di Carlo Musilli

Diversamente dalla maggior parte dei crociati del millennio scorso, questo triste ladruncolo voleva solo tirar su qualche soldo. Ha dedicato tutta la vita a turlupinare il prossimo e, dopo decenni di gavetta, ce l’ha fatta. Alla fine ha sfondato. Niente scudo crociato né cotta di maglia, solo un paio di baffoni alla Hulk Hogan e un bel cannone infilato nella fondina sotto il doppiopetto dozzinale. Il motto però è quello originale del medioevo: “Dio lo vuole!”. Visto così sembrerebbe soltanto un idiota. In realtà, è un idiota che ha messo in allarme Pentagono, Interpol e diplomazie di mezzo mondo.

L’arzillo vecchietto dal nome anonimo, Terry Jones, a metà estate ha finalmente avuto l’idea che cercava da anni. Seguendo la moda di battezzare con un nome altisonante anche le giornate più squallide, il suo cervello ormai avvezzo al marketing religioso ha partorito il “Coran burning day”. Gli sporchi infedeli saraceni vogliono costruire una moschea a Ground Zero? E Terry gli brucia il Corano in piazza. Anzi, per l’occasione convoca pure in pompa magna i cinquanta fedeli del suo benemerito “Centro Mondiale (addirittura) della Colomba”. Una setta di gente per bene che ha deciso di combattere il fanatismo con un bel rogo vecchia maniera. Inutile star qui a sottilizzare.

Per cercare di capire come un essere umano possa arrivare a questo punto, evitiamo di ricorrere alla sociologia da supermercato, anche se ci starebbe benissimo. Concentriamoci sulla biografia. In origine Terry commercia macchine usate in Florida. Poi capisce che per fare i soldi veri é il caso di trovare un business più sicuro. Così abbandona i rottami e comincia a vendere la parola di Dio. Si trasferisce in Germania, vicino Colonia, dove mette su un bel tempietto. Un centinaio di anime presta orecchio al Predicatore, che dal pulpito si scaglia implacabile contro gli immigrati turchi.

Terry convince perfino i fedeli più ingenui a cedere tutti i loro beni alla “Ts Enterprise”, la sua azienda. Alla fine però, il gregge si accorge che il suo Pastore si intasca le elemosine. Addio sogni di gloria, per ora. Abbandonato da moglie e figlia, Terry torna in Florida. Tutt’altro che scoraggiato, si lancia sul nuovo progetto “della Colomba”. Sfogliando il “manuale del buon bigotto”, dà fondo a tutto il repertorio: gay, aborto, ispanici. Per diversi anni la sua parola fustigatrice cambia bersaglio, ma i proseliti continuano a scarseggiare. Poi viene fuori la vicenda del centro islamico a Ground Zero, e Terry si sfrega le mani.

Probabilmente nemmeno lui immaginava di fare un botto così grande. È il caos internazionale. Capi di stato e ministri degli esteri si mettono in contatto con Obama, sospesi fra la sincera indignazione e il serio timore che l’alzata d’ingegno di uno sparuto imbecille della Florida possa causare una nuova pioggia di attentati e rivolte. Arrivano messaggi da Pakistan, Iraq, India, Indonesia. Ahmadinejad, che per un po’ si è visto rubare  la scena, dà il suo contributo alla pantomima accusando Israele di aver architettato tutto. In Afghanistan muore perfino un uomo durante una violenta protesta davanti a una base Nato.

Ci mancava solo questa per il Presidente Obama, che in questo periodo di pensieri ne avrebbe già a sufficienza. Il bello è che, in concreto, non può fare nulla. Terry è tutelato dal granitico primo emendamento della Costituzione Usa, che giustamente non prevede deroghe alla libertà d’espressione in caso di cialtroneria. Bisogna convincerlo con le buone: “Bruciare il Corano vuol dire reclutare nuovi terroristi per al Qaeda - ha detto il Presidente in tv - aumenterebbe il rischio di attacchi suicidi in America, in Europa, di violenze diffuse in Pakistan e in Afghanistan”. Poi, riferito a Terry, ha aggiunto: “Spero che stia ascoltando e capisca quanto è distruttivo il gesto che vuole compiere, è contrario ai valori di noi americani” e, ancora, nel discorso per l’11 settembre “non siamo in guerra contro l’Islam”, “siamo tutti americani”. Un appello arriva anche da superman-Petraeus, il generale a capo delle forze in Afghanistan, che implora Terry di lasciar perdere. Il pastore riceve perfino una telefonata da Robert Gates, nientemeno che il segretario alla Difesa degli Stati Uniti.

Dopo aver sentito la voce di Dio, evidentemente, Terry ha sentito anche voci più convincenti. E si è persuaso. Forza ragazzi, rimettete a posto fiaccole e cherosene. Tuttavia, il finale di questa commedia grottesca non ci tradisce. L’autore ha un’ultima trovata. Terry ripete alla stampa di aver desistito dopo aver ricevuto garanzia da parte dell’imam di New York, Feisal Abdel Rauf, che la nuova moschea non sarà costruita accanto a Ground Zero.  La risposta dell’imam è abbastanza chiara: “Mai preso accordi o conosciuto quel cialtrone”.

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