Testa o croce?, nuovo lavoro dei registi italo-americani Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, nasce da "una passione profonda per le ballate popolari, le leggende tramandate oralmente e i racconti che da bambini ci venivano narrati come se fossero verità".

Agli inizi del '900, il Wild West Show di Buffalo Bill arriva a Roma per vendere agli italiani il mito della frontiera, a colpi di fucili a salve e spettacoli di cowboy. Qui, nella cornice di una gara di doma divenuta leggenda tra cowboys e butteri italiani, Rosa, giovane moglie del signorotto locale, si innamora di Santino, il buttero che vince la sfida. In seguito all'omicidio del marito, Rosa e Santino fuggono insieme, ma la giustizia, come sempre, è venduta al miglior offerente e sulla testa di Santino viene messa una grossa taglia. Con Buffalo Bill sulle loro tracce, Rosa sogna l’America, quella vera, non quella dei manifesti pubblicitari con i bisonti, ma il suo sogno dovrà fare i conti con la realtà. Perché, come in ogni ballata western che si rispetti, il destino lancia la moneta. E spesso, la verità resta sepolta sottoterra. Storie tramandate di bocca in bocca, come le leggende di frontiera, dove la verità è sempre incerta e si trasforma, diventando mito.

"Con Testa o Croce? abbiamo messo in scena una ballata western ambientata in Italia, un anti-western che parte da premesse classiche (il cowboy, il duello, la fuga) per poi trasformarsi gradualmente in qualcosa di più magico e surreale. L’intento era rompere le convenzioni del genere, reinterpretandolo in chiave italiana e contemporanea", afferma il duo di registi.

Il Wild West Show di Buffalo Bill "è stato il nostro punto di partenza, uno spettacolo itinerante che già all’epoca mescolava storia e finzione e costruiva miti attraverso la narrazione. Secondo i giornali dell’epoca i butteri locali sconfissero i cowboy americani in una gara di doma. Da lì, abbiamo immaginato un film che si costruisce come racconto epico e postmoderno, dove realtà e finzione si confondono, e dove la narrazione stessa diventa parte del film".

Il film parte da un immaginario maschile e lo decostruisce progressivamente. Il personaggio maschile classico, il cowboy, l’eroe, viene messo in discussione e smontato pezzo dopo pezzo, fino a un ribaltamento totale. L’arco narrativo del personaggio di Rosa è il nucleo del racconto.

La decisione di suddividere il film in capitoli nasce dalla fascinazione con la struttura dei Dime novels, romanzi popolari d’avventura e western che spesso riscrivevano la realtà con intenti spettacolari. Nel film, Buffalo Bill è il narratore, un narratore inaffidabile, che scrive la propria versione dei fatti. I capitoli sono quelli del suo diario, e la sua narrazione entra costantemente in conflitto con la verità del percorso di Rosa.

“Abbiamo girato in pellicola, alternando 35mm, Super 16 e digitale, per creare texture visive diverse, legate alle emozioni e ai punti di vista. Ogni formato ci ha permesso di esprimere meglio i diversi strati della storia: quello mitico, quello intimo, quello sognato.

I western sono sempre stati uno specchio attraverso cui scorgere il contesto socioculturale in cui sono stati realizzati, e questa è la nostra opportunità per fare un film che parli attraverso il genere del mondo in cui viviamo: un mondo di false apparenze, individualista, surreale, spesso ostile e malvagio, dove l’unico sentiero verso la redenzione è l’amore”, concludono.

Il film uscirà il 2 ottobre nelle sale italiane.

Testa o croce? (Italia, Usa)

Regia: Alessio Rigo de Righi, Matteo Zoppis

Cast: Nadia Tereszkiewicz, Alessandro Borghi e John C. Reilly, Peter Lanzani, Mirko Artuso, Gabriele Silli, Gianni Garko

Distributore: 01 Distribution

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