Gaza, fame e genocidio

di Mario Lombardo

La nuova macchina della morte israeliana a Gaza, mascherata dietro scopi umanitari, ha sospeso giovedì per il secondo giorno consecutivo le proprie operazioni nella striscia dopo che letteralmente a poche ore dall’inizio della distribuzione di “aiuti” aveva già fatto registrare il massacro di decine di civili palestinesi. Lanciato tra la ferma opposizione delle vere organizzazioni...
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Iran, la commedia della Casa Bianca

di Mario Lombardo

Mentre le trattative proseguono con cadenza più o meno regolare, le prospettive di un accordo tra Iran e Stati Uniti sul programma nucleare del primo sembrano perdere quota soprattutto per la natura ambigua e confusionaria della condotta americana. L’amministrazione Trump continua a mandare segnali contrastanti circa le proprie posizioni e richieste, con ogni probabilità in conseguenza delle divisioni interne – e non solo – tra falchi e (relative) colombe. A Teheran, si deve fare quindi i conti con un interlocutore come al solito totalmente inaffidabile, bilanciando le aperture per raggiungere un’intesa, che potrebbe dare respiro all’economia iraniana, con la riaffermazione di una serie di punti irrinunciabili, perché...
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Facciamo il tifo per i magistrati contabili anche se abbiamo il timore che, se vincerà Berlusconi, quei soldi la Corte non li vedrà mai. E noi neppure. Ma l’importante è sapere chi è quest’uomo che il Cavaliere, per far dispetto a Visco, ha candidato tra le sue file. E immaginarsi, anche senza troppa fantasia, cosa potrà combinare quando lo chiameranno “onorevole”. Conviene pensarci, prima di compiere gesti inconsulti nel segreto dell’urna: di gente prepotente che non vale nulla, in fondo, ne abbiamo già abbastanza.

L’indagine contro Speciale ipotizza il reato di peculato a cui andrebbe aggiunto anche quello, tutto da quantificare, ma speriamo assai caro, di danno di immagine al Corpo e alle Istituzioni che il medesimo generale ha causato con la sua condotta “illegittima e illecita”. Oddio, Speciale non ha fatto tutto da solo. Ad aiutarlo è intervenuto un altro pari grado, il generale Ugo Barelli, all’epoca comandante del gruppo aereonavale delle Fiamme Gialle e oggi in pensione. Ma almeno quest’ultimo non finirà in Parlamento. Speciale, lo sappiamo, invece sì. Anche se la chiusura dell’indagine gli è stata notificata a fine febbraio, quando ancora qualcuno sano di mente nel centro-destra qualche domanda sull’opportunità di una sua candidatura se la poneva ancora. Poi, come si conviene in quei lidi angusti del partito del padrone, Speciale ha incassato un seggio sicuro in lista (numero 3 in Umbria) e non se n’è parlato più.

Eppure ci sarebbe da riflettere. Soprattutto sul come il generale cercò di rigirare la frittata della storia, raccontando una marea di balle e pensando di farla franca. “A Passo Rolle - disse il generale - ero andato per motivi d'ufficio. Per salutare la componente alpina”. E il pesce fu un impegno solenne “con i miei finanzieri”, “da padre, prima che da comandante”, “perché mi avevano confidato di non poterne più di mangiare soltanto wurstel”. A chi si riferisse il generale non è dato sapere visto che l’indagine ha appurato che di militari con il senso di nausea per il wurstel c’erano solo quelli costretti a servire lui e la sua corte in vacanza al Rolle e ai quali “da padre, prima che da comandante” aveva negato anche solo l’assaggio del pregiato predatore d’altura (la spigola).

