di Fabrizio Casari

Alpha 66, l’organizzazione terroristica cubano-americana con sede a Miami, da ora potrà svolgere le sue attività anche a Madrid, dove il governo della Comunità Autonoma della capitale - diretto dall’esponente ultrareazionaria del Partito Popular, Esperanza Aguirre -gli ha permesso di aprire i suoi uffici. Una scelta sconcertante quella della Aguirre, perché la storia di Alpha 66 è tristemente nota per essere una storia di terrorismo.

Il gruppo paramilitare nasce, con l’aiuto della CIA, dopo la fallita invasione della Baia dei Porci nel 1962 e, in quasi 50 anni, si è reso responsabile di numerosi attentati terroristici a Cuba. Cominciò nel 1963 con un attacco ad un albergo di studenti a Tararà, quindici km fuori L’Avana, e proseguì con minacce alle ambasciate cubane in Messico, Ecuador, Brasile e Canada, uccisioni di pescatori, attacchi a imbarcazioni, bombe negli alberghi, tentativi di assassinio di Fidel Castro. Uno dei suoi capi, Andrès Nazario, è stato ripetutamente vincolato al narcotraffico: il terrore ha bisogno di quattrini.

Ebbene, questa specchiata organizzazione criminale, che si addestra alla guerra nelle everglades di Miami sotto l’occhio compiaciuto delle autorità Usa, ha ora i suoi uffici in una capitale europea grazie al PP. E’ vero che le posizioni del Partito popolare spagnolo nei confronti di Cuba non sono un mistero, dal momento che il suo leader (quello vero, non quello fittizio che si presenta agli elettori) Josè Maria Aznar, da sempre è il principale terminale europeo dei finanziamenti erogati dalla Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA), cioé il catalizzatore pubblico delle diverse sigle armate di stanza in Florida che dirigono l’attività terroristica contro l’isola caraibica.

Non é storia di oggi. Durante tutta la durata del suo mandato (1996-2004) Aznar e il suo PP offrirono ogni sorta di appoggio pubblico a terroristi e fiancheggiatori cubano americani, mentre sul piano politico e diplomatico, con le pressioni politiche sulla Ue, portarono l’Europa alla “posizione comune” contro Cuba. Una delle idiozie più famose della diplomazia europea che è stata sonoramente ignorata da tutti, salvo ricevere l’applauso convinto degli Usa.

Il legame personale di Aznar con la FNCA è del resto universalmente noto. Nel 1996, da premier spagnolo, appoggiò con forza l’acquisto della grande corporazione spagnola Sintel da parte della MasTecInternational, la società di Jorge Mas Canosa, allora presidente della FNCA. Fino a quel momento la Sintel era in piena prosperità, con 21 filiali in tutto il mondo. Ma Aznar doveva restituire favori a Miami e la vendita venne effettuata con modalità ultrafavorevoli per Mas Canosa. Diverse testimonianze, tra le quali quelle degli eredi del defunto faccendiere cubanoamericano, evidenziano come si sia poi trattato di una frode completa ai danni della Sintel, dal momento che Mas Canosa liquidò la società spagnola con una serie di manovre finanziarie attuate tramite società anonime residenti nei paradisi fiscali e nelle banche di Lussemburgo, Haiti, Messico, Isole vergini, Porto Rico, Svizzera e Stati Uniti. La Sintel dichiarò fallimento e decine di migliaia di lavoratori spagnoli furono licenziati.

Una storia quindi da sempre torbida quella tra il vanesio leader della destra spagnola e il variegato insieme di mafiosi e terroristi cubano americani con sede a Miami. Non a caso nelle sue campagne elettorali Aznar non ha mai mancato l’appuntamento della Florida. E non certo perché vi risiedano un numero significativo di elettori con diritto al voto in Spagna, ma per raccogliere i fondi che le organizzazioni terroristiche anticubane generosamente gli consegnavano. Si riuniva con Jorge Mas Canosa, il defunto faccendiere e terrorista che fondò (su richiesta di Ronald Reagan) la FNCA e, in questo modo, dava un'autorevolezza "europea" a Mas Canosa, che la riteneva necessaria per forzare ulteriormente le pressioni della comunità cubanoamericana verso la Casa Bianca. Per questo il PP ha sempre permesso ad ogni elemento del variegato mondo del terrorismo anticubano di trovare udienza e rappresentanza nel paese iberico. Denaro in cambio di interlocuzione politica. Un modo per ricambiare le mazzette e per sostenere in forma attiva il legame con la famiglia Bush, che per i gusanos di Miami era e resta la principale sponda politica e finanziaria.

Sui legami tra la famiglia Bush e il terrorismo cubanoamericano ci si potrebbe dilungare con dovizia di particolari. Nato quando Bush padre era Direttore della CIA e proseguito quando divenne Vice-presidente Usa, dove diede in mano ai cubanoamericani parte dell'organizzazione della guerra contro il Nicaragua, si consolidò definitivamente in una campagna elettorale del 2001. Andando indietro con la memoria si potrà agevolmente ricordare come George W. Bush venne eletto Presidente dopo una notte di black-out elettorale che trasformò la maggioranza dei voti per Al Gore in maggioranza per Bush. Come tutti sanno, la FNCA fu la regista dell’operazione.

