A seguito della calamità naturale che colpì le regioni di Turchia e Siria, verificatasi nella notte fra il 5 e il 6 febbraio 2023, gli Stati Uniti decisero di esentare per sei mesi dalle sanzioni tutte le transazioni finanziarie relative alla fornitura di soccorsi alla Siria. “Voglio chiarire che le sanzioni statunitensi in Siria non ostacoleranno gli sforzi per salvare la vita del popolo siriano”, dichiarò il vice segretario al Tesoro, Wally Adeyemo, dopo che l’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Tesoro degli Stati Uniti rilasciò l’esenzione.

Questo annuncio però non oscurò la sconvolgente notizia del reclutamento e addestramento di terroristi islamici in Siria da parte delle forze di occupazione statunitense per inviarli a combattere l’esercito russo in Ucraina e per compiere attentati terroristici in Russia e in altri ex Stati sovietici. A denunciarlo era stata la piattaforma giornalistica americana The Cradle specializzata in geopolitica del Medioriente e dell’Asia Occidentale, confermando le accuse rivolte contro gli Stati Uniti dal Foreign Intelligence Service (SVR) russo: “Secondo dati credibili ricevuti dal servizio di intelligence estero della Russia, l’esercito americano sta attivamente reclutando militanti di gruppi jihadisti affiliati a DAESH [ISIS] e Al-Qaeda per compiere attacchi terroristici in Russia e nei paesi della CSI e per combattere in Ucraina. Arruolamento e addestramento avvengono presso la base militare Americana di Al-Tanf” - informava The Cradle.

 

Le indagini compiute rivelavano che i terroristi islamici ricevono un corso di formazione accelerato per imparare a fabbricare e utilizzare ordigni esplosivi improvvisati e metodi di combattimento in scontri urbani. “Particolare enfasi è riservata alla pianificazione di attacchi a strutture fortemente sorvegliate, comprese le missioni diplomatiche straniere”, aggiungeva The Crandle, sottolineando come i piani di Washington prevedessero il dispiegamento di piccoli gruppi di terroristi in Russia e in altre nazioni ex-sovietiche che costituiscono la Comunità degli Stati Indipendenti (CSI).

Le indagini resero credibili le segnalazioni fatte sui social dalla Wagner, artefice delle vittorie contro l’esercito ucraino. Attraverso foto e video, la Wagner denunciava la presenza in Ucraina degli islamisti di Daesh, di Al-Qaeda e di Hayat Tahir alo-Sham. Queste denunce erano state interpretate come “propaganda di guerra” in quanto non si poteva immaginare che gli Stati Uniti si spingessero ad utilizzare persino i terroristi islamici. Purtroppo quelle denunce risultarono veritiere.

L’indagine rivelava inoltre che l’esercito americano offriva supporto logistico, armi e munizioni ai terroristi del Daesh (Isis) e Al-Qaeda in Siria per combattere l’esercito regolare siriano e gli alleati russi. Una conferma da parte del prestigioso media americano della denuncia fatta nell’agosto 2022 dall’ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Vassily Nebenzya al Consiglio di Sicurezza dell’ONU: “Il ritiro delle forze di occupazione statunitensi dal territorio siriano significherebbe una rapida e inevitabile eliminazione della presenza terroristica in questo paese così sofferente e delle reti terroristiche negli stati vicini”.

Queste pesanti accuse supportate da innumerevoli prove giungevano quasi in contemporanea alla denuncia del giornalista investigativo Seymour Hersh, secondo il quale nel 2022 il governo degli Stati Uniti era stato responsabile dell’attacco terroristico contro il gasdotto russo Nord Stream 2. La presenza di terroristi islamici in Ucraina arruolati dagli Stati Uniti è nota al Parlamento Europeo fin dal 2015, quando in una sua nota ufficiale (n. di archivio E-011933/2015) lanciava l’allarme sul grave pericolo rappresentato dal Daesh e dal terrorismo islamico in generale:

“Si riporta la presenza di una forza di volontari ceceni composta da simpatizzanti dell’Isis in territori contesi tra separatisti russi e truppe ucraine. Sembra che si siano schierati apertamente con l’Ucraina nel tentativo di indebolire la Russia e costringerla a concentrare le sue forze su quel Paese, sottraendo risorse ad altri fronti su cui è contrapposta a vari gruppi terroristici islamici. Ad oggi, le autorità ucraine non hanno fatto alcun tentativo di smentire le notizie e non hanno rinnegato questi combattenti fondamentalisti dell’ISIS né hanno cercato di rimuoverli dal territorio che l’Ucraina rivendica come proprio.”

Il Parlamento chiedeva all’Alto Rappresentante delle Nazioni Unite se non fosse opportuno rivedere il conflitto in Ucraina per impegnarsi in un dialogo più stretto con la Russia al fine di contenere la minaccia fondamentalista in Europa:

“Considerata la gravità del pericolo costituito dall'ISIS e dal terrorismo islamico in generale, confermata di recente dai tragici attentati compiuti in Francia e in Tunisia, chiediamo al Vicepresidente/Alto Rappresentante se non ritenga opportuno rivedere la propria posizione in merito al conflitto russo-ucraino, impegnandosi maggiormente nel dialogo con la Russia al fine di contrastare la minaccia costituita da questi elementi fondamentalisti.”

