di Mariavittoria Orsolato

È una lotta tra prime donne quella che dallo scorso venerdì riempie le pagine dei quotidiani e galvanizza lo share della nuova La7 targata Cairo. Come le bellezze patinate che occupano le prime dei rotocalchi del nuovo patron, anche i giornalisti della scuderia del settimo canale hanno ceduto al  gusto del battibeccare e da giorni si lanciano strali a mezzo stampa per accaparrarsi lo scoop della settimana.

L'antefatto: durante la trasmissione di punta del giovedì, Servizio Pubblico, Marco Travaglio esprime un giudizio abbastanza critico sul nuovo presidente del Senato, l'ex magistrato Piero Grasso, sostenendo che tra lui e il suo predecessore Renato Schifani, non esiste la “distinzione manichea” che gli entusiasti hanno dipinto. Ricostruendo la vicenda della nomina di Grasso a procuratore antimafia  - ottenuta a scapito di Giancarlo Caselli e grazie ad una postilla della riforma Castelli durante il governo Berlusconi III - il vice direttore del Fatto Quotidiano deve aver spinto troppo sull'acceleratore dell'astio perché, poco dopo, arrivava puntualissima la telefonata del diretto interessato a chiedere un confronto a favore di telecamere.

Colta la palla al balzo, il grande ex Corrado Formigli proponeva la sua arena di Piazzapulita per ospitare quello che l'onanismo giornalistico aveva già battezzato come l'evento televisivo della settimana. E lo sventurato, rispose. Positivamente. Apriti cielo!

Travaglio risponde piccato dalle colonne del Fatto che l'unico luogo d'incontro possibile è lo studio di Santoro o, al massimo, lo stream del suo giornale, e che il direttore de La7, Paolo Ruffini, “si è accordato alle mie spalle con Formigli e con Grasso per bypassare Servizio Pubblico”. Poco dopo, su Facebook, arriva la replica di Formigli: “La ricostruzione di Travaglio sul confronto con Piero Grasso a Piazzapulita è falsa; è vero che ho inviato a Travaglio un sms per invitarlo a Piazzapulita. L'ho fatto dopo averlo chiamato al cellulare inutilmente per due volte, e per due volte lui ha chiuso la comunicazione. E dopo che lui stesso mi ha chiesto, con un messaggino, di comunicare per sms”.

Queste le prime battute di una faida in divenire, che è andata a toccare tasti dolenti come la defezione di Formigli dalla squadra di Annozero o il fatto che secondo quest'ultimo le ricostruzioni di Travaglio “ultimamente facciano acqua da tutte le parti”.

Certo, il giornalismo vive anche dell'ego espanso dei suoi attori, ma la querelle innescata tra i Travaglio e Formigli, a ben vedere, alla fine si riduce alla classica bagatella da condominio, dove il primo accusa il secondo di aver leso la sua maestà, nello specifico di aver fatto una libera trattativa privata con una azienda televisiva mentre lui ne stava conducendo un'altra. Evidentemente nel settore dell'editoria televisiva non c'è libero mercato, altrimenti non ci si spiega come mai uno, in questo caso l'ex collega Formigli, debba per forza chiedere il permesso a Travaglio e Santoro prima di proporsi a un editore con una sua idea. Certo la categoria non ci fa una bella figura.

Faranno invece sicuramente un'ottima figura gli ascolti di La7 di questa sera. Pur mancando uno dei protagonisti, l'arena di Piazzzapulita catalizzerà l'attenzione degli agguerriti fans dell'infotainment che, sin dalle prime battute, si sono divisi in fazioni: team Marco, team Corrado. Meglio di Twilight. E Cairo già si sfrega le mani.




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