Per far fronte a una molto dubbia minaccia di attacco da parte della Russia, il governo di estrema destra polacco ha proposto recentemente agli Stati Uniti di installare una base militare permanente sul proprio territorio e al di fuori del quadro NATO. Oltre a rappresentare un onere finanziario gravoso, visto che Varsavia intende farsi carico interamente delle spese, l’eventuale progetto avrebbe però l’effetto opposto a quello desiderato dalla Polonia, contribuendo a far salire ancora di più le tensioni nell’ambito dello scontro in atto con Mosca.

 

 

L’offerta fatta a Washington è contenuta in un documento del ministero della Difesa polacco, ottenuto e pubblicato qualche giorno fa dal portale di news Onet. Lo stazionamento di una divisione armata americana in Polonia comporterebbe un costo stimato di due miliardi di dollari, pari circa al 20% delle spese militari totali sostenute da Varsavia nell’anno 2017. Il risultato di questo sforzo, come ha spiegato il vice-presidente della commissione Esteri della camera alta del parlamento russo, Vladimir Dzhabarov, è che la Polonia diventerebbe “il principale bersaglio” di una ritorsione militare da parte di Mosca in caso di guerra.

 

Per convincere l’amministrazione Trump, in ogni caso, nel documento il governo polacco fa riferimento a un passaggio del discorso del presidente USA nel corso della sua visita dello scorso anno nel paese dell’Europa orientale. “Una presenza [americana] permanente”, si legge, “aiuterebbe a raggiungere l’obiettivo” fissato in quell’occasione da Trump di far fronte alle “terribili minacce” a cui è esposta la Polonia.

 

Naturalmente, i presunti pericoli vitali che incombono su Varsavia sono tutti riconducibili alla Russia e, di conseguenza, l’obiettivo sarebbe, nelle parole dello stesso documento del ministero della Difesa polacco, di “rispondere senza esitazioni e creare un deterrente all’atteggiamento sempre più pericoloso” di Mosca in Europa.

 

La presenza di contingenti armati su base permanente nel territorio di paesi appartenenti al defunto Patto di Varsavia è una delle ultime formalità che la NATO e gli Stati Uniti continuano almeno in apparenza a rispettare per non provocare il governo russo. Ciò in base al contenuto di un trattato del 1997 tra il Patto Atlantico e Mosca (“NATO-Russia Founding Act”). Questo accordo è stato per molti altri versi calpestato dall’Occidente e la stessa questione del posizionamento di forze armate NATO in Europa orientale è aggirata dalla farsa del concetto di dispiegamento militare “temporaneo” e “a rotazione”.

 

La stessa Polonia ospita “temporaneamente” circa 4.500 soldati NATO in qualità di “presenza avanzata” per prevenire eventuali azioni russe. Il contingente fa parte dei piani attuati dalla NATO dopo lo scoppio della crisi in Ucraina nel 2014, la cui responsabilità continua a essere interamente attribuita al Cremlino.

 

L’ultima richiesta di Varsavia agli Stati Uniti rappresenta dunque un ulteriore passo avanti rispetto alle manovre già messe in atto dalla NATO per accerchiare la Russia negli ultimi due decenni. Per il governo polacco e non solo, d’altra parte, il trattato del 1997 non ha valore legale e sarebbe comunque lettera morta perché gli stessi russi lo hanno svuotato di significato con le loro azioni aggressive.

 

Il ministro della Difesa polacco ha spiegato come “Mosca abbia creato un nuovo status quo geopolitico” che non corrisponde più al clima relativo alla sicurezza dell’Europa del 1997. La realtà dei fatti suggerisce tuttavia esattamente il contrario. È la NATO infatti a essersi allargata verso est con la scusa dell’aggressività russa, agitata grazie a crisi orchestrate quasi sempre in Occidente, come appunto il colpo di stato neo-fascista promosso a Kiev per rimuovere un regime vicino al Cremlino.

