di Sara Nicoli

E' inutile nascondersi dietro a un dito: in queste prime settimane del 2008 l'argomento che ha creato maggior attenzione a livello internazionale è stato il gossip legato all'ostentato legame sentimentale tra Sarkozy e Carla Bruni. E non appena l'ombra della noia ha cominciato a insinuarsi su questa storia, per l'irrequieto susseguirsi di particolari appetitosi che hanno tolto qualsivoglia alone di curiosità alla vicenda, ecco che subito un altro, potentissimo gossip, ha preso il sopravvento nelle foto di prima pagina di tutti i giornali: Chavez e la venere nera Naomi Campbell. E giù a chiedersi se anche quello è amore vero, come l'altro francese generosamente descritto come “ una cosa seria” dal presidente francese, se anche Naomi è forse incinta come Carla, se anche Chavez ha in mente di regalare alla sua ex modella un anello di Dior uguale a quelli che Sarkozy, gaffeurs di dimensioni monumentali, suole regalare - identico- a tutte sue donne. Le cronache raccontano poi delle notti "scetenate" tra Parigi e l'Avana tra Hugo e Naomi, ancorché delle promesse matrimoniali. Del Presidente venezuelano, solitamente, preferiamo leggere altro, vista la simpatia che verso di lui nutriamo, pari all'antipatia verso il nanetto francese, ma che ci vuoi fare? Vorremmo dire a Hugo: ma sei così convinto che i tuoi privati amori debbano essere venduti sulla piazza mediatica? E se invece di una modella capricciosa, specializzata nel collezionare denunce per maltrattamenti verso chi lavora con lei, fosse stata una qualunque altra donna, venezuelana o no, magari umile e sfruttata, avresti convocato la stampa per informarla? Di tutto questo avremmo preferito non occuparci se non avessimo intravisto, nella gestione farsesca e molto goffa di questo privato da parte dei due presidenti, anche un'ulteriore involuzione della politica: guardare il “macho” Sarkozy che, a due mesi da un divorzio, ostenta al mondo la sua nuova fiamma con lo sguardo fiero del cacciatore che ha catturato una magnifica preda, imitato da un Chavez in preda a un potente squilibrio ormonale, ci ha provocato una sensazione di disagio, di imbarazzo. E anche di disgusto.

Più di ogni abilità politica, di capacità decisionale e di potere, di lungimiranza nel saper cogliere cambiamenti fondamentali per le sorti del proprio Paese, questi presidenti mostrano al mondo con prepotenza l'unica qualità che ancora oggi, nel 2008, viene riconosciuta come il valore aggiunto del vero uomo vincente: ad un prodigioso tombeur de fammes non può che corrispondere un Capo di Stato che sa il fatto suo. Un sillogismo ridicolo e tollerabile forse ai tempi del fascismo, quando il patriarcato era imperante, ma che oggi puzza di muffa, sa di rancido e diventa sempre meno digeribile.

E' disgustoso vedere tutt'oggi che il potere di stampo maschile passa ancora attraverso l'ostentazione del possesso di un corpo femminile di prima qualità, non su altro. Assistiamo da giorni, con raccapriccio, a capibranco di Stato primitivi che mostrano al mondo la cattura della più bella del reame come se fosse un fagiano, ricevendo complicità e ammirazione da parte dei maschi loro pari oltre alla sordida invidia di tutti gli altri. Un modello ancestrale, che non sorprende affatto, ma che preoccupa per la sua persistenza in un mondo che ci si augurava migliorato, dopo secoli di dibattiti, lotte di liberazione e di egualitarismo, di vittorie della democrazia e del merito sul genere. Invece no, siamo ancora indietro nell'evoluzione. Con l'Italia che, rispetto a questo modello, presenta una simpatica variante, determinata dalla presenza vaticana sul suolo patrio: da noi il macho politico conquista la preda con maggiore discrezione. Poi, però, dopo averla piazzata in televisione, si pente e recita una pubblica ammenda partecipando, con tutte le sue famiglie, al family day.

Insomma, imbarazzanti machos conquistatori sono promotori nel mondo di una politica sempre più gretta, bassa, volgare, dalle conseguenze altrettanto imbarazzanti e, spesso, pericolose per le sorti degli abitanti dei paesi che li hanno eletti. E, perchè no, anche per il resto del mondo. Davanti a simili campioni di ostentazione di istinti primordiali, non può sorprendere il costante allontanamento dei cittadini dalla politica e dall'impegno sociale: come poter pensare che questi “galletti” siano anche capaci di risolvere i problemi della nazione se non sanno far ordine neppure a casa loro? Vien da chiedersi cosa sarebbe mai successo - o quale scandalo ne sarebbe seguito - se Hillary Clinton, anziché tenersi accanto un marito che l'ha umiliata agli occhi del mondo quand'era presidente, avesse deciso di innamorarsi di un attore di Hollywood più giovane di lei di qualche anno e avesse scaricato Bill sulla soglia del Campidoglio. O se Angela Merkel avesse deciso di far approntare nel palazzo della cancellieria un appartamento per far esercitare le doti canore della sua nuova fiamma o se, ancora, una Segolenè Royal vincitrice delle elezioni al posto di Sarkò, avrebbe mai mollato il marito Hollande per mettersi con il segretario particolare non appena messo i piedi sotto la scrivania dell'Eliseo.

Di certo a loro uno come il neo cattolico Tony Blair non avrebbe mai strizzato l'occhio in segno di pelosa complicità, come è invece avvenuto alla riunione dell'Ump (il partito che ha vinto le elezioni francesi) quando l'ex premier britannico si è complimentato con la Francia intera per aver eletto un presidente “pieno di energia e non solo in politica”. Di certo, se una donna al posto di Sarkozy o di Chavez avesse fatto quello che hanno fatto Sarkozy e Chavez sarebbe scoppiato il finimondo, come minimo si sarebbero sentite richieste altisonanti di dimissioni per non parlare dell'ovvia censura che un simile comportamento avrebbe immediatamente fatto balenare in Vaticano. Qualche giorno fa, la capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, ha definito la politica maschile “esausta”. Noi non siamo d'accordo: e' sempre più vivace, più baldanzosa e potente che pria. Ma solo tra le lenzuola, purtroppo.

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