di Carlo Benedetti


MOSCA. Il Cremlino cerca di spegnere l’incendio nel Caucaso sfruttando tutte le possibilità offerte dalla diplomazia e getta acqua sul fuoco smentendo quanti vanno affermando che la Russia vuole costruire un muro “stile Berlino” per dividere Ossezia del Sud e Abchasia dalla Georgia. Le fonti ufficiali della dirigenza russa - interrogate da Altrenotizie - rispondono con una battuta che suona più o meno così: “Grazie, abbiamo già dato...”. Ma le questioni vere sono ben altre. Mosca intanto, incassa i risultati positivi del vertice dei leader dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (OTSC) i quali condannano il tentativo della Georgia di risolvere militarmente il conflitto con l’Ossezia del Sud ed esortano ad una rigorosa realizzazione del piano “Medvedev-Sarkozy”. E’ questa, in sintesi, la posizione collettiva fissata nella dichiarazione conclusiva del vertice dell’Organizzazione chiuso da poco a Mosca. Ma la preoccupazione maggiore dei leader dei paesi - un tempo facenti parte dell’Urss e precisamente, oltre alla Russia, anche Bielorussia, Armenia, Kasachstan, Kirghisia e Tagikistan - consiste nel fatto che nella regione caucasica si registra una escalation militare incontrollata ed incontrollabile.
Ombre e preoccupazioni restano. Ed alto resta anche il livello di guardia perchè a Mosca - come nell’Ossezia del Sud e nell’Abkhazia - si sa che Tbilisi e gli Stati Uniti non mollano. C’è, infatti, il vice presidente Usa, Dick Cheney che, in missione nell’area del conflitto, punta sempre più ad affermare l’alleanza statunitense con tre ex Paesi sovietici, contrapponendo la solidarietà di altri cinque stati dell'ex Urss nella guerra georgiana. E sempre Cheney approfitta della tribuna di Tbilisi per attaccare, ancora una volta, la Russia.

Avverte, infatti, che “l’affidabilit? della Russia come partner internazionale” è messa in forte dubbio dal suo “illegittimo” tentativo di modificare i confini con la Georgia. Ma i dubbi sull’affidabilità del Cremlino, secondo Cheney, riguardano non solo la Georgia, “ma tutta la regione, nonchè l’intero sistema internazionale”. E questo significa che gli Usa vogliono sempre più coinvolgere la Russia in una crisi di portata internazionale. Tanto è vero che il vicepresidente Usa al termine di un colloquio con il duce georgiano Saakasvili, ha voluto ribadire che gli Usa “appoggiano senza riserve l’aspirazione della Georgia a entrare nella Nato”.

“Gli Stati Uniti – dice Cheney – sono molto lieti che recentemente sia stata formata una commissione Nato- Georgia. E come hanno dichiarato i membri della Nato al vertice di Bucarest, la Georgia sarà accolta nella nostra alleanza”. Cheney si lancia poi in un appassionato elogio del Paese caucasico: “Dopo che il vostro popolo ha conquistato la libertà in seguito alla Rivoluzione delle Rose – proclama – l’America è venuta in aiuto di questa coraggiosa giovane democrazia”. Ma c’é, oltre al volto americano, anche una posizione di stampo diverso. Viene dall’Ue che nel vertice dei ministri degli Esteri di Avignone ha messo a punto una missione civile europea in Georgia.

E c’è soprattutto la Russia che lancia segnali di collaborazione, in vista dell’incontro di lunedì al Cremlino tra il presidente francese, Nicolas Sarkozy e Medvedev e rileva che la visita di Cheney a Baku è stata un fiasco dal momento che il presidente azero, Ilham Aliev, non vuole rompere con Mosca. I russi denunciano poi l’arrivo nel porto georgiano di Poti della nave militare Usa “Mount Whitney”, ammiraglia della Sesta flotta americana. Minacciano, in tal senso, il ricorso all'Onu in caso di violazioni della convenzione di Montreux sulla navigazione nel Mar Nero: le perplessità riguardano la stazza e l'uso di una nave di questo tipo per il trasporto di un’asserita grande quantità di aiuti umanitari.

Ora tutto si concentra su questo lunedi che vedrà a Mosca la trojka dei mediatori: Sarkozy, accompagnato dal presidente della commissione Ue, José Manuel Durao Barroso, e dal capo della diplomazia europea, Javier Solana. Dai risultati di questo summit Europa-Russia potrebbe uscire un deciso cambiamento al corso degli eventi. Con il Cremlino che manda a dire che il periodo dei “muri” della guerra fredda è stato già sepolto.

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