Ucraina, l’illusione delle armi

di Michele Paris

L’approvazione di una nuova all’apparenza consistente tranche di aiuti americani da destinare all’Ucraina è stata per mesi invocata come la soluzione alla crisi irreversibile delle forze armate e del regime di Kiev di fronte all’avanzata russa. Il via libera della Camera dei Rappresentanti di Washington nel fine settimana ha perciò scatenato un’ondata di entusiasmo negli Stati Uniti e...
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Euskadi, un pareggio vittorioso

di Massimo Angelilli

Domenica 21 aprile, nel Paese Basco, circa un milione e ottocentomila persone erano chiamate alle urne per rinnovare il Parlamento. All’appello ha risposto il 62,5%, suddiviso tra le tre province di Bizcaya, Guipúzcoa e Álava. Una percentuale alta, se paragonata con l’ultimo appuntamento elettorale, quello del 2020 drammaticamente contrassegnato dalla pandemia. Molto più bassa invece, rispetto all’auge dell’80% raggiunto nel 1980, anno delle prime consultazioni dopo la transizione democratica. Nel sistema spagnolo, le elezioni regionali rappresentano un test estremamente significativo, al di là della influenza che potrebbero avere nella politica nazionale. È questa una lettura “classica” che, più o meno, si applica in...
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di Mariavittoria Orsolato

Il conduttore più osannato e pagato della tv torna stasera su Canale5 con il suo Il senso della vita e lo fa abbracciando una causa assolutamente anti-televisiva. Stiamo parlando del Venus Project - un'organizzazione no-profit fondata nel 1975 dal designer industriale e ingegnere sociale Jacque Fresco - e del suo braccio attivista, il movimento "Zeitgeist". Per coloro che ancora non lo conoscessero, il movimento è nato dopo la divulgazione dei documentari del regista statunitense Peter Joseph ed è un’iniziativa non profit a base sociale il cui obiettivo è quello di rendere consapevole la società del cambiamento necessario a livello globale per il bene di tutti gli esseri umani.

Il movimento sostiene che nazioni, governi, razze, religioni, credi e classi sociali siano distinzioni fasulle, e promuove invece l'unità fra le persone attraverso una concezione comune della natura e la fondamentale abolizione del denaro come mezzo di scambio. Una filosofia ad alto tasso utopico che è però riuscita a guadagnarsi in soli tre anni ben 452.000 sostenitori in 192 paesi del mondo.

I concetti che stanno alla chiave di questo nuovo “Spirito del tempo” sono mutuati dalle proposte di Fresco, che vede nella resource-based economy la soluzione all’economia monetaria orientata alla scarsità esistente oggi. L’idea è che il mondo è ricco di risorse naturali ed energia e che con le moderne tecnologie e un'efficienza equa, i bisogni della popolazione globale possono essere soddisfatti in abbondanza. Il presupposto è che la scienza e la tecnologia possono fornire tutti gli strumenti necessari all’eliminazione dei conflitti, delle prevaricazioni sociali e degli squilibri tra le diverse aree del mondo.

Un progetto di “social design”, come lo ha definito l’ingegnere americano, attuabile nel momento in cui si raggiunge la consapevolezza che l’attuale sistema monetario consiste per la maggior parte in aria fritta su cui è solo possibile indebitarsi.

Idee rivoluzionarie quelle dello "Zeitgeist Movement", da alcuni considerate solo l’ennesimo spunto per teorie complottiste ed antiamericane, a Paolo Bonolis paiono essere piaciute molto. Il conduttore è stato infatti intercettato alla proiezione romana del terzo capitolo dei lavori di Peter Joseph, Zeitgeist: moving forward e, avvicinato da un attivista stupito della sua presenza, ha replicato: “E mica so tutti cojoni!”. Da lì é cominciata la collaborazione tra Federico Pistono, coordinatore del movimento Zeitgeist Italia, Bonolis e Michele Afferrante, co-autore de Il senso della vita.

Come si legge nel comunicato divulgato dal sito del movimento “dall'idea iniziale di avere una breve citazione del "Movimento Zeitgeist" nel programma, man mano che parlavamo e discutevamo si è passati a rendere il Movimento un leitmotiv di tutta la stagione, mostrando delle clip in tutte le puntate, come un percorso formativo, per porci delle domande, dare spazio alla nostra immaginazione e al nostro spirito critico”.

Dicevamo appunto sopra che trattasi di roba totalmente anti-televisiva ed è quasi un miracolo che Bonolis sia riuscito ad imporre dei contenuti simili nel prime-time domenicale della rete ammiraglia di casa Berlusconi. Ma per il conduttore e co-autore del programma, quello in partenza domenica non è uno di quei format con l’assillo dell’auditel: “Non a caso andiamo in onda la domenica, che tradizionalmente non è una serata che paga molto negli ascolti di Canale 5, tra abitudine alla fiction di Raiuno e campionato di calcio. Insomma - sottolinea Bonolis - se devi andare basso con gli ascolti, almeno lo fai con qualcosa di dignitoso".

Certo non dobbiamo aspettarci una rivoluzione. Il senso della vita manterrà la sua solita struttura con la famosa foto-intervista al vip di turno - anche il 95enne Fresco è previsto come ospite per il gran finale di stagione - e le classifiche esistenziali, ma agli ormai proverbiali siparietti con la storica spalla Luca Laurenti si aggiungeranno anche miniconferenze tenute da persone che sono riuscite a realizzare progetti importanti: nella puntata di esordio ci sarà un giovane del Malawi che ha costruito un mulino con le sue mani partendo da un libello anni '60 trovato nella scuola di un villaggio vicino al suo.

Gli ospiti nazionali e non che si alterneranno sul palco saranno tutto fuorchè politici: per la prima volta Il senso della vita chiude le porte ai professionisti della poltrona, non tanto per questioni di principio ma, come spiega Bonolis, “un po' perché la par condicio per le amministrative e per il referendum ce lo impedirebbe comunque, e un po' perché non ci saranno dibattiti su nessun argomento, sennò finisce sempre che uno dice una cosa e l'altro dice che non è vero”.

Per chi dunque non cede ai furori del tifo calcistico o non indugia nelle fiction all’italiana, la domenica sera di Canale 5, scevra dalle creature transgeniche di Maria De Filippi, potrebbe rappresentare un’interessante diversivo. Certo Bonolis non può essere considerato un filosofo ma il fatto che il programma che va a condurre sia pensato per essere un crogiuolo di idee e spunti di riflessione ha certo il suo merito, soprattutto se si considera il fatto che la sua piattaforma è la probabile responsabile dell’imbarbarimento morale e culturale che stiamo vivendo oggi.

 

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