di Valentina Laviola

Si è riunita a Pucallpa sabato 12 e domenica 13 aprile la “Cumbre de los Pueblos Amazonicos” in vista del Vertice Unione Europea - America Latina e Caraibi del prossimo maggio. È l’ultimo di una serie di appuntamenti che hanno già toccato il sud, Arequipa, nel settembre 2007, poi Puria, a nord, nel dicembre 2007 e Huancayo, nel centro, lo scorso marzo. Tutti appuntamenti tesi a dibattere proposte alternative in difesa dell’Amazzonia e improntate al rispetto dei diritti collettivi dei popoli. Obiettivo principale era quello di creare uno spazio di comunicazione tra società civile e Stati per ottenere il consenso alle politiche pubbliche; il programma prevedeva, inoltre, l’analisi della situazione amazzonica all’interno del contesto latino-americano e la discussione di uno sviluppo sostenibile che si rivelasse responsabile non solo in senso sociale, ma anche ambientale. Grande preoccupazione, infatti, è stata espressa riguardo al cambiamento climatico in atto e sono state prese in esame documentazioni scientifiche al riguardo relazionandole all’economia. In questo senso si è cercato di esplorare le possibilità future delle comunità native nella lotta alla povertà e nello sviluppo agricolo in una cornice rispettosa della biodiversità. Sulla stessa linea, si sta preparando l’evento parallelo che farà da contraltare al vertice di Lima del 12-16 maggio 2008 grazie al sostegno della rete Enlazando Alternativas, collettivo di movimenti ed organizzazioni sociali che propone una visione critica del modello economico neoliberale e degli accordi commerciali che ne derivano.

Gli organizzatori denunciano da mesi le pressioni del governo peruviano tese ad ostacolare l’evento: viene loro impedito di affittare lo Stadio Nazionale (spazio nel quale avevano progettato di riunirsi) con la scusa di un decreto che vieterebbe riunioni di massa in quei giorni e vengono dirottati, invece, verso l’Istituto Sportivo Peruviano, assai meno accessibile, al fine di tenerli lontani dal centro di Lima. Il malcontento per gli ostacoli opposti dal governo e per la campagna di stampa denigratoria che ha accusato la “Cumbre de los Pueblos” di essere violenta, e addirittura terroristica, è stata espressa oltre che dal movimento stesso, anche dal senatore italiano dei Verdi Francesco Martone.

Appelli di varie associazioni, anche italiane, che condividono gli obiettivi della Cumbre si sono levati a chiedere che USA ed UE cessino di esercitare pressioni per imporre gli accordi di libero scambio che hanno conseguenze drammatiche per le popolazioni, in particolare contadine. Si teme che, dietro annunci ecologisti ed umanitari, si celi l’intenzione dell’Unione Europea - che si muove sotto la nuova strategia “Un’Europa globale: competitiva nel mondo” - di avanzare nella conquista dei mercati sud americani, di impadronirsi delle zone di controllo delle risorse e magari contendere spazi economici all’impero nordamericano.

L’Italia si troverà in una posizione privilegiata d’influenza, grazie alla recente, ma sistematica azione di rilancio dei rapporti con l’America Latina, curata dall’uscente ministro degli Esteri D’Alema e in particolar modo dal sottosegretario Di Santo. Nell’incontro informativo del 7 aprile, dedicato alla presenza del Governo Italiano al prossimo Vertice, si è sottolineata l’importante presenza italiana con imprese quali Enel, Fiat ed ENI, quest’ultima pacificata con la Pdvsa (la compagnia petrolifera venezuelana) dopo le tensioni intercorse col presidente Chavez. Emerge, tuttavia, una sostanziale differenza tra le istanze portate avanti dai governi europei e le proposte “dal basso” delle organizzazioni latino-americane che denunciano come l’arrivo di istituzioni finanziarie internazionali si traduca in violazioni dei diritti umani, saccheggio delle risorse e contaminazione dei territori.

L’evento alternativo al Vertice ufficiale si propone pertanto di segnalare il più manifestamente possibile che le necessarie lotte contro la povertà e per la salvaguardia dell’ambiente risultano del tutto impraticabili nel contesto di un capitalismo selvaggio, rimanendo solo belle parole di facciata dell’Europa se non accompagnate da un approccio economico del tutto diverso. Che non pare all’orizzonte.


Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy