghi (Remo) e Alessio Lapice (Romolo) vestono i panni dei due fratelli più famosi della storia. Nell’uno la forza dell’altro, si trovano a compiere le loro gesta in un mondo antico e ostile, dove sfideranno il volere implacabile degli Dei. Dal loro sangue nascerà una città, il più grande impero che la storia ricordi. Al centro del racconto un legame fortissimo, destinato a diventare leggenda.

 

 

Un film forte dal punto di vista delle immagini, a tratti brutale, dove si risparmia ben poco agli occhi degli spettatori, ma dove anche la scrittura resta centrale e mai scontata. Un progetto attraverso il quale l’industria cinematografica italiana torna a misurarsi con qualcosa di molto ambizioso e complesso. Un piano finanziario di circa nove milioni di euro, coperti in Italia solo in parte e integrati con risorse arrivate dalle co-produzioni, che hanno dato al progetto una dimensione internazionale.

 

"La leggenda di Romolo e Remo - racconta Rovere -, pur lontanissima nel tempo, ha qualcosa di molto vicino a noi. È una materia solo apparentemente semplice, lineare, ma che racchiude in realtà un’enorme quantità di simboli e significati, che fondono l’origine della nostra civiltà con qualcosa di intimo e insieme complesso, ineffabile forse, ma che sicuramente guarda dentro tutti noi".

 

L'astuzia e la forza dell'uomo nel superare le difficoltà e creare qualcosa di nuovo sono la spinta attraverso cui viene costruito il racconto, una vera avventura dal sapore realistico. "La prima difficoltà - ha commentato il regista - è che questo mito fondativo (che si pensi a Livio, a Plutarco o a Ovidio) è una storia narrata molto tempo dopo. Un mito appunto, e l’etimologia di mito, mythos, significa in primo luogo racconto, non la storia dunque, ma un racconto costruito ex post, donatore di senso per chi lo ha elaborato. Con gli sceneggiatori abbiamo quindi approfondito questa narrazione così antica, tentando di interrogarla, cercando gli elementi maggiormente ricorrenti: due fratelli gemelli, Albalonga, un tradimento, un cerchio sacro, un segno degli dei".

 

Prosegue Rovere "Abbiamo studiato il racconto leggendario e il contesto, facendoci conquistare dallo strapotere della natura sulle esistenze umane: trenta o più tribù separate nel basso Lazio, e l’effetto dirompente di un uomo che porta una visione in grado di unificarle; una città che custodisce il fuoco, e il fuoco che incarna Dio. Così facendo il mito ha iniziato a muoversi sotto i nostri occhi, a interrogare dalla sua matrice più arcaica un nodo dell’Occidente, il nostro rapporto con il silenzio violento, inquietante, inquisitore di Dio. Siamo noi in grado, da soli, di reggere il peso delle nostre esistenze?".

 

In un periodo storico in cui la visione di unione e unità nazionale passa attraverso quella del respingimento degli 'stranieri', un film come questo si colloca in un'ottica diversa, dove la storia interroga il mito e il mito torna "a svelarci la sua potenza primordiale", parlando "all’oggi". 

 

Il primo re (Italia 2018)

REGIA: Matteo Rovere

ATTORI: Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Fabrizio Rongione, Michael Schermi, Emilio De Marchi, Massimiliano Rossi, Tania Garribba, Vincenzo Crea, Ludovico Succio, Max Malatesta, Vincenzo Pirrotta, Lorenzo Gleijeses, Gabriel Montesi, Antonio Orlando, Florenzo Mattu, Martinus Tocchi

DISTRIBUZIONE: 01 Distribution

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