D’altra parte, il comune sentire della famiglia Bush con il terrorismo anticubano era pari a quello con le monarchie del Golfo: affari e passione ideale si sono sempre coniugate nell’epopea della famiglia dei petrolieri texani. A significare i legami che si sono tramandati di erede in erede, basta ricordare il perdono presidenziale, nel 1990, da parte di George Bush a Orlando Bosh, che con il suo compare Luis Posada Carriles, fu l’organizzatore di decine di attentati contro Cuba e non solo, il più grave dei quali fu la collocazione a bordo dell’aereo della Cubana de Aviaciòn che esplose sui cieli delle Barbados con un saldo di circa ottanta morti.

Per non essere da meno, il figlio, George W. Bush, in un raro momento di sobrietà, il 20 Marzo del 2003 invitò alla Casa Bianca il leader di Alpha 66, Diaz Rodriguez. Ad accompagnare Rodriguez c’era un altro esponente di Alpha 66, Jesus Penalver Mazorra, che il 12 Dicembre del 1995 era stato arrestato dalla polizia in California perché trovato in possesso di un vero e proprio arsenale; ma, guarda caso, non venne condannato. Un po’ come successe pochi anni orsono a Luis Posada Carriles, membro di Alpha 66, definito dalle organizzazioni per i diritti umani Usa il “bin Ladin delle Americhe”. Benché richiesta la sua estradizione da Cuba e Venezuela, dove gli sono imputati uccisioni e atti terroristici (tra tutti, quella dell’italiano Fabio di Celmo, ucciso da una bomba fatta collocare da Posada Carriles nell’Hotel Copacabana a L’Avana, della quale Posada si è autoaccusato ndr) Posada Carriles circola libero per Miami. Perché?

Perché arrestato e processato, dopo aver fatto intendere che avrebbe potuto raccontare qualcosa di sconveniente per gli USA, venne solo condannato (e quindi liberato) per essere entrato illegalmente negli Usa. Proveniva da Panama, Posada Carriles, dove era stato arrestato e si trovava in attesa di giudizio per aver organizzato un attentato al tritolo contro Fidel Castro in visita all’Università di Panama City. Ma era stato liberato con un decreto d’urgenza dalla ex-presidente Mireya Moscoso, a sua volta riparata a Miami per sfuggire alla giustizia panamense dopo aver saccheggiato le casse del paese. La liberazione di Posada fu il visto per gli Usa per la ex-presidente di Panama.

E, sempre per quanto riguarda i rapporti tra la famiglia Bush e il terrorismo cubano-americano, c'é un altro episodio significativo da citare. Non fosse abbastanza grave e imbarazzante che due terroristi fossero stati ospiti della Casa Bianca due mesi prima, il 2 Giugno del 2005 George W. Bush inviò una lettera pubblica di ringraziamento ad Alpha 66, confermando l’impegno al loro fianco e dicendosi interessato a conoscere le strategie del gruppo paramilitare. Lo stesso ardore é stato confermato anche da suo fratello Jeb, che non mai ha perso occasione per gridare ai quattro venti la sua passione per le organizzazioni terroristico-mafiose anticubane residenti a Miami. Senza il loro appoggio, non sarebbe mai diventato Governatore della Florida.

Per quanto riguarda la Spagna, che ha fatto dell’ostilità verso Cuba e Venezuela l’unico elemento significativo della sua politica verso il continente latinoamericano, non si può non cogliere il nesso tra l’atteggiamento di politica estera e quello del suo mainstream, con El Pais in testa. El Pais, infatti, è divenuto uno dei capisaldi della campagna diffamatoria e menzognera contro l’isola. Una versione iberica del Miami Herald, insomma, che ha trascinato in un triste epilogo quella che un tempo fu una testata degna di attenzione per tutti coloro interessati alla politica estera in generale e all'America Latina in particolare.

La notizia dell'autorizzazione ad aprire un ufficio di Alpha 66 a Madrid non ha avuto una grande eco nella stampa spagnola e, ovviamente, nessun accenno ne ha fatto El Pais. Eppure qualche domanda poteva essere posta. Ad ogni modo,il fatto che il governo cubano - con il quale la Spagna mantiene intense relazioni diplomatiche - consideri Alpha 66 un’organizzazione terroristica, non muove nemmeno un dubbio a Madrid. Sarebbe curioso vedere le reazioni in caso di reciprocità. Che ne direbbero a Madrid se all’Avana aprisse un ufficio l’Eta?

Vedremo se l’esito del prossimo voto in Spagna premierà - come si pronostica - il Partito Popolare. Ma nel dubbio circa l’esito del voto, almeno una certezza c’è: ancora una volta, la campagna elettorale del Partito Popolare, assodata la sua genuflessa disponibilità verso le organizzazioni di Miami, vedrà il consueto, significativo apporto in dollari proveniente dalla Florida. Sporchi o no di sangue, sempre dollari sono.

 

 

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy