di Alessandro Iacuelli

Brutto momento per il nucleare iberico: quattro degli otto reattori nucleari spagnoli hanno registrato disfunzioni in meno di 72 ore, come scrive il quotidiano El Paìs. Per motivi differenti, e con conseguenze sulle quali nessuno si pronuncia in modo corretto, gli incidenti si sono prodotti tra sabato e martedì scorsi. Critiche le organizzazioni ambientaliste, secondo le quali è colpa della pessima cultura della sicurezza con la quale Iberdola e Endesa, proprietarie delle quattro centrali colpite, gestiscono gli impianti. A questo si aggiunga che il parco nucleare spagnolo è molto vecchio, come mette in guardia Greenpeace, in un comunicato. Il "Consejo de Seguridad Nuclear" (Csn), organismo che controlla la sicurezza atomica, attribuisce gli incidenti ad una "sfortunata casualità". I proprietari delle centrali hanno sminuito l'accaduto, sottolineando che la sicurezza delle installazioni non è stata colpita. Tre degli incidenti registrati sono avvenuti in tre reattori situati a Tarragona, nel nord-est della Spagna, gestiti dalla Associazione Nucleare Asco-Vandellos (Anav), i cui proprietari sono Iberdola e Endesa. Ancora una volta, si fa la corsa a dichiarare che non ci sono stati pericoli per le persone e per l'ambiente, ancora una volta è partita, come avviene ovunque nel mondo, la corsa alla minimizzazione. La Spagna si era già trovata nella bufera (nucleare) qualche mese fa: la centrale nucleare Asco I ha avuto una perdita radioattiva verso la fine di marzo, ma il Consiglio di Sicurezza Nucleare è stato avvisato solo il 4 aprile. Le polemiche sono nate dal fatto che quello stesso giorno, durante la fuga radioattiva, era presente nell'impianto una scolaresca in visita. Secondo Greenpeace una parte della perdita è fuoriuscita dalla stazione. Il ministero della sanità spagnolo è entrato in azione immediatamente: a causa dei rischi di contaminazione ora dovranno essere sottoposte a screening oltre 2600 persone. Per questo l'azienda esponsabile, l'Endesa, verrà multata. Ora il reattore è fermo per permettere di ripulire il sito. Il reattore gemello Asco II era stato fermato nel 2007 per un guasto ad una valvola.

Il 9 giugno, sempre ad Asco I, i tecnici del Consiglio di Sicurezza Nazionale hanno rinvenuto la settimana scorsa degli elementi radioattivi sulla linea ferroviaria situata vicino alla centrale. E ancora, sempre ai primi di giugno, è stato registrato un guasto in alcuni monitor che misurano la radioattività all'interno della centrale. "Il 5 giugno è stata localizzata una particella radioattiva in prossimità delle ferrovie e il giorno dopo ne sono state rinvenute altre due nella stessa zona", ha spiegato Eugeni Vives, portavoce della “Asociacin Nuclear Asco-Vandellos II” (Anav). "Un fatto, questo, legato alla fuga che si è prodotta nel novembre scorso a Asco ma che non ha incidenza nè sulla salute delle persone nè sull'ambiente. Si tratta di particelle metalliche".

In questi giorni, arrivano quattro incidenti quasi contemporanei in quattro centrali diverse. Anche questa volta, si è assistito al solito pellegrinaggio di esponenti istituzionali, come oramai avviene in tutto il mondo, pronti a fare a gara per minimizzare l'accaduto e non generare allarmi. Ancora oggi, nel mondo, e la Spagna non fa eccezione, molti incidenti non vengono resi noti. Quando qualcuno se ne accorge, vengono comunque omessi dati importanti. In pratica, dopo la psicosi collettiva generata dall'incidente del 1986 a Chernobyl, chi gestisce le centrali si è mediaticamente blindato ed ogni volta che c'è una fuga radioattiva o una perdita di materiale, si stende immediatamente un velo di silenzio.

Per questo motivo, gli incidenti successivi a quello di Chernobyl sono spesso accompagnati da dati parziali, senza che si sappia tutto fino in fondo, e vedono la scrittura di rapporti e relazioni che terminano sempre con un "nessun pericolo per le persone e per l'ambiente".

Intanto, mentre in Italia si parla di ritorno al nucleare senza molta cognizione di causa, la Spagna continua il suo percorso per abbandonarlo. In un'intervista rilasciata alla stampa nazionale, il Premier, Josè Luis Rodriguez Zapatero, ha confermato gli impegni presi in campagna elettorale per il settore nucleare. Zapatero ha detto che il governo spagnolo non ha intenzione di costruire nuove centrali nucleari, inoltre sarà rispettata la durata di vita normale delle centrali nucleari esistenti.

L'impegno dei socialisti spagnoli è quello di eliminare progressivamente il nucleare, vista anche l'impopolarità di cui gode in Spagna, e sostituirlo con fonti energetiche rinnovabili quale l'eolico e il fotovoltaico. Le licenze delle centrali nucleari attualmente attive in Spagna scadranno tra il 2009 e il 2011, prima della fine del mandato dell'attuale legislatura socialista che sarà nel 2012. Se i piani dell'attuale governo verranno rispettati, e sempre se non si presenta una crisi energetica di notevoli dimensioni nei prossimi anni, tale da obbligare la Spagna a rinnovare le licenze, probabilmente il Paese abbandonerà il nucleare entro la fine del mandato di Zapatero.

"I paesi leader a livello internazionale stanno scommettendo sulle energie rinnovabili e non su quella nucleare. Se facessimo sforzi per il nucleare toglieremmo risorse all'energia del futuro, eolica, solare o di altro tipo", così ha dichiarato Zapatero il 30 giugno scorso, in visita in Danimarca proprio per osservare da vicino la politica energetica danese. Secondo il premier spagnolo i paesi che sono "in testa sulle energie rinnovabili", tra un paio di anni "avranno non solo contribuito a frenare il cambio climatico, ma disporranno di un valore aggiunto dal punto di vista politico, economico e sociale". La Spagna ha investito molto sulle energie pulite negli ultimi anni, arrivando ad essere il terzo produttore mondiale di energia eolica, e ha in progetto di aprire 30 nuove centrali, mentre sta seguendo una politica di smantellamento degli impianti nucleari.

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