Trump-GB, sudditi e complici

di Mario Lombardo

L’accoglienza con tutti gli onori riservata nel Regno Unito al presidente americano Trump contrasta fortemente con le proteste che stanno accompagnando la sua seconda visita di stato in questo paese dopo quella, altrettanto controversa, del 2019. La stampa ufficiale, nell’analizzare la trasferta di due giorni dell’inquilino della Casa Bianca, ha insistito sulla distanza presumibilmente...
> Leggi tutto...

IMAGE
IMAGE

Kirk: dall’omicidio alla repressione

di Michele Paris

L’assassinio di settimana scorsa in un campus universitario dello Utah dell’attivista trumpiano di estrema destra, Charlie Kirk, sta diventando la giustificazione per una nuova stretta repressiva dei diritti democratici in America e di un’autentica caccia alle streghe tra gli oppositori dell’amministrazione repubblicana. Senza attendere dettagli più precisi sugli (eventuali) orientamenti politici e sulle motivazioni del presunto responsabile, il 22enne Tyler Robinson, molti esponenti del partito del presidente e membri del suo stesso governo lo hanno classificato come un “radicale di sinistra”, denunciando automaticamente il dilagare della violenza negli Stati Uniti per opera di individui riconducibili a questi ambienti. È...
> Leggi tutto...

di Mariavittoria Orsolato

Incappare nei disservizi delle Ferrovie dello Stato è forse il trait d’union più nazionalpopolare: ogni italiano, almeno una volta nella vita, ha inveito contro Trenitalia e la sua pessima gestione della rete ferroviaria. Ma se i treni sono perennemente in ritardo, i vagoni sono al limite dell’indecenza e i biglietti si pagano a peso d’oro, la colpa non è delle Fs ma delle Regioni. Parola dell’ingegner Mauro Moretti, amministratore delegato Fs, che in occasione dell’inaugurazione della nuova galleria che collega le stazioni torinesi di Porta Susa e Stura ha rilasciato al quotidiano La Stampa un’intervista in cui addossa tutte le responsabilità dell’inefficienza su rotaia alla mancanza di collaborazione delle Regioni. “Ricordiamo che forse non si sa che i treni, gli orari, le fermate, le tariffe, non sono cose che decidiamo noi: lo decidono le Regioni. Sono le Regioni a stabilire quanto far pagare agli utenti e quanto porre a fiscalità generale. E così si fanno i contratti di servizio”.

Certo, dopo la legge Bassanini del 1997, il trasporto regionale è coordinato con le Regioni, che agiscono come “cliente istituzionale” e decidono autonomamente quali servizi richiedere al concessionario statale, ma è anche vero che le Regioni non hanno alcun legame contrattuale con la divisione Passeggeri. Le Fs si dividono infatti in tre segmenti operativi: Passeggeri (Freccia Rossa, Eurostar, Intercity, Espressi), Trasporto Regionale (Interregionali, Diretti, Regionali) e Cargo (Treni merci), anche quando una buona fetta della mobilità interna alla Regione è affidata, in mancanza di treni diretti, agli Intercity.

Se a questo si aggiunge il fatto che la divisone Trasporto Regionale è l’unica che può contare su una quota di finanziamento pubblico, ovvero il corrispettivo di 12,2 centesimi a persona per kilometro percorso, mentre le altre due ramificazioni devono necessariamente fare affidamento sui proventi diretti del traffico, va da sé che Moretti batta il ferro dove questo può scaldarsi più facilmente.

E’ infatti questa tripartizione delle competenze che facilita la logica aziendale secondo cui i costi comuni vanno spostati il più possibile sulla divisione sussidiata e, giocoforza, i ricavi vanno spalmati su quelle non sussidiate, in particolare su quella Passeggeri. Se queste scelte manageriali sono di per sé plausibili in una prospettiva strettamente aziendale, non lo sono altrettanto nell’ottica dell’industria statale: così facendo, il costo dei servizi regionali lievita proporzionalmente alla diminuzione dei nuovi servizi quali carrozze pulite, coincidenze ferroviarie accessibili, puntualità dei treni e via dicendo.

C’è poi da aggiungere che nonostante le Regioni ricevano un bonus statale per l’attuazione dei servizi, questo è rimasto fissato ai parametri del 2000, subendo un’inflazione del 7% e quindi diminuendo di valore reale. In base a queste informazioni, si potrà capire come il trasferimento di competenze alle Regioni sia stato impostato come un processo statico, incapace di fronteggiare la crescente domanda di servizi e, allo stesso tempo, vincolante per tutte quelle Regioni che, scommettendo sul potenziamento delle linee ferroviarie, si sono trovate costrette ad affrontare autonomamente tutte le spese di ammodernamento, cavando così soldi di tasca propria per oggetti di cui non saranno mai proprietarie la 100%.

Uno spiraglio di luce s’era intravisto lo scorso 7 settembre, quando proprio Moretti aveva platealmente annunciato che dopo tre anni di risanamento, le Ferrovie dello Stato erano pronte a fare investimenti per due miliardi di euro nel settore del trasporto regionale e interregionale, con l’acquisto di 840 tra locomotori e carrozze e l’ammodernamento di oltre 2550 vagoni. I soldi, secondo il presidente delle Fs Innocenzo Cipolletta, sarebbero arrivati con i nuovi contratti di servizio con le Regioni ma almeno per ora le buone intenzioni sono rimaste sulla carta e ad oggi, ogni pendolare che decida di recarsi al lavoro in treno - facendo una scelta oltretutto ecologica e responsabile - accumula annualmente 70 ore di ritardo, oltre a svariati malanni del fegato ormai corroso.

Come é ovvio, gli interessi economici di Trenitalia non ruotano attorno ai trenini regionali, ma sono concentrati soprattutto sull’Alta Velocità, costata il quadruplo rispetto agli standard europei ed in perenne fase di definizione. Nel 2011, infatti, per effetto della direttiva europea sulle liberalizzazioni dei trasporti, entrerà nel mercato NTV (Nuovo Trasporto Viaggiatori) il nuovo soggetto ferroviario creato da Montezemolo e Della Valle, in associazione con Intesa-San Paolo e la francese SNCF. L’operazione, interamente orientata al trasporto rapido sulla lunga distanza, potrebbe andare a guastare il “piano di rinascita” portato avanti da Moretti e dalla direzione di Trenitalia. Di conseguenza, la rete infrastrutturale delle Regioni perde d’interesse e appeal finanziario e il federalismo ferroviario, voluto dalla legge Bassanini, si rivela un boomerang per le già tristemente vuote casse delle amministrazioni territoriali. E non importa che un dipendente statale come l’ingegner Moretti guadagni 830.000 Euro netti l’anno. In Italia, soprattutto se si parla di Stato, noblesse n’oblige pas plus.

Pin It

Altrenotizie su Facebook

altrenotizie su facebook

 

 

ter2

Il terrorismo contro Cuba
a cura di:
Fabrizio Casari
Sommario articoli

 

Droni russi e bugie polacche

di Mario Lombardo

Sullo sconfinamento dei droni russi in Polonia nelle prime ore di mercoledì non sono ancora emerse notizie chiare né prove certe, ma il governo di Varsavia e il resto della NATO non hanno come al solito esitato a lanciare una nuova ondata di attacchi e denunce contro Mosca per la presunta aggressione e il pericolo di...
> Leggi tutto...

IMAGE

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy