La minaccia statunitense verso il Venezuela e l’intera America latina incombe. Viene denunciata la presenza marittima di una flotta statunitense della quale fa parte un sottomarino nucleare nelle acque dei Caraibi in viaggio verso il Sud del continente con a bordo 4500 marines. Gli Stati Uniti giustificano lo spostamento con la “lotta al narcotraffico”. Al momento, alla netta opposizione dei paesi dell’ALBA-TCP, si è aggiunta la Presidente del Messico, che ha reagito condannando ogni forma di interventismo.

Non serviva questa flotta, è già esagerata la presenza statunitense, costituita da centodieci basi militari di diversa denominazione e dimensione, secondo quanto riportato dal Centro Messicano di Relazioni Internazionali per il 2024. Questa cifra non tiene conto delle basi nei Caraibi, ad eccezione di quella di Guantánamo a Cuba. A queste si devono aggiungere i “centri di ricerca per la biodiversità in Amazzonia” e altri “uffici” di intelligence legati alla Sicurezza Nazionale di Washington.

Parlano di terrorismo ma quello che chiamano terrorismo è, nella stragrande maggioranza dei casi, la mobilitazione popolare contro le misure neoliberiste o, in qualche caso isolato, contro focolai di insurrezione popolare o indigena, come nel caso dei Mapuche in difesa della loro terra nel sud del Cile. Da qui l'interesse del presidente cileno Boric ad aderire in qualche modo alla NATO. La borghesia cilena, i fenici del Pacifico meridionale, deve aver intravisto anche qualche affare da concludere.

E definiscono terrorismo le bande criminali armate dedite al narcotraffico, al sicariato e all'estorsione. Se si volesse sradicarlo si dovrebbero istruire i maggiori consumatori, le banche e i paradisi fiscali.

Un elemento che ritengono importante è la diversificazione degli armamenti (maggiori fornitori di armi per gli eserciti statunitensi) e la diversificazione delle fonti di intelligence, anche se quest'ultima è sotto il controllo diretto e indiretto degli Stati Uniti.

A tal proposito c’è l'autorizzazione del Congresso peruviano e del governo ecuadoriano alla circolazione di truppe straniere armate nei loro territori. C’è l'Accordo tra Ecuador e USA per contrastare le attività marittime transnazionali illecite. Entrambi gli accordi garantiscono immunità al personale USA, ovvero gli statunitensi non possono essere giudicati dai tribunali nazionali.

A cosa serve la NATO?

La NATO (Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord), la cui origine era quella di “difendere l'Europa dal comunismo e dal bolscevismo”, oggi è diventata il braccio armato di un impero in declino. Una NATO senza personalità e con armi solo per difendere le idee fasciste che dominano l'Unione Europea.

Oggi la NATO cerca nuovi alleati in Nostra America. Ha iniziato su richiesta di Carlos Menem (presidente dell'Argentina dal 1989 al 1999), trasformando questo Paese in “alleato principale” insieme al Brasile (1999), per poi continuare con la Colombia, diventata “partner globale” su richiesta del presidente Santos e poi concretizzata dal presidente Duque.

L’Alleanza del Nord Atlantico non offre nulla di nuovo agli eserciti del nostro continente. Formazione di quadri militari nella lotta contro il narcotraffico e il terrorismo. Ai militari viene insegnato a torturare e uccidere bambini, come i quattro bambini di Guayaquil.

Ci convincono della guerra e il Cile chiede di entrare nella NATO. La presenza della NATO in Nostra America va contro la sovranità e mette a rischio il continente della pace.

Il Perù approva l'acquisto di 24 aerei da combattimento, la Colombia parla di recuperare un'isola che, a causa del movimento del fiume, è rimasta sul lato peruviano, l'Ecuador consegna le Galapagos all'uso militare degli Stati Uniti e El Salvador crea un campo di concentramento per migranti.

È chiaro che gli interessi di coloro che fanno parte degli Affari Infiniti, il gruppo che domina la ricchezza mondiale, non sono a favore di ciò. Significherebbe accettare che la pace è possibile e quindi che le fabbriche di armi non sono necessarie, almeno per noi. Agli eserciti locali dà importanza e forse presenza in conflitti extra-continentali. Ciò significa maggiori entrate individuali per i soldati e gli ufficiali che partecipano ad azioni armate.

Tutto questo ha un impatto sui nostri popoli. Ogni spesa destinata agli armamenti è un dollaro in meno per l'istruzione, la sanità, il lavoro, l'alloggio. Ogni ufficiale o guardia addestrato è un civile in più torturato. Ogni porto, mezzo di trasporto, strada occupata è a difesa delle grandi imprese e non del popolo. E potremmo continuare così, distruggendo le nostre magre economie.

Finora siamo riusciti a mantenere un continente di pace in America Latina e nei Caraibi, uno degli obiettivi primari della CELAC e dell'UNASUR. Abbiamo lottato per l'unità della Patria Grande, che sarebbe uno spazio potentissimo di negoziazione politica, economica, sociale e nel campo delle idee, dove Nostra America ha molto da dire, da offrire, da contribuire.

Sarà il Venezuela l'obiettivo immediato? Il Nicaragua? Cuba? È per questo che arriva la NATO?

Per esempio la Guyana rimane una base operativa a favore delle compagnie petrolifere contro il Venezuela. Mantiene una posizione illegale sull'Essequibo e segue le direttive degli Stati Uniti su questo tema.

Sebbene per alcuni analisti possa sembrare un fatto secondario, è altamente pericoloso per la stabilità e la pace nella regione. Un fronte militare in quest'area può servire da pretesto per violente risposte della NATO, dato che una delle compagnie petrolifere è inglese (British Petroleum). In questo caos creato da Trump tutto è lecito e ogni scusa è buona.

 

La strategia per tenerci inginocchiati

Tre elementi: destrutturazione dello Stato e dell'economia, terrorismo criminale contro la popolazione, costruzione di un'ideologia e di un'organizzazione fascista.

Le lumpenoligarchie (parafrasando Gunder Frank, ritengo insufficiente chiamarle lumpenburguesie) organizzano, con la consulenza diretta della CIA e dei laboratori di pensiero degli Stati Uniti, tre strumenti per mantenere governi di estrema destra e destabilizzare i governi progressisti.

In primo luogo, i classici strumenti del FMI e della Banca Mondiale, con la coercizione finanziaria, che serve anche a rafforzare e arricchire ulteriormente queste stesse oligarchie. Riciclaggio di denaro, paradisi fiscali, svalutazione e esportazione di valuta, la scusa del deficit fiscale per destrutturare lo Stato come ente di servizi, ecc., ecc., tutto ciò che noi latinoamericani conosciamo e subiamo.

Quindi l'utilizzo della sicurezza cittadina come strumento di coercizione e repressione contro la popolazione. L'indebolimento istituzionale e la corruzione delle “forze dell'ordine”, che facilitano l'infiltrazione (associazione) della criminalità organizzata in questi gruppi. Il generale Álvaro Obregón, agli albori della rivoluzione messicana, diceva che non c'è generale che resista a un colpo di cannone da 50 mila pesos.

Ciò consente di mantenere l'esercito nelle strade, di armare queste forze con equipaggiamento antisommossa e di garantire l'impunità attraverso decreti di sospensione delle garanzie costituzionali. Gli esempi più eclatanti sono quelli dell'Ecuador, dove alle bande criminali è stato attribuito lo status di “forze belligeranti”. È stato persino assunta, come consulente esterno, la Blackwater, un'agenzia di mercenari, con immunità diplomatica.

In Perù, elementi della Polizia Nazionale e dell'Esercito fanno parte delle bande criminali e, a causa della debolezza istituzionale, i comandanti onesti sono troppo deboli per reagire. In El Salvador, un personaggio perverso e squilibrato come Bukele è riuscito a conquistare il potere sulla base di accordi fraudolenti con le bande di maras e, naturalmente, con gli Stati Uniti, compresa la vendita della persecuzione dei migranti.

In sintesi: lascio crescere la criminalità, armo la mia polizia per difendere lo Stato lumpenoligarchico e mantengo la popolazione terrorizzata e soggiogata dalle forze criminali e da quelle dell'«ordine». Incudine e martello contro la popolazione civile.

Fa parte di questa strategia ben congegnata tutta la telenovela inventata intorno al Tren de Aragua, la presenza del Venezuela e la migrazione promossa e allo stesso tempo repressa dagli Stati Uniti.

A tutto ciò si aggiunge la costruzione di organizzazioni e bande fasciste, promosse dalla Spagna, in particolare da Madrid, da VOX e altri gruppi di estrema destra, che organizzano riunioni sistematiche per consolidare le idee e le forme di organizzazione del fascismo. La misoginia e il razzismo sono elementi aggreganti.

Il governo argentino ne è un esempio e uno squilibrato come Milei ottiene un forte impatto mediatico con il suo linguaggio volgare e i suoi atteggiamenti che imitano il proprietario del circo più grande, Donald Trump.

Ma nonostante questa tremenda controffensiva imperiale, i popoli scendono in piazza, ci sono presidenti coraggiose, Claudia Sheinbaum, Castro. Che rispondon,o come Díaz-Canel, Maduro, Ortega. Altri con tattiche diverse, Lula, Petro. Ma soprattutto c'è il popolo nelle strade, per recuperare ciò che è stato perso, consolidare i progressi compiuti e conquistare Patrie Libere. L'unità della sinistra, la costruzione di fronti popolari e democratici, la costruzione delle autonomie, sono il cammino.

Dagli spazi di comunicazione, Telesur, Prensa Latina, La Red Latam, La Base, La Base Comanche, People Dispacht, Página 12, La Jornada, Ruta Kritica, Amauta, Resumen Latinoamericano, NuestraBanderape.

Leggete Inna Afinogenova, Sabina Berman, Daniela Pastrana, Laura Arroyo, Alondra Santiago, Julio Astillero, Pablo Iglesias, Orlando Pérez, Atilio Borón, Ignacio Ramonet, Juan Carlos Monedero, Fabrizio Casari, tutti i blog, i periodici e gli spazi di lotta mediatica. Vi condivido questi nomi, sono come una piccola selezione di comunicatori che lottano contro l'ideologia della guerra e degli affari.

Sono solo alcuni, cercate gli altri, vale la pena ascoltarli e condividerli. Anche con gli scettici, non predicate solo tra gli apostoli. È la nostra battaglia culturale. La battaglia delle idee va combattuta e vinta. Solo con la lotta si ottengono vittorie.

 

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