di Cinzia Frassi

Se in questo caldo agosto volessimo dare un titolo a un libro sui costumi della politica all'italiana verrebbe subito da pensare a "l'Itala dei paradossi". Naturalmente sarebbe un bestseller destinato a finire sul grande schermo come esilarante commedia nostrana. Emblematica la vicenda, ancora tutta in divenire, di Don Pierino Gelmini e dell’inchiesta condotta dalla procura di Terni per abusi sessuali. Le denunce contro il sacerdote verrebbero da alcuni ex ospiti di Don Gelmini presso la comunità di Amelia, in Umbria. Così, mentre assistiamo all'ennesima fuga di notizie dagli uffici giudiziari, registriamo la solidarietà del mondo politico che si stringe con candida solidarietà attorno all'indagato. Rare le voci fuori dal coro, mentre al contrario qualcuno parla addirittura di “furore anticattolico”. Che il mondo politico si occupi sempre più di indagini, processi, procuratori e magistratura omettendo di astenersi dal prendere posizione a favore di indagati e accusati, è ormai innegabile. Si avverte un'ansia frettolosa quanto bipartisan di dichiararsi solidali che suona quasi come un mettere le mani avanti e che si contraddice solo per gravi motivi di opportunità politica. Ma ormai anche questa bolla estiva è stata gonfiata ed ecco che da giorni sulle prime pagine dei giornali si trovano continuamente titoli sui dettagli di una notizia che non c'è, almeno non ancora. È vero, alcune dichiarazioni del sacerdote hanno sicuramente rappresentato una tentazione simile a un invito a nozze: "Una strategia di una lobby ebraico radical-chic, che partendo dalla Chiesa americana, tende a indebolire la Chiesa tutta", salvo correggersi dicendo di riferirsi in realtà a una lobby massonica radical-chic, per poi chiedere "scusa agli ebrei perché io ho molto rispetto e molta considerazione per loro".

In un paese normale ci si attenderebbe maggior considerazione e rispetto per tutti, sia per l'indagato sia per il lavoro della magistratura. Soprattutto, ci si aspetterebbe che finalmente i politici riuscissero a non occuparsi d'indagini e indagati, seppur "illustri". Viene da pensare che si sentano in qualche modo sulla classica stessa barca del sacerdote, dato che ultimamente essi stessi hanno conquistato le prime pagine dei giornali più per qualche parola di troppo nelle intercettazioni - rigorosamente bipartisan quanto goliardiche - che per il loro impegno per il bene del paese.

Rappresenta bene lo “stato dell’arte” l’altrettanto paradossale vicenda del deputato Cosimo Mele, che dopo i caratteri cubitali dei giorni scorsi, oggi vede pubblicate sue nuove solo in piccoli caratteri su qualche breve articolo. Di tutto rispetto, in quanto comportamento assai raro in Italia, la decisione di dimettersi dal suo partito, l’Udc. Un po’ meno il non aver abbandonato la poltrona, trovando comunque comoda quella del gruppo misto. Nessuno ha chiesto che rinunciasse al mandato nonostante le gravi accuse, tutt’altro che in linea con i dicktat del suo partito politico e soprattutto con il mandato elettorale.

Ma anche qui, alla vigilia delle tanto attese vacanze estive, abbiamo dovuto registrare argomentazioni fuori luogo e quanto meno oltraggiose. Così, mentre si discute dei costi della politica, arriva il senatore Cesa che propone il ricongiungimento ai parlamentari che soffrono di solitudine.

Allo stesso modo si potrebbero ricordare altre vicende quanto mai sgradevoli, prima fra tutte la questione delle pensioni di anzianità. Dopo il furto del Tfr e gli interventi giudicati urgentissimi sulle pensioni, staziona ancora in Parlamento la proposta di intervento sull'anzianità richiesta agli onorevoli e senatori per guadagnarsi la lauta, per loro, "pensione di anzianità": oggi la ottengono con soli due anni e mezzo di lavoro. Peccato che non abbiano trovato un accordo per arrivare almeno a 5 anni.

Si potrebbe continuare ricordando la veemenza con la quale chi governa, ieri come oggi, propone giri di vite su qualsiasi cosa, mentre diventa però sempre più facile dribblare le conseguenti sanzioni o pene.

Da un paradosso all’altro, si arriva all'accordo siglato tra la Regione Toscana e l'Ufficio scolastico regionale per l'avvio di un progetto pilota. Un progetto innovativo che prevede finanche la formazione degli insegnanti e che introdurrà l'ora di legalità nella aule toscane.

Suona paradossale e quanto mai in tema, pur guadagnandosi un’amara risata, il recente exploit del ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani sul costo del carburante. Viene da chiedersi i motivi che lo vedono tanto preoccupato proprio mentre gli italiani sono già alla guida della loro auto nel caldissimo esodo estivo, incolonnati lungo strade e autostrade italiane.


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