di Alessandro Iacuelli

Il 7 maggio scorso, l'India ha testato con successo un missile terra-terra a capacità nucleare. E' l'Agni III, che può colpire obiettivi fino a 3.500km. Il missile è stato lanciato da una piattaforma mobile al largo dell'isola di Wheller, non lontana dalle coste dell'Orissa, nell'India orientale. L'Agni è un missile con un computer a bordo per la guida remota. Il missile, che può trasportare una testata nucleare di una tonnellata e mezza, è equipaggiato con attrezzature radar, dispositivi telemetrici e sistemi di collegamento con le navi militari a cui può inviare informazioni e dalle quali può essere guidato a distanza. E' l'ultima generazione dei missili Agni, testati negli anni scorsi e con capacità minori. Secondo fonti governative indiane, il lancio è stato un successo e apre diverse e migliori prospettive per il futuro della missilistica indiana e della corsa all'armamento. L'Agni III può colpire città come Pechino e Shagnhai. Il suo primo test, l'anno scorso, fu un insuccesso. Stavolta invece il comunicato del governo termina con un secco: "E' stato un lancio da manuale". Il missile lanciato il 7 ha volato per 3.000 chilometri cadendo in mare 13 minuti dopo in una imprecisata area a sud dell'Equatore, muovendosi ad una velocità massima di quattromila metri al secondo. Si tratta infatti della terza prova del missile Agni III, studiato appositamente per avere una gittata sufficiente per colpire bersagli sul territorio interno cinese, un Paese con cui l'India ha combattuto brevemente nel 1962 per una questione di confini mai risolta. L'India dispone già di un razzo a corto raggio che può colpire il Pakistan, suo rivale regionale che ha anch'esso un arsenale nucleare.

La Difesa indiana sta anche mettendo a punto un missile a più lunga gittata, l'Agni IV, che dovrebbe raggiungere obiettivi a 5.000 chilometri di distanza, e ha cominciato a testare un proprio sistema anti-missile che spera di poter realizzare nel giro di pochi anni. Fonti scientifiche ufficiali indiane si dicono pronte a realizzare un missile intercontinentale anche con 5.500 km di gittata, ma si parla anche di un razzo di 15mila km di gittata. Preoccupata la Cina, vulnerabile al nuovo missile indiano. New Delhi risponde che lavora solo per la propria sicurezza e prosegue le ricerche. Per alcuni analisti, si tratta di un avvertimento a Cina e Pakistan, mostrando una strategia di sviluppo militare che mette l'India al passo degli altri due Paesi. Non solo Cina, quindi: Agni III, è anche un deterrente al nuovo governo di Islamabad.

Il portavoce del ministero della Difesa Sitanshu Kar spiega che il missile Agni III, che in sanscrito significa fuoco, "è il vettore per armi atomiche in grado di percorrere la distanza più lunga di tutte quelle presenti nell'arsenale indiano". Poi aggiunge che l'esperimento è stato condotto "per stabilizzare i risultati ed essere sicuri della potenzialità del missile". Il portavoce ha voluto ad ogni costo specificare che il Paese "non vuole diventare una superpotenza mondiale, ma in un prospettiva regionale un missile con 3.500 km di gittata è sufficiente quale deterrente contro iniziative avventurose da parte dei nostri due confinanti". Alcune fonti ufficiali commentano che il test è stato svolto con la tacita approvazione degli Stati Uniti, favorevoli all'emergere della potenza indiana per controbilanciare la Cina.

Pechino ha subito reagito augurandosi che "un Paese importante come l'India lavori per mantenere e promuovere la pace e la stabilità nella regione". In passato Cina e Corea del Nord hanno aiutato il Pakistan a realizzare il missile Shaheen-II, sperimentato nel marzo 2004, con una gittata di 2.000 km. che può quindi colpire l'intera India. L'India ha iniziato il programma militare nucleare in segreto dopo che nel 1964 la Cina ha compiuto il primo esperimento nucleare.

La risposta pachistana non si è fatta attendere. La mattina dopo, l'8 maggio, il Pakistan ha testato con successo un missile cruise capace di trasportare una testata atomica per un raggio di 350 Km. Si tratta del missile Haft-VIII (Ra'ad), che è stato sviluppato esclusivamente per il lancio da una piattaforma aerea, ha riferito un comunicato dell'esercito. "Ha permesso al Pakistan di conquistare una maggiore capacità strategica di restare al largo, su mare e su terra", continua la nota. Sviluppato interamente in Pakistan, il missile ha una tecnologia "stealth", cioè un insieme di accorgimenti e strumenti permettono di diminuire la propria evidenza ai radar, e può lanciare qualsiasi tipo di testata con molta precisione.

I due vicini paesi asiatici, che si sono scontrati in tre conflitti dalla loro indipendenza nel 1947, testano abitualmente nuovi sistemi missilistici, nonostante il processo di pace avviato nel 2004, che ha portato a migliorate relazioni tra i due Stati. Pertanto, le tensioni sono ancora lontane dall'essere eliminate, ed il rischio di un conflitto, con conseguenze disastrose su tutta l'Asia, rimane costante.

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