L’appuntamento è per il 15 Agosto in Alaska e sarà il primo del secondo mandato di Trump alla Casa Bianca. Il fatto che vi sarà un incontro è di per sé un fatto positivo, quando le due superpotenze nucleari dialogano il mondo intero respira meglio. Ma non è affatto detto che sia risolutivo: l’agenda è piuttosto fitta e sebbene l’Ucraina sia il punto di maggiore interesse politico e mediatico, altre questioni - sostanziale azzeramento di tutti gli accordi per i missili balistici a corto e medio raggio, accordo tra Armenia, Azerbaigian e Turchia sul corridoio di Zangezur, uscita dall’accordo 5+1 sulla fine delle sanzioni all’Iran, Groenlandia, spostamento di missili USA in Germania, nuova base NATO in Romania, provocazioni della Moldavia e molto altro ancora - faranno parte della ripresa del negoziato diretto tra Stati Uniti e Russia.

Prima Parigi, poi Londra, quindi Toronto, forse Berlino. Sembrano essersi tutti convinti i governi europei e il canadese, di dover riconoscere la Palestina come Stato. Dunque con un procedimento formale, che include l’ufficializzazione delle relazioni diplomatiche bilaterali con tutto ciò che organizzativamente comporta, a cominciare dall’apertura dei rispettivi uffici diplomatici accreditati. C’è chi ritiene che l’iniziativa di per sé rappresenti un piccolo “strappo” nei confronti degli Stati Uniti, che hanno infatti già minacciato il Canada di ritorsioni ad ogni livello ove venisse confermato l’annuncio. Ma è solo teatrino, dargli valore sarebbe un ragionare tutto politicista, un machiavellismo di seconda mano, privo di ogni sostanza. E invece la sostanza è quello che val la pena indagare.

Con l’aumentare delle polemiche sul progressivo insabbiamento del caso Jeffrey Epstein da parte dell’amministrazione Trump, un paio di settimane fa l’FBI aveva diffuso pubblicamente un filmato di circa undici ore di videosorveglianza carceraria che mostrava gli ultimi momenti del discusso finanziere prima della sua morte, avvenuta nell'agosto 2019. Invece di mettere fine alle speculazioni, il materiale video ha però riacceso polemiche politiche e dubbi investigativi. Un’analisi della rete CBS trasmessa questa settimana ha infatti rivelato significative contraddizioni tra le dichiarazioni ufficiali del Dipartimento di Giustizia e quello che effettivamente mostrano le riprese. Nel frattempo, un sondaggio Economist/YouGov ha evidenziato come quasi la metà degli americani creda che il presidente Trump fosse complice di Epstein nei crimini di traffico sessuale, mentre due terzi degli americani pensa che il governo stia nascondendo le prove di ciò.

I recenti annunci dei governi di Francia e Regno Unito sul riconoscimento nelle prossime settimane dello stato palestinese non hanno nulla a che vedere con un reale scrupolo per questo popolo né con un impegno autentico per fermare il genocidio in corso a Gaza. Si tratta piuttosto di iniziative ciniche al preciso scopo di nascondere le tracce delle loro responsabilità dirette nella strage quotidiana condotta per mano del regime sionista del primo ministro/criminale di guerra Netanyahu. Il riconoscimento formale di uno stato palestinese non avrà inoltre nessun impatto concreto sugli eventi, come dimostra il fatto che già più di 140 paesi lo hanno fatto finora praticamente senza nessun effetto.

L’ennesima giravolta di Trump sulla guerra in Ucraina ha lasciato commentatori e governi di tutto il mondo nuovamente a chiedersi quale possa essere la “strategia” della Casa Bianca per arrivare a una soluzione negoziata di una crisi che dura ormai da più di 40 mesi. Riproponendo la sua abituale vocazione agli ultimatum, il presidente americano ha ridotto lunedì da 50 a “10 o 12 giorni” quello da poco imposto alla Russia per accettare una tregua, pena una raffica di sanzioni “secondarie” che, però, nessuno o quasi, incluso il governo di Mosca, ritiene realmente applicabili.


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