Kirk: dall’omicidio alla repressione

di Michele Paris

L’assassinio di settimana scorsa in un campus universitario dello Utah dell’attivista trumpiano di estrema destra, Charlie Kirk, sta diventando la giustificazione per una nuova stretta repressiva dei diritti democratici in America e di un’autentica caccia alle streghe tra gli oppositori dell’amministrazione repubblicana. Senza attendere dettagli più precisi sugli (eventuali) orientamenti...
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Ue, false flag ed escalation

di Fabrizio Casari

Quella dell’attacco russo alla Polonia è una stupida false flag improvvisata. Siamo quasi al livello del volo dirottato di Von der Leyen. Che la Polonia abbia invocato l’articolo 4 dello Statuto della NATO per essere stata sorvolata da 19 droni artigianali, senza esplosivi e chiaramente inutili sia per compiti di sorveglianza che per un attacco, fa parte della commedia della “minaccia russa” con cui la russofobia polacca e baltica si autoalimenta. Si cerca con ogni mezzo lo scontro con Mosca e qualsiasi pretesto è valido. Tutto sembra indicare un’operazione ucraina utile a dipingere la Russia come aggressore. Capire di chi siano i droni e perché siano entrati nei cieli polacchi non interessa. Del resto, consapevoli di dover...
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di Tania Careddu

“Rappresenta il principale luogo di incontro tra le competenze del docente e le aspettative dello studente, il canale preferenziale su cui si attiva la comunicazione didattica”, dice il MIUR. Strumento mediante il quale gli studenti realizzano il loro percorso di conoscenza e di apprendimento, ancora oggi il più usato, il libro di testo e la sua adozione sono stati oggetto di normativa.

Che, sebbene abbia interessato, fra le altre cose, anche il limite, fermo al 2013, - duecentoquarantanove euro per la prima classe, centosettantasette per la seconda e centotrentadue per la terza – “per quanto possibile e fatte salve l’autonomia didattica e la libertà di scelta dei docenti, del costo che annualmente le famiglie devono sostenere per l’acquisto”, non sempre le risorse messe in campo ne garantiscono un equo accesso (all’istruzione) per tutti.

Talvolta irraggiungibile anche nonostante le misure finanziarie a sostegno della fornitura dei libri scolastici che, per le scuole secondarie, sono (dovrebbero essere) fondi, ripartiti tramite un piano regionale sulla base del quale vengono trasferiti alle Regioni, atti a garantire la fornitura gratuita, totale o parziale, a favore degli alunni meno abbienti.

Perché il processo di accesso ai buoni libro è macchinoso, con una disparità notevole a livello nazionale delle procedure concernenti la fruizione dei fondi statali per la fornitura gratuita, applicabile con diverse modalità che vanno dal comodato d’uso al pacchetto scuola, fino al rimborso spese. Ma a parte la Valle d’Aosta, il Friuli Venezia Giulia, e le Province autonome di Trento e Bolzano, che garantiscono il comodato d’uso gratuito a tutti gli studenti frequentanti le scuole dell’obbligo a prescindere dalla loro condizione economica, e da alcuni dei loro comuni virtuosi che concedono sussidi in denaro, la maggior parte delle Regioni italiane utilizza il rimborso spese documentato ex post.

Che grava sulle famiglie nella misura in cui l’erogazione dei fondi è caratterizzata da tempistiche che non corrispondono alle esigenze degli alunni beneficiari: nella quasi totalità delle Regioni, i ritardi (pressoché sempre di ordine strutturale, legati alla dilatazione dei tempi relativi all’approvazione del riparto alle amministrazioni regionali da parte del MIUR), si protraggono per mesi dopo l’inizio dell’anno scolastico, quando non per anni, aggravando lo svantaggio dei ragazzi più indigenti.

Valutare, inoltre, se l’allocazione delle risorse statali tra le Regioni sia adeguato, è difficile. Dal rapporto Tutti a scuola…e i libri?, redatto da Save the Children, emerge, infatti, che ci sono Comuni in cui le risorse avanzano ogni anno e altri in cui non sono sufficienti a coprire i rimborsi. I quali, oltretutto, non garantiscono quasi mai la copertura totale della spesa e i cui criteri per accedervi prevedono tetti poco larghi.

A ostacolare l’attuazione delle pari opportunità, pure, l’accesso alle informazioni, le modalità di comunicazione e l’assistenza alle famiglie nella presentazione e compilazione delle domande, carenti soprattutto per i nuclei famigliari privi di competenze informatiche, dei necessari strumenti tecnologici e della connessione internet necessari, nella maggior parte dei casi, per ottenere la documentazione.


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