La questione dello status di Taiwan è diventata ormai l’elemento di scontro più caldo e pericoloso tra la Cina da una parte e gli Stati Uniti e i loro più stretti alleati dall’altra. Gli episodi che fanno salire le tensioni si stanno moltiplicando negli ultimi mesi e il più recente ha nuovamente scatenato una campagna mediatica fatta di denunce nei confronti della presunta aggressività della Repubblica Popolare. La realtà, anche per quanto riguarda le incursioni aeree cinesi del fine settimana, è tuttavia meno netta di quanto si cerchi di fare apparire e, soprattutto, le principali responsabilità della pericolosa escalation in atto sono da ricercare più a Washington e a Taipei che a Pechino.

Guillermo Farinas, cosiddetto dissidente, Premio Sacharov del Parlamento Europeo, è stato arrestato una settimana fa nella sua abitazione nella città di Santa Clara, nel centro del Paese, a 280 chilometri dall'Avana. La notizia dell’arresto è stata data dall’agenzia Efe, agenzia stampa spagnola fondata nel 1939 da Ramòn Serrano Sùner, leader della Falange Spagnola e per sei volte ministro nei governi del dittatore fascista Francisco Franco. Venne fondata come agenzia di stampa del governo nazionalista e ancora oggi mantiene forti posizioni conservatrici, soprattutto in politica internazionale, dove concede spazio a forze liberiste e conservatrici in opposizione ai governi dei Paesi socialisti come Cuba, Venezuela, Nicaragua e Bolivia.

Il nuovissimo leader del Partito Liberal Democratico giapponese (LDP) e prossimo capo del governo di Tokyo, Fumio Kishida, nella conferenza stampa tenuta dopo essere stato proclamato vincitore ha annunciato la sua intenzione nientemeno che di “costruire una nuova forma di capitalismo”. Le concessioni retoriche al progressismo economico e fiscale dell’ex ministro degli Esteri la dicono lunga sulle preoccupazioni nel partito di centro-destra che domina la scena politica nipponica dal secondo dopoguerra.

La persecuzione decennale di Julian Assange si è arricchita qualche giorno fa di nuovi sconvolgenti particolari grazie a un’indagine pubblicata dal sito web Yahoo News. Sulla base delle informazioni fornite da una trentina di anonimi ex funzionari governativi, si è avuta la conferma di come la CIA e l’amministrazione Trump avessero preparato piani operativi per mettere in atto il rapimento o addirittura l’assassinio del fondatore di WikiLeaks mentre si trovava in qualità di rifugiato politico nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra.

Si è formalmente aperta la campagna elettorale in Nicaragua. La destra civica schiera i suoi migliori candidati, mentre quella golpista grida ai quattro venti che le elezioni non vanno riconosciute dalla comunità internazionale. Affermano che l’inchiesta della magistratura nicaraguense, che ha scardinato l’organizzazione golpista che dal 2018 ad oggi obbedisce ai diktat statunitensi per rovesciare il governo sandinista, renderebbe impossibile partecipare al voto. Dicono il falso.

Che non vi sia nessun nesso tra inchiesta giudiziaria e campagna elettorale lo testimonia il fatto che non già a seguito di questa inchiesta, bensì sin dal 2011, la destra golpista dell’oligarchia chiede il non riconoscimento del governo e della sua istituzionalità, preferendo invocare sanzioni, invasioni e aggressioni.


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