di Mario Braconi

Andy Coulson, giornalista di tabloid divenuto, appena quarantenne, spin doctor del Primo Ministro britannico, sta creando qualche imbarazzo a David Cameron: secondo il quotidiano britannico Guardian, poco più la metà delle 2.000 persone interpellate per un sondaggio su YouGov tra il 6 e il 7 settembre, ritiene che Coulson dovrebbe dimettersi dall’incarico. Il caso Coulson, nel mirino per una vicenda d’intercettazioni illegali, svela l’esistenza di una fitta rete di relazioni patologiche tra industria dell’informazione, mondo politico e polizia in Gran Bretagna.

La nostra storia inizia l’8 agosto del 2006, quando gli investigatori di Scotland Yard si presentano negli uffici del settimanale News Of the World con due mandati di arresto a carico di Clive Goodman (giornalista esperto in questioni relative alla Corona britannica) e di Glenn Mulcaire (un investigatore della testata): i due sono accusati di essersi procurati illegalmente un accesso alla casella vocale dei cellulari in uso alla Casa Reale.

Secondo la dettagliata ricostruzione dei fatti del New York Times della scorsa domenica, a casa di Mulcaire la polizia trovò, registrati su bloc notes e sulle memorie di due computer, quasi tremila numeri di cellulari di persone celebri e 91 PIN delle relative segreterie telefoniche. Al capo dell’Antiterrorismo di Scotland Yard venne recapitata una lista di celebrità intercettate da Goodman e Mulcaire lunga dieci pagine, assieme alle prove che il metodo di lavoro dei due costituiva non tanto un’eccezione quanto una pratica consolidata nella redazione di News of the World.

Eppure la polizia decise di incriminare solo Goodman e Mulcaire, che vennero condannati a diversi mesi di reclusione per intercettazione illegale oltre ad essere allontantanati dal giornale. Se vi fosse qualche dubbio sull’atteggiamento non particolarmente aggressivo della polizia in questa inchiesta, un importante ufficiale della Metropolitan Police (MET) ha dichiarato al New York Times, che non vi era “alcuna intenzione di fare pulizia una volta per tutte nel settore dei media britannici”.

Ai tempi dello scandalo delle intercettazioni illegali sulla famiglia reale, Andy Coulson è il rampante direttore di News of the World di Rupert Murdoch, dove è approdato dopo essersi fatto le ossa qualche anno sulla colonna dello spettacolo di The Sun un altro tabloid popolare, sempre di Rupert Murdoch. La condanna di Goodman e Mulcaire lo obbliga a rassegnare le dimissioni: del resto, un redattore di News Of the World ha raccontanto al New York Times che Coulson parlava apertamente del ricorso alle cosiddette “arti oscure” al fine di reperire materiale utile a confezionare scoop (intercettazioni sulle segreterie telefoniche, ricorso a talpe nella polizia, presso le compagnie telefoniche, dentro gli ospedali eccetera...). Di fatto il suo stile di gestione della redazione, incline a fornire ai lettori quello che desideravano e disinvolto quanto al rispetto della legge e della deontologia, più che un limite costituiva un incoraggiamento a ricorrere a mezzi illegali.

Il primo round finisce con un happy ending: Goodman e Mulcaire fanno causa a News of the World, ottenendo un congruo rimborso monetario; il giornale è salvo, dato che le pratiche disinvolte delle sue redazioni rimangono nascoste da una cortina fumogena innalzata dalla polizia, apparentemente decisa a non andare troppo a fondo con l’inchiesta. Quanto ad Andy Coulson, dopo le dimissioni dal NoW viene assunto come capo delle comunicazioni del Partito Conservatore: la nomina di un uomo di Murdoch nella sancta sanctorum dei Conservatori è il suggello della nuova alleanza tra il partito e il magnate australiano, che alle recenti elezioni britanniche ha deciso di appoggiare i Conservatori mettendo in campo la sua artiglieria mediatica.

Ma una volta resi noti i nomi delle vittime delle intercettazioni illegali di Mulcaire, si apre il capitolo delle cause milionarie: il Guardian, testata progressista e visceralmente avversa a Murdoch, rivela a luglio del 2009 che il solo accordo extragiudiziale di NoW con Gordon Taylor (capo della Professional Footballer’s Association, vittima di un’intercettazione che avrebbe rivelato una sua presunta relazione con un’assistente) è costato al giornale circa un milione di sterline.

Con l’occasione, il Guardian propone ai suoi lettori alcune domande scomode: 1) è giusto che una persona come Coulson, nella migliore delle ipotesi moralmente responsabile di reati contro la privacy (sono stati intercettati anche parlamentari, cosa illegale in Gran Bretagna dal 1689), occupi un posto così importante? 2) è ammissibile che i manager di una delle società di Murdoch abbiano mentito alle sedute delle varie commissioni d’inchiesta che hanno indagato sullo scandalo? 3) per quale ragione la MET non ha fatto indagini approfondite sui telefoni oggetto d’intercettazione pur essendo in possesso di tutte le informazioni rilevanti dopo aver smascherato Goodman e Mulcaire?

Scrive Robert Reiner sul Guardian, che vi sono almeno un paio di insegnamenti da trarre da questa vicenda: prima di tutto emerge un rapporto tra stampa e polizia dominato dalla paura quando non da vero e proprio servilismo (specie nei confronti delle testate di Murdoch). Sembra inoltre che il potere non riesca ad apprezzare i vantaggi della trasparenza, specie se confrontati con gli effetti boomerang che si producono quando una vicenda insabbiata viene riportata alla luce come in questo caso. Infine, il fatto che il direttore di settimanale scandalistico dai modi “disinibiti” diventi responsabile comunicazione di un partito che poi vince le elezioni è eloquente del tipo di politica che “paga” ai giorni nostri - anche dall’altro lato della Manica.

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