La Procura generale della Corte dei Conti ha infatti accertato che, in quello scintillante 2005, Roberto Speciale raggiunse passo Rolle in due occasioni. La prima (in febbraio) per una gita sulla neve. La seconda (in agosto) per una passeggiata tra le margherite e uno sfizio di pesce. Perché la notte in baita, con una spigola e una bella bottiglia di champagne, signore ovviamente al seguito, ha tutto un altro sapore. A spese nostre, poi, diventa addirittura celestiale. Il generale, infatti, era graziosamente in ferie in quell’agosto 2005. Sempre a spese nostre. Nel segno di una grandeur tipica degli uomini bassi (non solo di statura) il prossimo “onorevole” della Repubblica (sempre a nostre spese) arrivò in montagna non con mezzi propri me sempre con il famoso Atr 42 che considerava ormai suo jet privato e per il quale dispose addirittura che ne venisse “predisposta la riconfigurazione per trasporto passeggeri”. Certo, sennò come c’arrivavano la corte degli amici e la famiglia, in cima a passo Rolle?

Questa la ricostruzione fatta dalla Corte dei Conti dei fasti dell’agosto 2005. Tutto comincia il 20 agosto. Speciale arriva a Bolzano in Atr-42 con il suo seguito e di qui Passo Rolle. Si accomoda in baita, dove avverte presto il desiderio di pesce fresco. Alza il telefono e parla con il generale Ugo Baielli, comandante dell'aeronavale, il quale provvede. La mattina del 25, all'aeroporto militare di Pratica di Mare viene comandato di servizio il maggiore Aldo Venditti, in forza al gruppo di "Esplorazione marittima" (sorveglianza delle coste contro il contrabbando), con un ordine che - secondo quanto accerteranno sia la Procura generale della Corte dei Conti, sia la Procura militare - dispone l'immediato decollo dallo scalo laziale alla volta di Bolzano di un Atr-42 per “trasporto autorità”. Familiari di Speciale? Amici di Speciale? Ma no! Solo “autorevolissime” spigole. Il povero maggiore Venditti attende, come si conviene, che le dette autorità sbarchino dall’aereo taxi. E, infatti, dopo una lunga attesa, eccole, finalmente: una cassa, con ghiaccio, di ghiotte, fresche, dunque autorevolissime, spigole.

Venditti è una brava persona, ne ha viste tante, ma questa gli sembra troppo. Anche per lui, aduso come i migliori soldati, ad obbedir tacendo, questo del pesce fresco gli sembra un oltraggio non tanto alla sua riverita persona, comunque infastidita, ma all’intero Corpo. Venditti ha ragione da vendere e armato di coraggio si rifiuta per mettersi alla cloche per insaporire le notti in baita del generale. E, soprattutto, per non diventare complice di un falso assoluto, quello che cioè c’è scritto sul piano di volo. Qui, però, entra in campo l’altro generale, quello oggi in pensione. Che facendo leva sul grado lo costringe a mettersi alla guida dell’aereo venendogli incontro solo nel cambio della motivazione del piano di volo. Stavolta si parla di “esigenze di natura operativa”. Leggasi: grigliata di pesce ad alta quota per il generale e i suoi. E noi abbiamo pagato.

Scrive il procuratore Angelo Canale nel documento che chiude l’indagine: “E’ documentalmente provato che il velivolo Atr-42 è stato impiegato per il trasporto di pesce fresco con una disposizione che non può essere altrimenti definita che illegittima e illecita”. Umiliante per chi la subiva e, indubbiamente, vergognosa per chi la impartiva. Ossia Speciale. Che, a quanto sembra, di davvero speciale ha anche la vanità, non solo la gola. Sono giorni che, sulle pagine dei giornali regionali umbri (ma non solo), si magnificando le sue gesta di uomo potentissimo a cui “il telefono squilla senza sosta”, perché è davvero in grado di fare cose “grandi” (con il pesce?), ma d’altra parte non è “lo Spirito Santo” e neppure “il Papa”. E, dunque, non può accontentare tutti. Qualcuno, a suo dire, deve poi temere la sua elezione.

Da uomo che ha sempre comandato senza autorevolezza ma solo con autoritarismo, Speciale l’ha già promessa a chi “mi ha tradito”. Chissà cosa potrà combinare una volta diventato onorevole. Noi siamo pronti a rendere omaggio alle sue vittime, in attesa – spasmodica - di vedere restituiti il colore dei soldi che ci ha rubato per una grigliata di pesce al sole delle Dolomiti.
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