di Roberta Folatti

Due ore senza pensieri

E’ un inno alla leggerezza, alla voglia di non prendersi sul serio. Un invito a tentare strade percorse solo con l’immaginazione. Un florilegio di creatività.
Ve lo dice una che non ama i musical e non ama neppure gli Abba. Però Mamma mia! è talmente spiritoso, ben girato, con delle coreografie accattivanti e un cast azzeccato da conquistare anche i più scettici. E poi c’è una sorprendente Meryl Steep che, con le sue due amiche del cuore più o meno coetanee, si scatena come non ha mai fatto nella sua carriera, trasmettendo al pubblico un’energia e un divertimento insoliti.

di Roberta Folatti

Donne di secoli diversi

E’ il remake di uno dei miei film preferiti, “Donne” di George Cukor, girato negli Stati Uniti nel 1939, quasi un secolo fa ormai...
Il filo conduttore è il medesimo ma naturalmente The women, essendo ambientato ai giorni nostri, è tutt’altra cosa. Riscritto completamente dalla sceneggiatrice, regista e produttrice Diane English, con dialoghi assolutamente moderni, mantiene l’idea originale di un cast tutto femminile: la controparte maschile viene solo nominata, vagheggiata, dileggiata. Spesso anche trascurata per la verità. Insomma non si vede un uomo per tutta la durata della pellicola!

di Roberta Folatti

Il circo che cambia la vita

La notizia è di un paio di giorni fa, un ragazzino rumeno che viveva in una zona dismessa di Sesto San Giovanni è morto carbonizzato in un rogo causato da alcune candele, usate per illuminare quelle stanze in disuso. Era in Italia con suo fratello, si alzava ogni mattina alle cinque per andare a chiedere qualche euro agli automobilisti di passaggio. Un fatto del genere impressiona in modo particolare se si è appena usciti dal film Parada, che ha come protagonista un gruppo di bambini rumeni, i cosiddetti boskettari, che vivono da randagi nelle fogne e nei canali di Bucarest.

di Roberta Folatti

La verità fa male...

Il fatto che Le tre scimmie sia stato premiato a Cannes (miglior regia 2008) può deporre in favore della sua non facile decifrabilità. Questo Festival ama i lavori dalla doppia, tripla lettura, dall’impatto non immediato e il film del turco Nuri Bilge Ceylan non si discosta da tali parametri.

di Roberta Folatti

La vita ricomincia a novant’anni?

Il pranzo di ferragosto del titolo si svolge all’insegna dell’allegria e della convivialità ma il film di Gianni Di Gregorio è più malinconico che spumeggiante. La vecchiaia è ripresa molto da vicino e le immagini non ci raccontano frottole.


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