SuperLega, chi era costei? Per fare chiarezza sullo tsunami che ha investito il mondo del calcio bisogna distinguere due piani ormai contraddittori: quello sportivo e quello economico. Dal primo punto di vista, una competizione con il 75% dei partecipanti fissi non può che essere definita una porcheria, in quanto nega il primo valore alla base dello sport: il merito. Se alla Champions League ci si qualifica in base al risultato raggiunto nei campionati nazionali, alla SuperLeague 15 partecipanti su 20 saranno sempre gli stessi, ossia grandi club che si sono auto-selezionati in base al fatturato e ai comuni interessi finanziari. Attenzione: non c’entra nulla il prestigio, è solo business.

L’Inter viene fermata dal Napoli nella sua marcia vittoriosa che durava da undici partite. Il match con i partenopei si conclude con un pareggio che appare un risultato giusto. La squadra di Conte gioca senza forzare il ritmo, vuoi per il rispetto nei confronti degli azzurri di Gattuso, vuoi perché avverte la capacità di controllare le partite con una fisicità ed un posizionamento che non la manda mai in affanno. Il gol è un infortunio tra Handanovic e De Vrij, con il primo che colpisce il portiere che aveva preso il pallone facendoglielo spedire in porta. Il pareggio dell’Inter è una perla di Eriksen che infila nell’angolino una botta da 25 metri. Per l’Inter, che ha ormai solo due partite difficili, mantenere 9 punti di vantaggio sul Milan.

Nella lotta per la zona Champions, clamoroso passo avanti dell’Atalanta, che batte di misura la Juve e la scavalca di due punti in classifica, portandosi al terzo posto in solitaria. La gara di Bergamo è decisa all’87esimo da Malinovskyi, complice una deviazione di Alex Sandro che spiazza Szczesny. Per i bianconeri, Chiesa esce nella ripresa per un infortunio muscolare e Dybala non graffia.

La squadra di Gasperini mantiene così due soli punti di svantaggio dal Milan, vittorioso per 2-1 a San Siro contro il Genoa. A referto Rebic e Destro, ma l’incontro è deciso da un’autorete di Scamacca.

Ancora un successo per la Lazio, che continua a vincere senza convincere. Pur con due autogol e due rigori a favore, i biancocelesti rischiano fino all’ultimo di pareggiare in casa contro il Benevento, che più volte va vicino a una rimonta clamorosa. All’ultimo secondo, però, arriva il 5-3 firmato da Immobile, che interrompe con una doppietta un digiuno di oltre due mesi.

I capitolini portano così a 4 i punti di vantaggio sulla Roma, sconfitta per 3-1 dal Torino. I giallorossi passano in vantaggio con Mayoral, ma vengono poi raggiunti e superati dai granata con Sanabria, Zaza e Rincon.

A metà classifica, vittoria casalinga per 3-1 del Sassuolo contro la Fiorentina. Viola avanti con Bonaventura dopo un bel primo tempo, ma poi De Zerbi inserisce Berardi, che segna una doppietta su rigore prima del tris di Lopez.

Successo convincente anche quello del Bologna sullo Spezia (4-1). La doppietta di Svanberg chiude i conti nella ripresa dopo un avvio sprint con le reti di Orsolini e Barrow.

Pioggia di gol anche a Cagliari, dove i padroni di casa battono il Parma per 4-3, portandosi a -5 dalla zona salvezza e a +5 proprio sugli emiliani, che rimangono inchiodati in penultima posizione. Succede di tutto: doppio vantaggio esterno con Pezzella e Kucka, poi Pavoletti accorcia per l’1-2 di fine primo tempo. Nella ripresa, 1-3 di Man, quindi Marin firma il 2-3 prima dei due gol della vittoria di Pereiro e dell’ex Cerri nel recupero.

Sempre più ultimo il Crotone, sconfitto in casa anche dall’Udinese (1-2). Non basta ai calabresi il diciassettesimo gol stagionale di Simy: De Paul regala il successo alla squadra di Gotti con una doppietta e poi viene espulso al 90esimo per un fallo su Molina.

Chiude il quadro della giornata il 3-1 della Sampdoria sul Verona. Hellas in vantaggio con Lazovic su punizione, poi Ranieri cambia tre uomini all’intervallo e i blucerchiati dilagano con Jankto, Gabbiadini su rigore e Thorsby.

Una partita in meno da giocare e la voragine di punti dalle inseguitrici che rimane gigantesca. L’Inter vince anche contro il Cagliari e rimane a +11 sul Milan. A San Siro, contro il Cagliari, la squadra di Conte porta a casa l’ennesima vittoria sporca e di misura. Nel primo tempo si registrano due grandi parate del debuttante Vicario su Eriksen e Darmian, che poi segna al 77esimo portando i nerazzurri un passo più vicini allo scudetto.

Vittorie anche per Milan e Juventus. I rossoneri sbancano per 3-1 il campo del Parma: gol di Rebic, Kessie, Gagliolo e Leao. Espulso Ibrahimovic. Gli amiliani rimangono in zona retrocessione, penultimi con appena 20 punti.

Una partita in meno e otto punti di vantaggio sulla seconda. Ormai, fra l’Inter e lo scudetto sembrano non esserci più ostacoli. Con la vittoria di misura in casa del Bologna (gol partita di Lukaku al 31esimo), i nerazzurri si sono cuciti sul petto due strisce e mezzo del tricolore. Anche perché, nel frattempo, le concorrenti continuano ad arrancare.

Milan e Juventus rimediano altri due pareggi a sorpresa. Nella prima partita del sabato, i rossoneri si fanno sorprendere in casa dalla Sampdoria, che sfiora addirittura l’impresa. I blucerchiati, infatti, passano in vantaggio con l’ennesima prodezza di Quagliarella, che beffa Donnarumma con un pallonetto dalla distanza sfruttando un retropassaggio sbagliato dalla retroguardia milanista. Nel finale la squadra di Pioli - in superiorità numerica per l’espulsione di Silva - trova il pareggio con Hauge e all’ultimo respiro colpisce l’incrocio con Kessié.

La Juve invece esce con un pari deludente (ma in rimonta) dal derby contro il Torino. Dopo la rete iniziale di Chiesa, i granata trovano prima il pari poi il vantaggio con Sanabria, ma vengono ripresi alle ultime battute dalla Signora con Cristiano Ronaldo. La panchina di Pirlo scricchiola sempre di più, anche perché ormai è in discussione anche il piazzamento Champions: i bianconeri si ritrovano al quarto posto, scavalcati dall’Atalanta e a braccetto con il Napoli.

La squadra di Gasperini agguanta il terzo posto e si porta a -2 dal Milan vincendo 3-2 in casa contro l’Udinese. I mattatori di giornata sono Muriel e Zapata. Gotti tiene aperta la gara con Pereyra e Stryger Larsen, ma non basta.

Il Napoli, dicevamo, aggancia la Juve grazie a una rocambolesca vittoria per 4-3 al Diego Armando Maradona contro il Crotone. Insigne e Osimhen dopo 22 minuti portano i padroni di casa sul 2-0, quindi Simy e una punizione di Mertens fissano il risultato sul 3-1 a fine primo tempo. Nella ripresa, ancora Simy e Messias firmano il pari, ma alla fine Di Lorenzo fa gioire Gattuso.

La Lazio, all’Olimpico contro lo Spezia, vince la terza partita consecutiva in Campionato malgrado il digiuno prolungato di Immobile. A inizio ripresa i biancocelesti passano in vantaggio con Lazzari, poi i liguri pareggiano con una rovesciata sotto l’incrocio di Verdi. A pochi minuti dalla fine, però, Caicedo decide la gara trasformando un rigore concesso per un fallo di mano in area. Dei 28 gol segnati dall’ecuadoriano in Serie A, otto sono arrivati dopo l’83esimo minuto. Nel recupero, espulsi Lazzari e Correa.

La squadra di Inzaghi supera di un punto in classifica la Roma, che dopo due sconfitte consecutive non va oltre il pareggio sul campo del Sassuolo (2-2). I giallorossi segnano con Pellegrini su rigore, poi Traore segna l’1-1. Bruno Peres firma il nuovo vantaggio dei capitolini, ma all’85esimo arriva il definitivo pareggio di Raspadori.

A metà classifica, il Sassuolo viene così scavalcato di una lunghezza dal Verona, vittorioso per 2-0 in casa del Cagliari. Chiudono il quadro della giornata altri due pareggi: 1-1 fra Genoa e Fiorentina e 2-2 fra Benevento e Parma.

L'Inter, fermata dall'Ats e impossibilitata a giocare contro il Sassuolo, si gode la clamorosa vittoria del Benevento in casa della Juve e rimane a +10 sui bianconeri. Ora, però, a parità di partite. A Torino succede l’imponderabile: un gol di Gaich manda in paradiso i campani di Pippo Inzaghi, che erano senza vittorie in campionato dal 6 gennaio. A questo punto, anche in caso di vittoria della Coppa Italia, è probabile che la prima stagione di Andre Pirlo sulla panchina bianconera finirà per essere anche l’ultima.


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