Il pugno di ferro del Piano Ruanda

di redazione

Dopo due anni di ostruzionismo da parte della Camera dei Lord, il governo conservatore britannico ha alla fine incassato l’approvazione definitiva della legge che consente di deportare immigrati e richiedenti asilo in Ruanda. La “Safety of Rwanda (Asylum and Immigration) Bill” ha chiuso il suo percorso al parlamento di Londra poco dopo la mezzanotte di lunedì. Il provvedimento, introdotto...
> Leggi tutto...

IMAGE
IMAGE

USA, ritirata dal Sahel

di redazione

Le speranze di Washington di riuscire a mantenere la presenza militare in Niger sono tramontate definitivamente dopo l’arrivo a Niamey dei primi cento consiglieri militari della “Africa Corps” russa. Gli Stati Uniti lo scorso fine settimana hanno infatti reso noto di aver accettato di ritirare dal Niger il contingente di un migliaio di militari, UAV (droni) armati MQ9 Reaper, elicotteri e aerei da trasporto. Il vice segretario di Stato Kurt Campbell ha avuto un faccia a faccia a Washington con il premier nigerino Ali Mahamane Lamine Zeine, che ha ribadito la decisione sovrana del suo Paese di chiedere la partenza di tutte le forze straniere, comprese quelle americane. L’accordo prevederebbe l’invio nei prossimi giorni di una...
> Leggi tutto...

di Bruna Brioni

Sono sei gli immigrati che da dieci giorni stanno su una gru del cantiere del Metrobus in Piazzale Cesare Battisti a Brescia. La loro protesta era iniziata lo scorso 29 settembre con un corteo, seguito subito dopo da un presidio permanente davanti all’ufficio unico della Prefettura di via Lupi di Toscana (ex caserma Randaccio) dove è iniziato lo sciopero della fame. Quando il presidio è stato smantellato, sei immigrati hanno deciso di salire sulla gru e restarci, ad oltranza, fin quando non avessero avuto quel permesso di soggiorno che per loro e per le loro famiglie significa futuro. Significa vivere.

In questi giorni durissimi, per i sei sulla gru la solidarietà non è mancata: contributi spontanei della gente comune, impegno costante di attivisti e associazioni come l’Associazione diritti per tutti, unita all’informazione costante dell’emittente locale Radio Onda d’Urto e dei quotidiani locali. Ieri mattina però, la vicenda ha superato la provincia di Brescia per arrivare alla cronaca nazionale, grazie ad un bliz delle forze dell'ordine che hanno sgomberato il presidio sotto la gru, davanti al cantiere del Metrobus.

Sono state fermate e portate in questura molte persone, tra immigrati e attivisti, così come parecchi giornalisti che stavano semplicemente facendo il loro lavoro. Sarebbero 19 le persone tradotte dalla polizia (ma il numero non è ancora confermato) alcune delle quali finite in ospedale. In questura é finito anche Umberto Gobbi, portavoce dell'associazione Diritti per tutti che ha accompagnato e assistito fin dall'inizio la lotta degli immigrati. Così la situazione è ormai sfuggita di mano. Sospesi a 35 metri d'altezza, gli immigrati non danno segno di cedimento: vogliono il permesso di soggiorno cui pensavano di avere diritto con la richiesta di regolarizzazione.

Gente comune, attivisti, associazioni per i diritti, a più riprese sono stati caricati e spinti il più lontano possibile. La tensione è alle stelle. Nella zona attorno al cantiere, presidiata dalle forze dell'ordine e non accessibile, si respira un'aria pesante. Basti pensare che uno degli immigrati sulla gru, dopo lo smantellamento del presidio, si è legato un cappio al collo, altri si sono spostati lungo il braccio della gru stessa: sono seduti lì, sul braccio della gru, con le gambe a penzoloni che gridano di tanto in tanto la loro resistenza spalleggiati da coloro che stanno giù, davanti al cordone della celere.

Da qualche ora le forze di polizia rafforzano il presidio della zona e tengono lontano chiunque debba transitare il Piazzale per qualsiasi motivo. La stanchezza, la tensione, la disperazione, fanno temere coloro che sono in strada con il naso all’insù che qualcuno di loro possa fare un gesto estremo se la polizia cercasse in qualche modo di intervenire per farli scendere.

"Poliziotto sei responsabile. Non abbiamo paura, provate a farlo". Queste le parole scandite a più riprese dai sei sulla gru. Sembra che sia intenzione delle forze dell'ordine procedere al posizionamento di reti protettive sotto la gru e il braccio orizzontale, in modo da poter intervenire per porre fine alla protesta. Questa sembra l'unica soluzione cui sono riusciti a pensare il sindaco e il suo entourage dopo vari ultimatum.

La situazione è scivolata di mano e arrivata a questo punto perché le richieste degli immigrati non sono state accolte e loro tengono duro. Non scendono. Vogliono una vita alla luce del sole. Niente clandestinità. Queste le richieste dei sei sospesi a 35 metri d'altezza, che con un video messaggio si sono anche rivolti al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Ci rivolgiamo direttamente al presidente Napolitano, che è anche il nostro presidente". Questo l'appello del messaggio registrato da un giornalista di Rai Educational, Emilio Casalini.

Se da un lato sembra che il tavolo delle trattative si riunisca nel pomeriggio, dall’altro molte sono le voci che ipotizzano un intervento pesante delle forze dell’ordine sulla gente per strada e per far scendere in un modo o nell’altro i sei sulla gru entro oggi.
Nel frattempo si attende. Nessuno sa bene cosa aspettarsi né come evolverà la situazione nelle prossime ore. Intanto, nonostante il cordone di polizia, molta gente sta facendo sentire la propria solidarietà continuando a stare in strada e rispondendo alla voce degli immigrati sulla gru. Tocca ora alle forze dell’ordine decidere la strada da percorrere. La disperazione degli immigrati non gode del lusso di poter scegliere.

 

Pin It

Altrenotizie su Facebook

altrenotizie su facebook

 

 

ter2

Il terrorismo contro Cuba
a cura di:
Fabrizio Casari
Sommario articoli

 

Ucraina, l’illusione delle armi

di Michele Paris

L’approvazione di una nuova all’apparenza consistente tranche di aiuti americani da destinare all’Ucraina è stata per mesi invocata come la soluzione alla crisi irreversibile delle forze armate e del regime di Kiev di fronte all’avanzata russa. Il via libera della Camera dei Rappresentanti di Washington nel fine...
> Leggi tutto...

IMAGE

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy