Migranti, la dottrina Trump

di Mario Lombardo

Un giudice federale americano è dovuto intervenire nuovamente questa settimana per imporre all’amministrazione Trump il rispetto di un ordine che aveva già emesso nel mese di aprile al fine di fermare le deportazioni illegali di immigrati negli Stati Uniti verso paesi autoritari o in stato di guerra. L’ingiunzione è solo l’ultima in ordine di tempo delle numerose arrivate nei giorni...
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Gaza, il piano dello sterminio

di Mario Lombardo

La risoluzione approvata lunedì dal gabinetto israeliano del primo ministro/criminale di guerra, Benjamin Netanyahu, ha tutto l’aspetto di una soluzione finale al “problema” palestinese nella striscia di Gaza. Occupazione militare permanente, espulsione o confinamento degli abitanti in campi di concentramento, restrizioni estreme nella distribuzione di cibo e aiuti, sterminio puro e semplice tramite fame, malattie e violenza sono le caratteristiche principali del piano che verrà implementato a breve da Tel Aviv. Mentre media e politici occidentali cercano di presentare la nuova iniziativa israeliana come un mezzo per fare pressioni su Hamas e ottenere la liberazione degli “ostaggi”, Netanyahu e i suoi complici non hanno ormai...
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di Mariavittoria Orsolato

Dopo due anni e mezzo di indegna guida del fu primo tg della tv di Stato, il direttorissimo Augusto Minzolini lascia su cortese richiesta della direzione generale gli studi di Saxa Rubra. La motivazione è il drastico calo di ascolti del Tg1, unito al naturale spoil-system che tocca la Rai ad ogni avvicendamento nell'esecutivo. A maggior ragione per colui che, come Emilio Fede, é stato il portavoce televisivo del cavaliere ormai (almeno in parte) disarcionato.

Il sito Dagospia, accreditano Minzolini come il nuovo direttore di Panorama in sostituzione coatta di Giorgio Mulè, che commesso il passo falso di attaccare la moglie di Bossi titolando un articolo del settimanale Mondadori “Lady B, imperatrice della Padania” e descrivendo la moglie del Senatur come “l'anima nera del movimento”. “Gestisce l'agenda del marito - si legge - stabilisce chi affiancargli, chi premiare.

E ora sta combattendo la lotta contro i maronian' ribelli e dissidenti che non le perdonano di trattare il partito come un bene di famiglia, da destinare al Trota”, vale a dire al figlio Renzo. Un sgarbo a quello che sulla carta non sarà più un alleato ma che in ogni caso Berlusconi si vuole imbonire in vista del dopo Monti, perchè si sa che Silvio senza Umberto non va da nessuna parte.

Dunque un ritorno all'ovile per lo spampanato del berlusconismo. Dopo aver difeso a spada tratta l'indifendibile del passato esecutivo, la giusta ricompensa per il paladino del cavaliere non può che essere la direzione del rotocalco di famiglia: una collocazione normale e naturale, un'isola felice in cui poter pontificare liberamente senza l'ansia di dover affossare ad ogni costo il servizio pubblico a favore dei tg Mediaset. Il danno d’immagine e conseguente credibilità per la prima testata Rai è stato indubbiamente consumato.

Come certifica anche l’ultima ricerca pubblicata dall’Osservatorio di Demos-Coop, secondo il quale la fiducia nel Tg1, presso il pubblico, oggi si ferma al 50,1%: ben 3,1 punti percentuali in meno di un anno fa e addirittura 18,9 rispetto al 2007, quando il notiziario della prima rete Rai, allora diretto da Gianni Riotta era considerato affidabile dal 69% degli intervistati.

Più o meno lo stesso livello del 2002: un crollo verticale insomma, che in meno di quattro anni ha trascinato nel baratro l'attendibilità di una redazione come quella di Saxa Rubra. Il Tg1 risulta meno credibile di entrambi i notiziari delle altre reti Rai (il Tg3 con il 62,1% è il più apprezzato tra i tre notiziari, mentre il Tg2 si attesta su un comunque risibile 51,5%) ed è stato superato anche dall’outsider Tg La7, cresciuto in maniera esponenziale nell’ultimo anno sotto la direzione di Enrico Mentana (più 5,9 punti dal 2010 e ben 17,4 dal 2007) Tallona il Tg1, il Tg5 quinto a quota 48,5. Il meno credibile dei notiziari nazionali è il Tg4 di Emilio Fede, fermo a 19,4 punti percentuali. Studio Aperto, ovviamente, non pervenuto.

A sostituire il direttorissimo e a sobbarcarsi i suddetti problemi arriverà Alberto Maccari, attuale direttore della Testata Giornalistica Regionale Rai. Una nomine che nelle intenzioni è “ad interim” fino al gennaio 2012 ed è motivata - sempre ufficialmente - dalla prossimità della pensione (manovra Monti permettendo) del sessantacinquenne giornalista umbro. Ufficiosamente invece manca il consenso in Cda: due dei consiglieri (Nino Rizzo Nervo per l'area Pd e Rodolfo de Laurentiis per l'Udc) hanno già affermato la loro contrarietà ad un incarico temporaneo e proprio per la mancanza di una maggioranza sicura in Consiglio in vista del voto di oggi, Garimberti ha deciso di far pesare sul tavolo Rai anche la sua stessa presenza a viale Mazzini.

 

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