di Carlo Musilli

Come peccatrici in cerca d'assoluzione, le banche Usa recitano la penitenza dei dollari. Tanti, per la verità: in tutto circa 20 miliardi. Ma la colpa da espiare è la più grande di sempre e nemmeno un fiume di soldi può lavare una macchia del genere. E' stata la truffa del millennio, quella dei mutui subprime. La bomba che, dopo aver ridotto sulla strada milioni di americani, ha provocato il collasso della finanza mondiale. Partita dagli Stati Uniti nel 2007-2008, ha sorvolato l'Atlantico e in Europa si è trasformata a poco a poco in crisi dei debiti sovrani. Ora i colpevoli cercano di ricostruirsi una verginità. E lo fanno pochi giorni prima di pubblicare i loro conti trimestrali, tornati finalmente positivi.

I casi sono due e vanno associati ai diversi piani dello scandalo. Partiamo dall'inizio. Due giorni fa 10 delle maggiori banche americane (da JP Morgan a Citibank, passando per Bank of America e Wells Fargo) hanno raggiunto un accordo con le autorità federali di vigilanza, accettando di pagare 8,5 miliardi per risarcire i pignoramenti facili degli ultimi anni. Operazioni eseguite grazie a "firme automatiche" degli atti giudiziari, senza che nessuno si preoccupasse di analizzare caso per caso, come pure era stato promesso. In fondo, si trattava semplicemente di buttare fuori di casa milioni di persone. O meglio, di creditori insolventi.

Il risarcimento sarà diviso in questo modo: 3,3 miliardi andranno alle famiglie sfrattate irregolarmente fra il 2009 e il 2010, mentre gli altri 5,2 saranno impiegati per aiutare chi è ancora sommerso dai debiti. Ogni nucleo familiare potrà ricevere fino a 125 mila dollari. L'intesa si aggiunge a quella da 25 miliardi raggiunta lo scorso anno fra cinque grandi banche, l'amministrazione Obama e molti Stati americani.

Ma come si è arrivati fino a questo punto? In sintesi, le banche spingevano i loro clienti a usare le case come fossero bancomat. Per anni sono stati accesi mutui immobiliari in serie: i nuovi prestiti servivano a estinguere quelli precedenti ed essendo d'importo superiore (perché nel frattempo il prezzo delle case era salito) permettevano alle famiglie d'intascare la differenza. Un suicidio, con il senno di poi: appena il prezzo delle case ha smesso di salire, infatti, il giochino si è interrotto e milioni di americani si sono ritrovati con un mutuo impossibile da ripagare. A quel punto le banche si sono prese le case, creando in alcune zone delle vere proprie città fantasma.

Purtroppo però non si sono limitate a questo. Da dove sarebbero arrivati altrimenti i maxi-profitti dei manager? Mentre rifilavano i subprime killer ai poveri americani, gli istituti emettevano titoli finanziari complessi garantiti proprio da quei mutui. Prodotti derivati che poi vendevano con l'inganno: sapevano di smerciare carta straccia (perché era evidente che i subprime non sarebbero mai stati coperti), ma facevano credere agli investitori che si trattasse di un affare. Il tutto anche grazie alla complicità delle agenzie di rating, che (pagate dalle banche stesse, e quindi in palese conflitto d'interessi) assegnavano a quei titoli la mitica tripla A, il giudizio d'affidabilità più alto in assoluto.

Ancora non è finita. All'inizio le banche piazzavano questi derivati a clienti esterni, poi però hanno iniziato a scambiarseli fra loro. Con la vista offuscata dai facili e sterminati guadagni garantiti dal trading, hanno fatto finta di non vedere che la bolla speculativa stava per esplodere.

Arriviamo così alla seconda storia degli ultimi giorni. Stavolta sulla scena c'è la sola Bank of America, che ha accettato di versare ben 11,6 miliardi di dollari a Fannie Mae (agenzia finanziaria para-governativa che garantisce e ri-assicura i mutui emessi dagli istituti di credito). La Banca archivia così il contenzioso legale con l'istituzione.

Tutto iniziò quando Bank of America prese la scellerata decisione di acquistare la Countrywide Financial, vero e proprio Mefistofele dei subprime. Purtroppo per l'istituto, le inchieste hanno dimostrato le frodi reiterate della Countrywide, che truffava sistematicamente i clienti a cui vendeva titoli legati ai mutui immobiliari, spacciandoli per investimenti sicurissimi. Un raggiro in cui sono caduti molti colossi, tra cui appunto Fannie Mae. Ad oggi la finanza criminale della Countrywide è  costata a Bank of America circa 40 miliardi di dollari.

E' bene sottolineare che tutti i risarcimenti di cui abbiamo parlato non sono frutto di condanne, ma di patteggiamenti. Le banche hanno accettato di pagare pur di chiudere la storia. Viene quindi da pensare che le reali dimensioni delle loro colpe rimarranno sempre un mistero. Ammettiamo però che non sia così, fingiamo di credere che ogni istituto abbia ripagato il maltolto fino all'ultimo centesimo. Non basta comunque. Finché le autorità non avranno riformato nel profondo la finanza, creando delle regole per evitare che uno scempio come i subprime possa ripetersi, nessun risarcimento sarà mai sufficiente.

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