In sostanza, sebbene la notizia non fosse mai circolata chiaramente sui media mainstream, tutti sapevano che venivano usati mercenari di Daesh per combattere al fianco delle milizie neonaziste ucraine contro la resistenza antifascista delle Repubbliche autonome russofone del Donbass.

In data 7 luglio 2015 il New York Times riportava la notizia della presenza, nei territori contesi tra i separatisti russi e l’Ucraina, di truppe composte da volontari ceceni fedeli all’ISIS. Questi gruppi combattenti si sarebbero schierati apertamente al fianco dell’Ucraina nel tentativo di indebolire la Russia e costringerla a concentrare le proprie forze sul fronte ucraino, a discapito dell’impegno in altre aree dove le autorità russe erano impegnate nella lotta contro vari gruppi dediti al terrorismo di matrice islamica.

Ad oggi non risulta che le autorità ucraine abbiano smentito la notizia, né che si siano dissociate da questi gruppi aderenti all’ISIS o abbiano preso contromisure in merito alla presenza di estremisti islamici armati in un territorio che l’Ucraina rivendica come proprio.

Anzi, nell’aprile 2022 Oleksiy Arestovych, il più stretto Consigliere di Zelensky, elogiava i comandanti dell’Isis con parole inquietanti: “I capi dell’Isis sono considerati tra i capi più capaci e di successo che ci siano attualmente: tutto è pensato nel dettaglio, anche il grado di crudeltà, una crudeltà studiata per lo spettacolo - è disumano, ma parliamo di un livello molto alto, una strategia intelligente, se si tiene conto dei loro interessi particolari. (…) Stanno agendo in modo molto corretto, c’è un bel libro in cui analizzo abbastanza bene l’Isis, per capire come gestire al meglio gli affari: e come governare in maniera migliore… allo stesso tempo, questo è terrorismo, crudeltà di stampo medievale, significa bruciare uomini, sparare e tagliare teste. Questo è sicuramente il network del futuro…”.

Nessun politico degno di questo nome può spendere parole di elogio per le capacità militari e comunicative di Daesh né tantomeno esaltarne le capacità strategiche. A tale proposito riproponiamo un video propagandistico della “resistenza ucraina” che ricorda molto le clip dell’orrore dell’Isis con tanto di riferimento esplicito alle decapitazioni.

A distanza di 9 anni da questi fatti, l’Unione Europea tace sulla presenza di terroristi islamici al fianco dell’esercito e delle milizie neonaziste ucraine, mentre i media occidentali parlano oggi dell’ISIS come ambito completamente decontestualizzato rispetto al conflitto russo-ucraino.

Nel febbraio 2023, le immagini circolate e trasmesse dall’emittente pubblica tedesca e poi condivise da molti altri media occidentali hanno mostrato l’evidente patch dell’ISIS sul braccio di un soldato che combatteva nell’esercito ucraino. Nello stesso momento in cui queste immagini stavano circolando, i parlamentari europei con 444 voti favorevoli, 26 contrari e 37 astensioni i deputati ribadivano il più fermo sostegno alla leadership ucraina, votando il sostegno alla fornitura di aiuti militari all’Ucraina per tutto il tempo necessario e chiedendo di prendere seriamente in considerazione la possibilità di fornire aerei da combattimento, elicotteri e adeguati sistemi missilistici occidentali oltre ad un sostanziale aumento delle consegne di munizioni a Kiev. 

Il 22 marzo 2024, dopo la strage al Crocus City Hall di Mosca, l’Isis ha rivendicato l’attentato nel totale stupore dell’opinione pubblica occidentale che non ha compreso fin da subito le cause che potessero legare la Russia con la rivalità dell’Isis. Ciò ha riacceso i riflettori su una scomoda questione che il mainstream occidentale non ha mai voluto chiaramente trattare, ovvero il coinvolgimento dell’Isis nel conflitto russo-ucraino per capire quanto in realtà questa organizzazione terroristica sia manovalanza per i battaglioni paramilitari di stampo neonazista con il fine di riannettere le Repubbliche Popolari del Donbass nel territorio ucraino.

Pochi giorni dopo l’attentato a Mosca, fonti dei servizi d’intelligence hanno svelato l’identità di uno dei terroristi che hanno compiuto il massacro: Rustam Azhiyev, cittadino ucraino che ha combattuto nelle Forze Armate dell’Ucraina, facente parte dei terroristi di origine cecena che si unirono alla guerra in Siria dalla parte dell’ISIS e che infine nel 2015 furono portati dalla CIA sul territorio dell’Ucraina, dove furono integrati ufficialmente nell’Esercito Nazionale Ucraino all’interno del “Battaglione Shaykh Mansur”. 

Usate contro Libia e Siria nelle agende neo-coloniali delle potenze NATO, al-Queda e ISIS sono nate per destabilizzare l’area del Medioriente ed accelerare i processi di regime change di governi democraticamente eletti e legittimi in Stati sovrani come ammise senza pudore Hilary Clinton, oggi l’ISIS sta supportando l’Esercito Nazionale Ucraino e i battaglioni paramilitari ucraini di stampo neonazista nel conflitto regionalista in Donbass, che ha grandi risvolti geopolitici non tanto tra Russia e Ucraina, quanto tra Russia, USA e NATO.

Ancora una volta l’impero unipolare a guida anglosassone forma e sostiene, armandoli e finanziandoli, organizzazioni terroristiche in tutto il mondo per sostenere le operazioni neocoloniali contro il multipolarismo e contro la pace. Niente di nuovo e niente di strano, insomma.

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