 

Com’era prevedibile, la Russia non ha accolto positivamente la notizia della possibile base USA permanente in Polonia. Il Cremlino e il ministero degli Esteri hanno fatto notare come questa iniziativa, assieme alla già ricordata espansione NATO in Europa orientale, non possa che mettere ancora di più in pericolo la stabilità e la sicurezza del continente.

 

Solo lo scorso mese di marzo, poi, il governo di Varsavia aveva firmato un contratto per l’acquisto di un sistema mobile di difesa con missili Patriot della compagnia americana Raytheon per un valore di 4,8 miliardi di dollari. Anche in quell’occasione Mosca aveva protestato, dal momento che l’installazione di simili sistemi è vista più che legittimamente nel quadro di un piano degli USA e della NATO per indebolire le capacità difensive della Russia in caso di un futuro attacco nucleare.

 

Per quanto riguarda la notizia più recente, comunque, i media che se ne sono occupati hanno rilevato un certo distacco nelle reazioni ufficiali russe. La ragione può risiedere in primo luogo nel carattere ormai abituale di annunci e iniziative di questo genere. Mosca vede però anche chiaramente come la richiesta polacca alla Casa Bianca abbia le potenzialità di aggravare le divisioni transatlantiche e dentro l’Europa.

 

Per avere conferma di ciò è sufficiente leggere le prime reazioni dei vertici europei o della NATO, non esattamente entusiasti della notizia circolata nei giorni scorsi. Il sito Politico.eu ha definito la questione della base militare americana in Polonia “problematica” per alcuni alleati di Varsavia. Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, avrebbe anche fatto di tutto per evitare di discuterne con il presidente polacco, Andrzej Duda, nel corso della sua visita di questa settimana a Varsavia.

 

In sede NATO, l’ipotesi avanzata dal governo polacco non sarebbe stata ancora sollevata in maniera ufficiale, ma è evidente che molti paesi europei temono due conseguenze in particolare. La prima è il rischio che i rapporti tra l’Europa e Mosca possano incrinarsi ulteriormente, spezzando il fragile equilibrio creatosi negli ultimi anni tra la necessità di assecondare le esigenze strategiche americane e quella di conservare un filo diretto con la Russia, visti gli interessi economici ed energetici in gioco.

 

La seconda è legata invece alla possibilità che l’iniziativa di USA e Polonia approfondisca la spaccatura già più che evidente in Europa tra i governi ferocemente anti-russi e quelli attestati su posizioni più moderate.

 

Entrambi gli aspetti della vicenda si incrociano inoltre con altre questioni delicatissime ed emerse soprattutto dopo l’ingresso di Trump alla Casa Bianca, come le tensioni tra Europa e Stati Uniti e la marginalizzazione della NATO o, per meglio dire, la nascita di alleanze o organi di difesa alternativi al Patto Atlantico.

 

In questa prospettiva, è significativo e tutt’altro che casuale che simili preoccupazioni siano legate all’atteggiamento del governo di Varsavia. Dopo la sconfitta degli europeisti nelle elezioni del 2015, in Polonia sono tornati al governo i populisti di estrema destra, i cui orientamenti in politica estera sono decisamente filo-americani e ugualmente anti-russi e anti-tedeschi.

 

L’affinità con le posizioni ultra-nazionaliste dell’amministrazione Trump hanno poi favorito il consolidamento dei rapporti tra Washington e Varsavia, con il governo americano che intende a sua volta sfruttare l’isteria anti-russa che caratterizza la classe dirigente polacca e in genere degli altri paesi dell’est europeo per dividere il vecchio continente.

 

Una dinamica, quest’ultima, che potrebbe subire un’accelerazione dall’eventuale creazione di una base militare americana permanente in Polonia ed è il riflesso delle frizioni sempre più evidenti soprattutto tra Stati Uniti e Germania, frutto a loro volta del divergere degli interessi strategici ed economici delle due potenze in un clima internazionale segnato da una crescente competitività.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy